Polemica vivace a Otto e Mezzo (La7) tra il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, e Tommaso Cerno, condirettore uscente di Repubblica e candidato Pd al Senato (in Friuli Venezia Giulia al proporzionale e a Milano nell’uninominale). Scanzi snocciola alcuni punti del curriculum di Cerno, in contraddizione con la decisione di candidarsi con Renzi: “E’ vero che solo gli stupidi non cambiano idea, ma se io guardo il tuo percorso giornalistico e anche politico scopro che 20 anni fa ti eri candidato con An. E hai dichiarato che lo hai fatto per Pasolini. Perdonami, ma candidarsi in An per Pasolini è come prendere un disco di Pupo perché ti piace l’heavy metal. Poi hai lavorato con Udeur, che vuol dire Mastella”. E continua: “Dai tutta la vita per i diritti civili, cosa straordinaria, sei stato direttore del Messaggero Veneto, in verità quasi filo-grillino, e come direttore dell’Espresso fai una prima pagina il 5 marzo 2017 col titolo “Giglio nero” su Renzi, sul suo cerchio magico, sul padre Tiziano e su Verdini. Adesso, dopo aver scritto anche un libro in cui dicevi che i prodromi del fascismo arrivavano tanto a Renzi quanto a Grillo, cosa ti ha folgorato di Matteo Renzi e del Pd?”. Cerno risponde: “E’ una bellissima domanda, perché tocca con una certa superficialità punti importantissimi della mia vita. A 20 anni, quando iniziai a fare il giornalista, presentai un progetto culturale per dare a un teatro il nome di Pasolini. L’unico partito che accettò quel progetto fu An, con cui io non avevo avuto alcun rapporto”. “Vabbè, ti sei candidato con loro”, replica Scanzi. L’ex direttore dell’Espresso ribatte: “Ho fatto un’azione per portare dentro una istituzione una proposta, esattamente il contrario che dirla per strada e non farla. E questa battaglia ideale mi ha cambiato la vita. Riguardo alla mia candidatura, L’unico partito che ha il coraggio di chiamarsi partito in Italia è il Pd, che ha due parole nel simbolo. Io, che ho sempre amato le parole, dico che il coraggio di dire partito, prendere parte, non volere avere ragione, sono più importanti di tutto”. “Ma cosa è cambiato rispetto a un anno fa, quando parlavi di Giglio nero?”, chiede la firma del Fatto. “Se fosse vero che Renzi vuole un partito dove tutti la pensano come lui, io non sarei candidato”, è la risposta di Cerno. E Scanzi commenta: “No, tenendo conto del modo in cui ha fatto le liste, faccio fatica a immaginare quello che dici tu. Non ci dire che adesso improvvisamente il Pd è tollerante alle critiche”