L’Italia torna alla carica sull’Agenzia del Farmaco. A due giorni dalla notizia che Amsterdam non è pronta ad ospitare l’Agenzia del Farmaco, continua la spinta delle istituzioni per tentare di portare a Milano la sede, persa con un sorteggio finale, presentando un ricorso all’Europa. Il premier Paolo Gentiloni dice che sono necessarie delle verifiche “delle informazioni forse incomplete nel dossier di Amsterdam”, ma l’Olanda replica che “un edificio temporaneo è sempre stato parte della nostra offerta”. Anche Bruxelles ricorda all’Italia gli impegni presi e prende le distanze da un dibattito “che sa molto di campagna elettorale”.
Sono due i ricorsi ricevuti dai giudici europei per l’impugnazione dell’assegnazione: uno è dell’Italia alla Corte di giustizia dell’Ue con la richiesta di annullare la decisione del Consiglio Ue, l’altro del Comune di Milano davanti al Tribunale dell’Ue, anche in questo caso con la richiesta di annullamento della decisione del Consiglio. Di fronte alle due iniziative è intervenuto il ministro della Salute olandese Bruno Bruins: “Accolgo con favore chiunque voglia venire ad Amsterdam per vedere tutto ciò che stiamo facendo per assicurare un’ordinata transizione dell’Ema”.
“L’Olanda è stata scelta come nuova sede dell’Ema in modo giusto e onesto, basato su una procedura concordata da tutti gli Stati membri. Qualsiasi passo facciamo nel progetto di ricollocazione è in stretto contatto con l’Agenzia. Un edificio temporaneo è sempre stato parte della nostra offerta“, ha aggiunto Bruins. L’edificio temporaneo finito al centro delle polemico viene descritto dal ministro come “completamente funzionale agli spazi di uffici richiesti e – ha aggiunto – nella stessa location si trova il centro conferenze. Oltre a questo, stiamo costruendo un nuovo palazzo, specialmente disegnato per rispondere ai requisiti dell’Ema per i decenni a venire”, ha concluso Bruins.
Gentiloni: “Verificare informazioni nel dossier”
“Io penso che dobbiamo provarci, sapendo che l’Ema è importantissima, presidia la qualità dei farmaci, che c’è stata una gara tra 27 Paesi e due sono arrivati primi: Amsterdam e Milano e poi c’è stato il sorteggio. È emerso – aveva detto il premier Paolo Gentiloni intervenendo a Uno Mattina – negli ultimi giorni che ci sono delle informazioni forse incomplete nel dossier di Amsterdam e abbiamo il dovere di verificare se questo è vero. La partita non è chiusa, non dobbiamo farci illusioni tuttavia che sia facile riaprirla perché ci sono delle procedure che sono state seguite”.
Il ricorso dell’Italia: “Non corrispondenza alla realtà dei fatti”
“La non corrispondenza alla realtà dei fatti a quanto rappresentato nell’offerta non può non riverberarsi sulla validità della decisione finale” si legge nel ricorso del governo. Il documento, come riporta l’Ansa, poggia su un motivo unico di ricorso: “Sviamento di potere per difetto di istruttoria e travisamento dei fatti”. Nella parte dedicata ai “dubbi circa la rispondenza della scelta di Amsterdam rispetto ai criteri approvati”, il ricorso prospetta che “risulterebbe, in particolare, non soddisfatto il primo requisito, vale a dire la garanzia che l’Agenzia potrà essere operativa e completamente funzionante dalla data di uscita del Regno Unito dall’Unione europea (30 marzo 2019), tenuto conto dell’esigenza di spazi e soluzioni logistiche adeguate per gli uffici, le sale riunioni, gli archivi e gli appropriati standard di sicurezza delle infrastrutture”. Inoltre “risulterebbe non rispettato il quinto requisito, concernente la continuità funzionale dell’Agenzia, in particolare garantendo una transizione rapida e senza soluzione di continuità nella nuova sede”. Uno “stato di cose” che “giustifica il dubbio che la scelta dell’offerta presentata da Amsterdam sia il frutto di una rappresentazione della situazione di fatto non corrispondente al vero o, quanto meno, di un’istruttoria carente e lacunosa”. Il ricorso, predisposto dall’Avvocatura dello Stato per conto del governo, è firmato da Gabriella Palmieri in qualità di Agente del governo, dal vice avvocato generale dello Stato Sergio Fiorentino e dall’avvocato dello Stato Carla Colelli. L’atto è stato depositato in via telematica ieri sera poco dopo le 22 e si compone di 18 pagine e di una serie di documenti allegati.
