Il diretto interessato minimizza, la presidente del ‘suo’ Tribunale preannuncia approfondimenti. Continua a tenere banco la vicenda del giudice del Tribunale di Napoli Nord Giuseppe Cioffi, che si è fatto fotografare a margine di alcune iniziative di Forza Italia. Dov’è il problema? Cioffi presiede il collegio del processo che vede Aniello e Raffaele Cesaro imputati ed in carcere per concorso esterno in associazione camorristica. I due sono i fratelli di Luigi Cesaro, detto Giggino ’a Purpetta, candidato al Senato alle prossime politiche proprio con il partito di Berlusconi. Questione di opportunità, insomma. Ma anche di credibilità. Cioffi, però, rispedisce le accuse al mittente.
“Non ho mai preso parte alla convention di Forza Italia ad Ischia, mi sono solo trovato il giorno dopo a prendere un caffè con alcuni amici presso il bar dell’albergo dove si era tenuto il meeting, con le bandiere del partito che ancora non erano state rimosse” dice il giudice, dopo che la sua storia è finita su molti giornali e lo scatto incriminato sulle pagine di Repubblica. Quella foto, per Cioffi, “non dice ciò che è veramente accaduto. È stata estrapolata per attaccare me e la magistratura. La verità – spiega – è che io ero ad Ischia presso una casa privata quando si è tenuta la convention, a cui peraltro non ho assolutamente partecipato. Il giorno dopo, ricordo era domenica 15 ottobre – aggiunge – era una bellissima giornata ed ero particolarmente felice perché il Napoli aveva vinto all’Olimpico contro la Roma, ho incontrato degli amici, tra cui uno che aveva preso parte alla convention del giorno prima. Loro mi hanno invitato a prendere un caffè presso il bar dell’albergo – racconta – lì sono stato fotografato. Le bandiere c’erano, ma forse perché non erano state ancora rimosse. In ogni caso – conclude – sono sempre stato lontano dalla politica e continuerò a farlo”. Non minimizza, al contrario, la presidente del Tribunale di Napoli Nord Elisabetta Garzo, che a Repubblica dice: “Ci riserviamo valutazioni. Ciò che leggo e vedo oggi non può ovviamente lasciarmi indifferente“.
Giustizia & Impunità
Giudice del processo ai Cesaro fotografato a convention di Fi: “Non ho partecipato”. Il Tribunale: “C’è valutazione in corso”
Giuseppe Cioffi si difende: "Immagine estrapolata per attaccare me e la magistratura". Presidente Napoli Nord: "Ciò che leggo e vedo oggi non può ovviamente lasciarmi indifferente"
Il diretto interessato minimizza, la presidente del ‘suo’ Tribunale preannuncia approfondimenti. Continua a tenere banco la vicenda del giudice del Tribunale di Napoli Nord Giuseppe Cioffi, che si è fatto fotografare a margine di alcune iniziative di Forza Italia. Dov’è il problema? Cioffi presiede il collegio del processo che vede Aniello e Raffaele Cesaro imputati ed in carcere per concorso esterno in associazione camorristica. I due sono i fratelli di Luigi Cesaro, detto Giggino ’a Purpetta, candidato al Senato alle prossime politiche proprio con il partito di Berlusconi. Questione di opportunità, insomma. Ma anche di credibilità. Cioffi, però, rispedisce le accuse al mittente.
“Non ho mai preso parte alla convention di Forza Italia ad Ischia, mi sono solo trovato il giorno dopo a prendere un caffè con alcuni amici presso il bar dell’albergo dove si era tenuto il meeting, con le bandiere del partito che ancora non erano state rimosse” dice il giudice, dopo che la sua storia è finita su molti giornali e lo scatto incriminato sulle pagine di Repubblica. Quella foto, per Cioffi, “non dice ciò che è veramente accaduto. È stata estrapolata per attaccare me e la magistratura. La verità – spiega – è che io ero ad Ischia presso una casa privata quando si è tenuta la convention, a cui peraltro non ho assolutamente partecipato. Il giorno dopo, ricordo era domenica 15 ottobre – aggiunge – era una bellissima giornata ed ero particolarmente felice perché il Napoli aveva vinto all’Olimpico contro la Roma, ho incontrato degli amici, tra cui uno che aveva preso parte alla convention del giorno prima. Loro mi hanno invitato a prendere un caffè presso il bar dell’albergo – racconta – lì sono stato fotografato. Le bandiere c’erano, ma forse perché non erano state ancora rimosse. In ogni caso – conclude – sono sempre stato lontano dalla politica e continuerò a farlo”. Non minimizza, al contrario, la presidente del Tribunale di Napoli Nord Elisabetta Garzo, che a Repubblica dice: “Ci riserviamo valutazioni. Ciò che leggo e vedo oggi non può ovviamente lasciarmi indifferente“.
