Questa mattina sull’aereo Berlino-Bruxelles mi trovo tra le mani una copia del giornale Le Soir (22 gennaio 2018), giornale belga in lingua francese. In ultima pagina trovo un trafiletto che attira la mia attenzione dal titolo: “Les élections tuent l’italien” (“Le elezioni uccidono l’italiano”). Intervista a Claudio Marazzini, presidente dell’Accademia della Crusca, che in poche righe di virgolettato si lamenta degli slogan della campagna elettorale italiana non supportati da un ragionamento completo. Giusto dico io, bravo Claudio. Il presidente Marazzini cita anche i due slogan incriminati, giustamente virgolettati anch’essi: “Aiutiamoli (les immigrés) a casa loro” e “Prima gli italiani”. Purtroppo senza citare chi o almeno quale parte politica proferisce questi slogan. Ma continuo fiducioso nella lettura confidando che tale informazione arriverà presto.
Dopo una breve domanda di approfondimento del giornalista nel rigo seguente Marazzini, sempre virgolettato, si lamenta del fatto che stanno uccidendo la lingua italiana. Ma sempre senza nomi e senza entrare nello specifico. Chiuse le virgolette. Finalmente arriva la prosa del giornalista a fare chiarezza: tra i principali accusati di tutto questo, colpevole per uso scorretto dei congiuntivi, Luigi Di Maio, candidato premier del M5S. E gli slogan razzisti di destra? Il dubbio plana su Bruxelles, come d’altronde il mio aereo. Articolo e viaggio finiscono senza l’identità di chi pronuncia gli slogan razzisti citati da Marazzini.
Mettetevi nei panni di un normale lettore belga che non conosce la politica italiana. Il messaggio finale dell’articolo è: M5S ignorante e razzista. Leggendo l’articolo, infatti, sembra proprio che anche gli slogan di estrema destra vengano proferiti da Di Maio. Che non li ha mai pronunciati ovviamente. Questo si chiama scambio di persona o di slogan? Oppure disinformazione spudorata?
Ma non è finita. Mi accorgo che l’intervista al presidente dell’Accademia non è originale ma una ripresa tagliuzzata da La Stampa. Titolo: “Le elezioni uccidono l’italiano. E il campione è il M5S”. Le virgolette sono tali e quali, non le ho aggiunte io. Ma è mai possibile che il presidente dell’Accademia della Crusca sia angosciato per la morte della lingua italiana a causa di una campagna elettorale? Nient’affatto. Ho contattato personalmente Marazzini che denuncia il fatto di non aver mai proferito il titolo dell’articolo: “Quel titolo è stato un lancio piuttosto artificioso che ha amplificato i miei argomenti. Figuriamoci se l’italiano può morire per una campagna elettorale! Sono gli italiani che, semmai, sono privati di un diritto, e scivolano sempre più verso la disinformazione”.
Sottoscrivo in pieno, caro presidente: ora Le Soir e La Stampa faranno pubblica ammenda e/o correggeranno il tiro? O lasceranno correre? Vedremo. In conclusione, peggio i congiuntivi sbagliati oppure lo scambio di slogan e di virgolettati?