Attivato solo ora lo strumento previsto dalla legge di Stabilità per il 2016. Possono chiederla al Comune in cui risiedono i nuclei con un Isee fino a 30mila euro. Garantirà riduzioni dal 5 al 20% sui prezzi di alimentari, cartoleria, medicine, abbigliamento, bollette, ristorazione, musei, centri sportivi, alberghi. A patto che negozi e esercizi aderiscano
Qualche dubbio sul suo funzionamento c’è ancora, ma per lo meno ne è stata sbloccata l’introduzione. Si tratta della Carta famiglia, la cui istituzione fu approvata dal Parlamento con un emendamento alla legge di Stabilità 2016. Una serie di ritardi ne ha rimandato l’avvio, ma il 9 gennaio scorso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo emanato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali il 20 settembre. Da febbraio potranno richiedere la Carta famiglia al Comune in cui risiedono i nuclei con almeno tre figli minorenni e con un Isee fino a 30mila euro. Sono previsti sconti su molti beni e servizi erogati da soggetti pubblici e privati aderenti. Si va da prodotti alimentari, medicinali, bollette di luce e acqua, soggiorni in hotel e corsi di formazione.
L’AVVIO DOPO I RITARDI – La Carta famiglia esiste in diversi Paesi Europei. In Francia, per esempio, dal 1970. In Italia, dopo la legge di Stabilità 2016, bisognava predisporre un regolamento entro il 31 marzo 2016, per stabilire come i Comuni dovessero distribuirla. La verità è che ci sono voluti un paio d’anni per arrivare al decreto attuativo e ora, perché si passi dalle domande all’effettivo funzionamento, occorre che vengano sottoscritte convenzioni e protocolli con i soggetti pubblici o privati, di rilevanza nazionale, regionale o locale, che aderiranno all’iniziativa.
PER CHI E’ E COME RICHIEDERLA – La Carta, che ha validità biennale, può essere rilasciata a nuclei familiari italiani e stranieri residenti in Italia con almeno tre componenti minorenni (anche figli in affidamento) e con Isee non superiore a 30mila euro. Non va confusa con la Social card, che è una carta acquisti. La domanda va presentata al Comune di residenza insieme alla Dichiarazione sostitutiva unica che attesa il possesso dell’Isee. Ai beneficiari che ne hanno diritto sarà rilasciato un tesserino cartaceo, con il logo del Comune emittente sul retro, che sarà intestato al genitore che ne avrà fatto richiesta. La tessera non potrà essere ceduta. I costi di emissione, fissati dal Municipio, saranno pagati dal richiedente. Per usufruire delle agevolazioni nell’acquisto di beni e servizi occorre esibire la Carta famiglia nei negozi e nelle strutture pubbliche e private convenzionate, insieme a un documento di identità valido.
COME FUNZIONA – Perché il sistemi sia attivato concretamente, però, dovranno essere attivate delle convenzioni con le realtà che vorranno aderire a livello nazionale, regionale e locale da parte del Ministero del Lavoro, delle Regioni e dei Comuni. Enti pubblici e negozi interessati potranno aderire offrendo riduzioni e agevolazioni. Saranno riconoscibili da un bollino con la dicitura ‘Amico di famiglia’ se offriranno sconti pari o superiori al 5 per cento rispetto ai prezzi di listino o con la dicitura ‘Sostenitore della famiglia’ se la riduzione sarà pari o superiore al 20 per cento. A giorni sarà online un’apposita piattaforma tramite la quale enti pubblici e i negozi potranno fare richiesta dei bollini da esibire insieme al logo della card. Sul sito istituzionale del Ministero del lavoro sarà inoltre creata una specifica sezione con tutte le informazioni su come si emette la Carta.
Gli sconti possono riguardare i beni alimentari (prodotti alimentari, bevande analcoliche), i beni non alimentari (prodotti per la pulizia della casa, per l’igiene personale, articoli di cartoleria e di cancelleria, libri e sussidi didattici, medicinali, prodotti farmaceutici e sanitari, strumenti e apparecchiature sanitari, abbigliamento e calzature), i servizi (fornitura di acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili per il riscaldamento, raccolta e smaltimento rifiuti solidi urbani, servizi di trasporto, servizi ricreativi e culturali, musei, spettacoli e manifestazioni sportive, palestre e centri sportivi, servizi turistici, alberghi e altri servizi di alloggio, impianti turistici e del tempo libero, servizi di ristorazione, servizi socioeducativi e di sostegno alla genitorialità, istruzione e formazione professionale).