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Roma, 19 dic (Adnkronos) - "La Corte di Cassazione ha stabilito in maniera chiara e netta che la competenza di decidere se un Paese è o meno sicuro spetta al governo. Quindi non i singoli giudici. La conferma che il governo Meloni aveva ragione e che le sentenze con cui i giudici hanno annullato i trasferimenti in Albania dei migranti sbarcati illegalmente sulle nostre coste erano sbagliate. Cosa diranno adesso Schlein e gli altri esponenti delle opposizioni, insieme alla grancassa dei loro house organ, dinanzi a questa sentenza che decreta il loro ennesimo fallimento? Per quanto ci riguarda continuiamo ad andare avanti, consapevoli che tutta l’Europa guarda all’Italia come un modello nel contrasto all’immigrazione illegale”. Lo dichiara il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia Lucio Malan.
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "Hai fatto la cosa giusta". Così, su Twitter, Elon Musk replica al commento che Matteo Salvini aveva fatto al post del patron di Tesla sul caso Open arms.
Roma 19 dic (Adnkronos) - "I delinquenti sono quelli che vogliono Salvini in galera". Lo scrive sui social Francesco Storace.
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "Sono contento che abbiano assolto Renzi, che non finisca in galera. Io voglio vincere le elezioni perchè la gente ci dà fiducia, non perchè arrestano tutti gli altri". Lo ha detto Matteo Salvini in una diretta social.
Roma 19 dic (Adnkronos) - - "Se mi dichiareranno innocente sarò felice per i miei figli e perchè ho fatto il mio lavoro. Se mi dichiareranno colpevole sarò felice lo stesso, non mi pento assolutamente di nulla, ho difeso da immigrati clandestini e trafficanti il mio Paese. Sarebbe un problema per l'Italia e gli italiani, con un ministro che bloccava gli sbarchi condannato immaginate voi trafficanti, scafisti e delinquenti dove verrebbero e porterebbero questi disperati". Lo ha detto Matteo Salvini in una diretta social alla vigilia della sentenza del processo Open Arms.
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "Chi non rischia, chi non va oltre l'ostacolo, non va da nessuna parte. Io, da 51enne, comunque vada sarò orgoglioso di quello che ho fatto". Lo ha detto Matteo Salvini in una diretta social alla vigilia della sentenza su Open Arms.
"Se mi assolvono ho fatto il mio dovere e bye bye sinistra. In in caso di condanna ricorreremo in appello, la riterrei una profonda ingiustizia e un danno non a me ma al Paese", ha spiegato il ministro dei Trasporti proseguendo: "Mi stanno arrivando migliaia di messaggi, ho preso l'aereo e tanti ragazzi mi hanno detto non mollare, bravo. Sono felice".
"Paura zero, mi sento come la canzone di Venditti 'Notte prima degli esami', mi sento orgoglioso e felice di quello che ho fatto. Domani è la sentenza di primo grado, poi c'è l'appello e la Cassazione. Tolgo qualche gioia a chi mi augura il male, se mi condannano farò ricorso e continuerò a fare il mio lavoro", ha proseguito Salvini.
Roma, 19 dic (Adnkronos) - "A me pare di poter dire, non temendo di essere smentita, che senza Nino Andreatta i cattolici democratici, dopo il terremoto della Prima Repubblica e il tracollo della Dc, probabilmente non avrebbero maturato la scelta del centrosinistra. E soprattutto che senza di lui non avrebbe visto la luce l’Ulivo, che io considero davvero una grande 'invenzione' politica". Lo ha detto Anna Ascani, cicepresidente della Camera e deputata dem, intervenendo alla presentazione del numero della rivista 'Arel' su Nino Andreatta.
"E non parlo di forma, di contenitore, ma di idealità, della possibilità che Andreatta e altri videro e perseguirono, di unire le culture popolari e riformiste di centro e di sinistra chiudendo la lunga stagione che le aveva viste contrapposte e, ancora più importante, di consentire attraverso la 'contaminazione' tra cultura cattolico-democratica, socialista, laica, ambientalista la nascita del Partito democratico. Non sarei qui oggi, non saremmo qui in tanti, senza la visione di Nino Andreatta e di chi allora credette in quella scommessa", ha aggiunto.