Ricostituzione del disciolto Partito Fascista, violazione della legge Scelba e della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione della Repubblica Italiana (che vieta la riorganizzazione del partito fascista). Queste le accuse delle quali dovranno rispondere nove persone appartenenti al Movimento dei Fasci Italiani del Lavoro. Le indagini, che si sono concluse nei giorni scorsi, sono state portate avanti dalla Procura di Mantova e sono iniziate nel luglio scorso dopo che il Movimento aveva eletto, nelle consultazioni comunali di giugno, un consigliere nel comune mantovano di Sermide e Felonica (poco più di settemila abitanti), raccogliendo inaspettatamente 334 voti pari a oltre il 10% dei voti validi. In consiglio entrò Fiamma Negrini, studentessa 20enne figlia di uno dei fondatori del Movimento, e fra gli indagati, Claudio Negrini.
L’evento ebbe clamore mediatico e arrivò in Parlamento, grazie ad alcune interrogazioni, e poi alla presidente della Camera, Laura Boldrini, che scrisse direttamente al Viminale chiedendo di fare chiarezza. Qualche giorno dopo l’esito elettorale, il prefetto di Mantova, con provvedimento d’urgenza, dopo essersi consultata con il ministero dell’Interno, revocò le designazioni dei funzionari componenti la settima sottocommissione elettorale circondariale responsabile per il comune di Sermide e Felonica.
La Procura di Mantova avrebbe ravvisato gli elementi a sostegno dell’accusa di “ricostituzione del Partito Fascista” anche nello statuto del Movimento, redatto da un notaio. Lo stesso statuto nel quale – secondo il legale del Movimento, Federico Donegatti, sentito da ilfattoquotidiano.it – “non sono presenti elementi antidemocratici e razzisti. Basta leggerlo per rendersene conto. Il Movimento dei Fasci Italiani del Lavoro, nello statuto, accetta le regole democratiche e prende le distanze da ogni forma di razzismo rifacendosi alle istanze economiche e sociali del fascismo. Inoltre, il Movimento si era presentato alle elezioni in altre quattro occasioni senza che mai nessuno rilevasse problemi di alcun tipo”. Donegatti spiega di aver già depositato in Procura una memoria difensiva di 40 pagine. Ora la Procura dovrà analizzarla e, se non la riterrà convincente, chiederà il rinvio a giudizio per gli indagati.
Qualche giorno prima della notifica di conclusione delle indagini da parte della Procura, un’altra tegola si era abbattuta sul Movimento neofascista: il Tar di Brescia, infatti, accogliendo il ricorso presentato da due cittadini sostenuti economicamente e legalmente dai 5 Stelle, ha dichiarato illegittima la partecipazione del Movimento alle elezioni del giugno 2017 facendo decadere dal ruolo di conigliere l’eletta Fiamma Negrini. Il Tar ha ravvisato elementi di illegittimità legati a simbolo e nome del Movimento che si rifanno al partito fascista. Anche in questo caso il legale del Movimento dei Fasci del Lavoro ha annunciato che la sentenza verrà impugnata, ritenendola ingiusta.