“Arrivando qui molti di voi mi ha chiesto un parere sulle liste. Noi non possiamo fare quel lavoro, a Parlamento sciolto non abbiamo quel potere d’inchiesta. Io posso dire che il consenso cattivo delle mafie pesa di più quando viene meno il consenso buono dei cittadini. L’auspicio è che le liste siano state fatte pensando al consenso buono, altrimenti siamo ancora in tempo per rifiutare il consenso delle mafie”. Lo ha detto Rosy Bindi, presidente della Commissione Antimafia, durante la presentazione della ‘Carta di Milano – Dieci tesi per la lotta alle mafie del XXI secolo’ a Roma: “L’auspicio è che le forze politiche abbiano scommesso sul consenso buono”.

Poi la Presidente Bindi, che come già annunciato non si ricandiderà per il prossimo parlamento parla del lavoro di questi cinque anni di lotta alle mafie: “C’è una crisi culturale nell’antimafia di oggi. Questi anni passeranno alla storia come ‘gli anni della crisi dell’antimafia’, perché in troppi: magistrati, giornalisti, politici, eroi e simboli dell’antimafia si sono lasciati contaminare da comportamenti impropri. La crisi vera nasce da quella che viene chiamata ‘la testa rivolta al passato’, cioè siamo organizzati benissimo per combattere una mafia che forse abbiamo già sconfitto, mentre non siamo altrettanto preparati a combattere le mafie di oggi. Occorrono – conclude Bindi – non eroi ma cittadini responsabili.

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