Anche Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, è favorevole al fatto che venga rivista la scelta, “le vicende sono andate come sono andate, il governo si sta muovendo col Comune di Milano per vedere come, nell’ambito delle regole europee, si possa aprire uno spiraglio“. Aggiungendo che “Milano è assolutamente pronta, e a livello più elevato possibile di qualità dell’offerta di servizi, per l’accoglienza di un’istituzione internazionale. Oggettivamente, merita l’assegnazione dell’Ema ed è una soddisfazione per Milano dire che noi siamo pronti e altri no“.
“Sono preoccupato perché l’Agenzia del farmaco è fondamentale per la tutela della salute dei cittadini e sapere che da marzo la sede non sarà pronta significa mettere a rischio la salute di tutti i cittadini, non solo quelli di Amsterdam” afferma Roberto Maroni, governatore della Regione Lombardia, ai microfoni di ‘6 su Radio 1’. “Quando ci si accorge di aver fatto un errore, pur nel rispetto delle procedure, bisogna intervenire – sostiene il presidente – Può farlo il Parlamento europeo e la Commissione. Bisognerebbe riprendere in mano il dossier; a novembre c’era il rischio che Amsterdam non fosse pronta, ora c’è la certezza”. “Io non faccio tanto affidamento sulla Corte di Giustizia, perché le procedure sono state rispettate quindi non c’è stato dolo – precisa Maroni -. Serve far ricorso per porre la questione sul tappeto, ma quello che è più importante è l’azione che il Governo italiano deve fare. La questione è al 99% politica e all’1% giurisdizionale”.
Commissario Ue: “Chiedete al Parlamento europeo”
Sono spiacente, ma io personalmente non sono parte del dibattito elettorale italiano, né lo è la Commissione. La decisione del Consiglio è stata presa e noi seguiamo questa decisione: l’Ue è basata sullo Stato di diritto. Per favore, chiedete al Parlamento europeo o al Governo italiano: non sta alla Commissione prendere parte in un dibattito che è molto vicino alla campagna elettorale italiana“. Il commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis, in conferenza stampa a Bruxelles, ha così messo i punti sulle i rispetto ai ricorsi presentati dall’Italia e dal Comune di Milano.
La procedura di voto per decidere la nuova sede dell’Ema “è stata approvata dai 27 capi di Stato e di governo dell’Ue” e “gli Stati membri si erano impegnati in anticipo a rispettarne l’esito”, hanno poi commentato fonti Ue all’Adn Kronos. Nella procedura si leggeva che “la decisione verrà presa con un procedimento di voto, il cui risultato gli Stati membri si impegnano in anticipo a rispettare”. Il ricorso dell’Italia, tra l’altro, si basa però sul fatto che il requisito della garanzia che l’Ema possa essere operativa e funzionale dal 30 marzo 2019 “risulterebbe non soddisfatto” dalla soluzione individuata dalle autorità olandesi (una sede temporanea, lo Spark Building, in attesa che venga completato il Vivaldi Building, la sede definitiva, che non sarà pronta entro il 30 marzo 2019, come già comunicato dagli olandesi e certificato dalla Commissione il 30 settembre 2017). Inoltre, non sarebbe rispettato neppure il quinto requisito, “concernente la continuità funzionale dei compiti dell’agenzia, in particolare garantendo una transizione rapida e senza soluzione di continuità nella nuova sede”. Stato di cose che, per l’Italia, “giustifica il dubbio che la scelta dell’offerta presentata da Amsterdam sia il frutto di una rappresentazione della situazione di fatto non corrispondente al vero o, quanto meno, di un’istruttoria carente e lacunosa”.
E Parlamento europeo farà sopralluogo
“Abbiamo chiesto di fare una visita con la Commissione ambiente presso i locali temporanei e definitivi che il governo olandese ha messo a disposizione per la sede dell’agenzia europea del farmaco” fa sapere Giovanni La Via, Relatore per la commissione ambiente del Parlamento europeo della proposta sulla sede dell’Ema. “Io ho fatto la richiesta formale oggi all’ambasciatore olandese e organizzeremo nei prossimi giorni o nelle prossime settimane un sopralluogo”. L’europarlamentare ha poi aggiunto che “al Parlamento europeo è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti” in Commissione e che “ne sono stati presentati poco più di 50, alcuni che riguardano la sostituzione di Amsterdam con Milano e altri che riguardano città francesi”, ma “potrebbero esserci anche proposte di altri Paesi”. La Via ha poi sottolineato che “ci sono anche degli emendamenti che richiedono una garanzia che nella scelta della sede venga garantita l’operatività dell’Ema” e sono tra quelli “più importanti”, in quanto “il nostro primo obiettivo è garantire la funzionalità dell’agenzia”.