Pietro Grasso presenta la sua candidatura a Napoli e marca la differenza col Partito Democratico ricordando come in legge di Bilancio alcuni senatori dem si fossero adoperati per abbassare dal 22 al 10% la tassa sui preziosi molluschi. Ed è vero, firmarono in sette (alcuni ricandidati) un emendamento ad hoc per cambiare una legge del 1972. Fu ritirato e cancellato, ma la polemica resta
“Il Pd aveva presentato un emendamento per tagliare l’Iva sulle ostriche”. Boom. Peggio che brandire un branzino e scagliarlo contro il partito che ha rinnegato per fondare Liberi e Uguali. Pietro Grasso annuncia la sua candidatura da capolista a Napoli e per marcare la distanza ideologica dal Partito Democratico ha tirato fuori questo aneddoto alquanto “gustoso”. Ma sarà poi vero? Per appurarlo bisogna fare un salto indietro di un mese, a fine dicembre. La Legge di Bilancio era ancora un libro bianco da riempire con interventi-mancia a favore degli amici degli amici. Non è chiaro chi siano quelli dei senatori dem Albano, Bertuzzi, Santini, Cantini, Fasiolo, Pignedoli e Saggese (alcuni, come Cantini, prontamente ricandidati), che in Commissione agricoltura a Palazzo Madama hanno pensato a questo curioso regalo di Natale. Fatto sta che in sette, non uno di meno, si sono effettivamente fatti carico di un emendamento alla Legge che abbassa l’Iva sulle ostriche dal 22% al 10%, con uno sconto secco del 12% sull’imposta. Sotto l’emendamento depositato all’art. 48-bis sull’Iva nel settore ittico.