Roberta Capoccioni, donna di fiducia di Roberta Lombardi, è appesa all'unico voto mancante per deciderne la caduta, dopo la fuoriuscita di 4 membri della maggioranza pentastellata. Un inciampo che rischia di gettare cattiva luce sulla campagna per la Pisana
La minisindaca M5S a un passo dalla sfiducia nella roccaforte di Roberta Lombardi. Proprio adesso che c’e’ la corsa alla Regione. Rischia di creare non pochi problemi la profonda crisi di maggioranza nel Municipio III Montesacro di Roma. Il parlamentino nelle prossime ore potrebbe vedere capitolare la presidente Roberta Capoccioni, donna di fiducia della candidata pentastellata alle elezioni regionali del Lazio, oltre che del presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito. Sarebbe un bis per il MoVimento romano, dopo le dimissioni dell’anno passato di Paolo Pace nel Municipio VIII Garbatella. La mozione di sfiducia è pronta da una settimana ed è stata firmata dai consiglieri d’opposizione e da quattro fuoriusciti della maggioranza. All’appello, tuttavia, manca una tredicesima firma: quella di Cristiano Bonelli – ex presidente del Pdl fra il 2008 e il 2013 ed eletto con la Lista Marchini – che sta “riflettendo e ascoltando il territorio”. Bonelli, vicino al senatore uscente Andrea Augello (non ricandidato da Forza Italia) e all’aspirante consigliera regionale azzurra, Roberta Angelilli, scioglierà la riserva solo nella giornata di giovedì.
CAPOCCIONI APPESA A UN FILO, EX DI ALEMANNO TENTENNA
Dopo il primo strappo registrato nel settembre scorso con il passaggio in Fratelli d’Italia della consigliera grillina Donatella Geretto, a dicembre hanno salutato anche Francesca Burri, Donatella Di Giacinti e Valerio Scamarcia, transitati nel Misto insieme a Bonelli che nel frattempo aveva abbandonato il desaparecido Marchini. Il casus belli si è materializzato a causa di una manovra “poco ortodossa” della minisindaca, che durante un consiglio municipale ha “sequestrato” un emendamento al Bilancio firmato da maggioranza e opposizione per portarlo in Commissariato, scatenando la rabbia del presidente d’Aula, Mario Novelli. Poco dopo Novelli si è dimesso dal suo ruolo (ma non dal movimento). Nelle settimane a venire, i consiglieri hanno prima eletto un nuovo presidente, il meloniano Vincenzo Di Giamberardino, e hanno poi lavorato per costruire la mozione di sfiducia. “Non dovendo rispondere a nessuno – spiega Bonelli, contattato da IlFattoQuotidiano.it – mi sono sentito libero di parlare con i miei elettori. Ho creato gruppi su whatsapp e messenger, sto incontrando cittadini e ascoltando pareri. Deciderò da solo. Sto ricevendo pressioni da tutti, maggioranza e opposizione. Qualcuno dice che voglio una poltrona da assessore o una candidatura? Vedremo dopo a mia scelta se le loro ipotesi si verificheranno”.
SFIDUCIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE
Nei giorni scorsi Roberta Capoccioni ha minacciato, con un post su Facebook, di denunciare i consiglieri che hanno firmato la mozione di sfiducia. Tredicesima firma a parte, però, il pallino è nelle mani dell’opposizione. “Aspettiamo con serenità la decisione di Cristiano – spiega Francesco Filini di Fratelli d’Italia – una volta completata la sottoscrizione, la conferenza dei capigruppo dove il M5S ormai è minoranza chiederà al presidente di convocare la seduta del Consiglio municipale alla prima data utile, ovvero al decimo giorno trascorso dalla data di protocollo sulla mozione. A quel punto, il Campidoglio sarà costretto a indire nuove elezioni in primavera, mandando a voto il nostro municipio insieme all’VIII Garbatella”. Sempre che Bonelli non decida, in extremis, per un clamoroso appoggio esterno ai pentastellati. “Per come hanno trattato Andrea (Augello, ndr), Forza Italia e il centrodestra se lo meriterebbero”, afferma l’ex minisindaco alemanniano.