Sondaggi, la “quarta gamba” di Fitto e Formigoni vicina al 3%: spinge il centrodestra. M5s primo ma in calo
I dati Emg per il TgLa7 danno alla coalizione di Berlusconi, Salvini e Meloni un massimo di 300 seggi. Ma c'è il fenomeno di "Noi con l'Italia" in crescita verso la soglia di sbarramento per avere eletti in Parlamento. I Cinquestelle primo partito, ma giù di mezzo punto. Centrosinistra ingessato, Liberi e Uguali in crisi
Cinquestelle primi ma in leggera caduta, Pd in lieve ripresa, centrodestra in calo ma sempre abbondantemente sopra il 37 per cento. La situazione politica, secondo il sondaggio settimanale di Emg-Acqua per il TgLa7, resta più o meno ingessata. L’unico fatto nuovo, forse, è che per la coalizione largamente in vantaggio – quella di centrodestra – c’è un contributo che potrebbe essere decisivo di Noi con l’Italia, la cosiddetta quarta gamba dell’alleanza, formata da ex di Alfano, ex berlusconiani di varia natura ed ex leghisti. La lista guadagna un altro decimale e ora sfiora il 3 per cento. Questo potrebbe avere un significato soprattutto in Parlamento.
Durante l’illustrazione del sondaggio, nel corso del tg, per errore è comparso solo il quadro delle proiezioni dei seggi per il centrodestra. E qui c’è la conferma che una crescita di Noi con l’Italia (che candida figure come Formigoni in Lombardia e Fitto in Puglia, per dirne un paio) potrebbe essere forse decisiva. Attualmente, secondo Emg, il centrodestra potrebbe arrivare a un massimo di 300 deputati, quindi ne mancherebbe poco più di una quindicina per avere la maggioranza assoluta.
Non si può dire che gli alleati del Pd abbiano lo stesso effetto. Il Pd in una settimana riprende un po’ fiato e torna sulla linea del 24 per cento, ma tutto intorno non si muove foglia. Sono tutti stabili, molto lontani dal 3 per cento: Insieme, CivicaPopolare, PiùEuropa. In totale l’alleanza di centrosinistra sfiora il 29.
In questo scenario il Movimento Cinque Stelle è ancora il primo partito, ma paga negli ultimi 7 giorni mezzo punto, fino a riposizionarsi a un più “normale” 26,5. La tendenza in calo contraddistingue anche il periodo di Liberi e Uguali che torna pericolosamente sotto al 6. Le altre liste tutte insieme totalizzano l’1,6: qui dentro ci sono, per esempio, Potere al Popolo e CasaPound.
Uno schema del tutto fluido se si pensa che gli indecisi sono stimati al 14 per cento: una fetta di elettorato che pare intenzionato a scegliere, ma ancora deve decidere cosa. L’astensione è logorata di un punto nell’ultima settimana: oggi andrebbe a votare il 68,2 per cento degli aventi diritto.