La commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario non è riuscita a partorire una relazione unitaria per mancanza di accordo tra i gruppi. Le proposte bipartisan emerse nei giorni scorsi, a partire dall’istituzione di una procura nazionale per i reati finanziari, non hanno retto al clima di campagna elettorale. In compenso il testo della maggioranza è stato votato con 19 sì e 15 no: a favore hanno votato tutti i membri del Pd più il presidente della commissione Pier Ferdinando Casini, Paolo Tancredi (Cp), Bruno Tabacci (+Europa), Zeller (autonomie). Contro il Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia, Andrea Augello, Lega, Raffaela Bellot e Daniele Capezzone del gruppo Misto, che ha commentato: “Grazie alle assenze di centrodestra, passa la relazione del Pd. Vergogna. Il Nazareno non finisce mai?”. Gli assenti al voto sono Camilla Fabbri (Pd), Francesco Molinari (Misto), Remigio Ceroni (Fi), Antonio D’Alì (Fi), Sandra Savino (Fi), Paola De Pin (Gal).
L’ufficio di presidenza a fine mattinata ha diffuso una nota per far sapere che aveva ” constatato che il tentativo di approvazione di una relazione unitaria non incontra l’ampia convergenza tra i gruppi che era richiesta”. Di conseguenza “il presidente della commissione ha nominato come relatore il vice presidente Mauro Maria Marino”, mentre “M5S, Forza Italia, Leu, ed altri, stanno facendo pervenire alla Commissione i loro documenti”. Casini, parlando con i giornalisti, ha detto che “l’attività di vigilanza non si è dimostrata del tutto efficace” ma “spetta alle indagini dimostrare che ci sono dei ladri, dei truffatori che hanno cercato delle scorciatoie nell’illegalità per tenere in piedi i loro istituti. Loro sono i primi responsabili”. “Non si può dare in mano a risparmiatori ignari prodotti che hanno un altissimo profilo di rischio”, ha aggiunto.
“Vigilanza inefficace nel tutelare il risparmio. Serve archivio comune Consob-Bankitalia” – “La Commissione è giunta a ritenere che in tutti i 7 casi” di crisi bancarie oggetto di indagine “le attività di vigilanza sia sul sistema bancario (Banca d’Italia) che sui mercati finanziari (Consob) si siano rivelate inefficaci ai fini della tutela del risparmio”, si legge nella relazione di maggioranza illustrata da Marino, che ha spiegato: “Abbiamo individuato delle aree specifiche su cui intervenire”. In particolare la Consob, dotata di “maggiori poteri” ispettivi rispetto alla Banca d’Italia, “non pare averli utilizzati adeguatamente (avendoli attivati in due sole occasioni) né aver, di fatto, conseguito risultati significativi”. Gli interventi dell’autorità “non hanno portato all’individuazione tempestiva di quelle criticità che solo l’autorità giudiziaria ha poi accertato, quando ormai i fatti contestati si erano da tempo consumati”.
Per quanto riguarda la carente collaborazione tra la commissione e Bankitalia, una possibile soluzione viene individuata nella riforma degli articoli 4 e 5 del Testo Unico della Finanza, “prevedendo l’obbligo per ciascuna Autorità di trasmettere tempestivamente non tutto ma i verbali integrali delle ispezioni all’altra Autorità interessata”. Inoltre “a Consob spetterebbe il compito di vigilare sull’effettivo rispetto da parte della banca sul dovere di inserimento delle indicazioni di Banca d’Italia”. In questo modo “le autorità di vigilanza disporrebbero entrambe di un archivio comune sulle attività ispettive svolte e sui loro esiti” e “si ridurrebbe il potere discrezionale delle banche di eludere, nella rappresentazione dei prospetti, le prescrizioni rese dalla vigilanza con funzione prudenziale e di stabilità, sperando che l’Autorità preposta al controllo di correttezza e trasparenza (Consob) non ne sia a conoscenza”, prosegue la relazione.
Il testo parla anche della “necessità di creare un organismo pubblico di gestione delle attività deteriorate (Bad Bank) almeno a livello nazionale, sulla base di un framework europeo”. E sostiene che occorre “trovare un giusto equilibrio tra l’esigenza di aumentare la velocità dello smaltimento dei Npl e la solidità patrimoniale delle banche, evitando accelerazioni (quelle chieste dalla Bce, ndr) che potrebbero tradursi in svendite e indebolimenti patrimoniali delle banche interessate”.
M5S: “Veri responsabili politici tutti i governi a partire da Amato” – Il Movimento 5 Stelle con Carlo Sibilia ha ribadito il no al documento di maggioranza perché “non ci sono responsabilità e indennizzi per i risparmiatori. Non possiamo accettare che dopo due mesi di lavori questa sia la conclusione”. Il testo dell’M5S ribadisce “il giudizio politico negativo sul Governo di Mario Monti e sui successivi Governi presieduti da Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, come sui Governi quelli precedenti di Silvio Berlusconi, Romano Prodi, Massimo D’Alema, Lamberto Dini, Carlo Azelio Ciampi e Giuliano Amato“, ritenuti “i veri responsabili politici – sia pure in misura differente – dell’inarrestabile e crescente crisi che continua a colpire da decenni le tanti classi sociali del Paese, impoverendole a favore di pochi eletti e al di là di qualsiasi propaganda tanto strumentale quanto infondata”. E ancora: “hanno messo in serio pericolo la sicurezza dello Stato Repubblicano e del Popolo italiano, mentre avrebbero dovuto porre sapienti freni e adeguati controlli inibitori a quel sistema ormai in perenne degenerazione“.
Liberi e uguali: “Nel testo di Casini reticenze gravi” – Liberi e uguali fa sapere di aver “ribadito l’indisponibilità a sottoscrivere la relazione di Casini, che è di mediazione, non entra nel merito e presenta alcune reticenze gravi rispetto al lavoro che abbiamo fatto e che doveva essere reso pubblico”, ha spiegato Davide Zoggia, presentando la relazione di Leu, che sarà depositata in commissione d’inchiesta insieme al capogruppo, Nicola Fratoianni, al collega in commissione, Giovanni Paglia, e all’ex ministro Vincenzo Visco. La relazione di Leu riassume le vicende analizzate in commissione, compreso il caso Boschi-Etruria nel quale è risultata “evidente una continua, costante e prioritaria attenzione del governo” e avanza alcune proposte, dal tema delle competenze dei componenti dei Cda a una revisione della prescrizione per i reati finanziari. No invece all’idea di una superprocura. Per Paglia “la Consob è il grande buco nero. Ci sono evidenze che Consob sapeva e sapeva più di quello che ha ammesso”.
Le proposte trapelate nei giorni scorsi prevedevano l‘attribuzione di maggiori poteri investigativi alla Banca d‘Italia, un più efficace scambio di informazioni tra le autorità di vigilanza e l‘istituzione di una procura nazionale di coordinamento contro i reati finanziari. Forza Italia in particolare aveva proposto di istituire una commissione di vigilanza permanente sul sistema bancario e la separazione tra banche commerciali e d‘affari, mentre il Movimento cinque stelle ha rilanciato l‘ipotesi di nazionalizzare la Banca d‘Italia. Tutti i gruppi hanno suggerito possibili soluzioni per limitare il fenomeno delle porte girevoli, cioè il passaggio di personale da autorità di vigilanza a banche vigilate.