Elezioni, litigi in Puglia per le liste dentro Pd e centrodestra. Ma indagati, imposti dall’alto e transfughi sono bipartisan
I dem tarantini e del nord barese arrabbiati. A Lecce, Forza Italia chiede le dimissioni del coordinatore regionale Luigi Vitali. Gli indagati? Ci sono da entrambe le parti: il Pd schiera Francesco Spina, già nel centrodestra, dall'altra parte ci sono il fittiano Zizza, il leghista Marti e l'ex sindaco Perrone. E trovano posto anche l'ex miss molisana Tartaglione, Elvira Savino e Licia Ronzulli. Mentre nel Basso Salento è lotta tra big per il seggio del Senato: D'Alema sfida Bellanova e Lezzi
Alla fine si lamentano tutti, dal nord al sud della regione. Con il rischio che il Pd tarantino, per esempio, non ci metta il massimo dell’impegno perché sotto le ciminiere dell’Ilva hanno candidato un barese. E lo stesso problema potrebbe averlo Forza Italia nel Salento, dopo la durissima lettera firmata dai consoli azzurri contro il coordinatore regionale Luigi Vitali. Una situazione magmatica quella della Puglia, dove sorridono in pochi dopo la chiusura delle liste. Tra presenze ritenute imbarazzanti come quella di Domenico Scilipoti, ripescaggi di volti noti – vedi alla voce Gabriella Carlucci – ed ex miss trasferite in regione, mentre nelle liste non mancano riciclati e persone sono inchiesta.
Convertito sotto inchiesta – Un nome per tutti: Francesco Spina, in corsa per un posto da deputato con il Pd nel collegio uninominale di Molfetta. La sua è una lunga carriera da ex, essendo transitato per Ccd, Forza Italia, Udc ed essere stato coordinatore de La Puglia prima di tutto, la lista nella quale compariva la escort Patrizia D’Addario. Convertito alla parrocchia dem vicina a Michele Emiliano, Spina – recentemente scelto nel cda di Innovapuglia, società che gestisce i grandi appalti – è anche ex sindaco di Bisceglie. Per una mossa risalente all’epoca in cui era primo cittadino, oggi è sotto inchiesta per abuso d’ufficio, falso ideologico e falso materiale. Secondo i pm, nominò un dipendente con la terza media come responsabile di due uffici comunali e, in seguito, capo dell’ufficio di Gabinetto del Comune. Ma in organico ci sarebbero state già altre figure qualificate per il ruolo. Per quell’incarico, il dipendente ha percepito 297mila euro in dieci anni.
I catapultati (e i locali si arrabbiano) – Più nutrita la pattuglia di chi cercherà fortuna in Puglia provenendo da fuori regione e di chi è stato trasportato da una provincia all’altra per avere maggiori chance di elezione. Sabato ad insorgere era stato il Pd di Taranto al grido di “no ai baresi”. Il casus belli è quello di Ubaldo Pagano, segretario provinciale di Bari che guiderà il listino proporzionale alla Camera al posto dell’uscente Ludovico Vico. E proteste sono piovute anche dal Nord Barese per la candidatura di Colomba Mongiello al posto di Liliana Ventricelli. Non se la passa meglio Forza Italia nel Salento. Il coordinamento provinciale, con in testa il segretario Paride Mazzotta e Adriana Poli Bortone, hanno scritto una lettera di fuoco per chiedere le dimissioni del coordinatore regionale ed ex sottosegretario Luigi Vitali, reo di aver “utilizzato” il partito “per fini personali”. Lamentano scarsa espressione del territorio, insomma. E in effetti, a parte l’ex fittiano Rocco Palese che ha spuntato un seggio a Casarano, nel listino proporzionale che comprende il Salento i posti sicuri sono per Elvira Savino, barese, e il napoletano Elio Vito. Al Senato, invece, ecco spuntare in entrambi i listini Licia Ronzulli: pur vantando origini pugliesi, la principale assistente di Silvio Berlusconi, tirata in ballo come Savino nell’inchiesta sulle cene eleganti, è da sempre residente a Milano. Un posto probabile è stato assegnato anche a Vincenza Labriola, l’ex M5s tarantina convertitasi al berlusconismo, che compare in seconda posizione alla Camera nel collegio Brindisi-Monopoli alle spalle di Mauro D’Attis, brindisino “caldeggiato” da Antonio Tajani. Ad Andria, invece, gli elettori di Forza Italia dovranno digerire la presenza di una molisana, Annaelsa Tartaglione, ex aspirante Miss Italia e passata per l’ufficio politico di Nunzia De Girolamo. Torna in corsa, ma in quota ‘quarta gamba’, anche un altro volto noto del centrodestra, Gabriella Carlucci, candidata per un posto da deputata in seconda posizione in tutti i collegi plurinominali.
Il seggio più combattuto –Chiuse le schermaglie delle liste, la Puglia diventerà uno dei terreni più caldi della campagna elettorale tra Ilva e Tap. Il governatore Michele Emiliano, deve sostanziare nelle urne la propria leadership dopo aver ottenuto il presidio delle candidature nella sua terra mentre Renzi monopolizzava tutto il resto. Fitto conta di piazzare qui il suo miglior risultato nazionale e il centrodestra non può permettersi scivoloni in una terra tradizionalmente ricca di soddisfazioni. Anche per questo, i Cinque Stelle hanno ricandidato tutta la pattuglia degli uscenti e propongono alcuni nomi forti come Giuseppe D’Ambrosio e Barbara Lezzi nell’uninominale. Alla senatrice salentina spetterà uno dei compiti più difficili nel collegio Nardò-Gallipoli: sarà la terza incomoda nella sfida tra Massimo D’Alema, in corsa a casa sua ma senza paracadute, e il viceministro dello Sviluppo economico, Teresa Bellanova. Senza dimenticare l’ex sindaco di Otranto, Luciano Cariddi, che dopo aver passato il testimone al fratello per la guida del Comune, è stato scelto per sparigliare le carte nella lotta al seggio più caldo d’Italia.