Dove il dossier non bastava arrivava una lettera di garanzia di due ministri del governo olandese. Inviata un mese dopo la candidatura di Amsterdam ai segretari segretari di Consiglio e Commissione europea. Per quale motivo? Per garantire quel che oggi non appare più scontato: che l’Olanda avesse le carte in regola per ospitare la sede dell’Agenzia europea del Farmaco, quella famosa “Ema” in fuga da Londra causa Brexit aggiudicata ai dadi ad Amsterdam dopo un beffardo spareggio con Milano. E qui viene il bello. Perché a distanza di due mesi dall’aggiudicazione, vissuta come uno smacco dall’Italia e non senza polemiche, vien fuori che quel dossier era a dir poco impreciso se non proprio “farlocco”: prospettava un trasloco senza traumi in una sede provvisoria che desse continuità operativa per i 900 dipendenti dell’Agenzia, in vista della costruzione della sede definitiva da ultimare entro il 1 ottobre 2019, termine ultimo per il trasloco. Nel dossier, sotto il titolo “Continuity”, c’è la foto Edith Schippers, titolare del dicastero della Salute d’Olanda, che ci aveva messo la faccia: 19 pagine su 86 erano dedicate a un palazzo di altrettanti piani tutt’ora inesistente. Neppure una pietra. Il Vivaldi Building, 85 metri di altezza nel quartiere Ziudas. La sede non sarà pronta entro il 30 marzo 2019, data in cui Ema doveva essere “operativa e funzionale”. E ampiamente insufficiente è il building alternativo che dovrebbe garantire continuità di lavoro ai 900 dipendenti dell’Agenzia, in vista della realizzazione della sede definitiva. A rilevarlo, accendendo le polemiche, è stato tre giorni fa Guido Rasi, l’italiano a capo dell’Ema, che ha denunciato che “la sede non è pronta. La location temporanea è inadeguata e farà crescere le spese”.
In sostanza l’Olanda sarebbe venuta meno ai requisiti di operatività e continuità che erano essenziali per la candidatura di tutte e 19 le città in corsa. Sui quali, ecco il punto, pare che l’Olanda abbia fatto davvero carte false. L’Italia ha colto al balzo l’assist del tecnico ex campione di nuoto: Milano e Roma depositano due ricorsi finalizzati a rovesciare, se mai fosse possibile, il verdetto a favore del Belpaese. Entro marzo infatti l’Europarlamento dovrà ratificare il voto dei 27 che ha Stati che aveva portato allo spareggio tra le due città. E qui entra in campo la politica con la P maiuscola, con il governo olandese impegnato a garantire il rispetto degli impegni e quello italiano che accusa i rivali di aver “giocato sporco”, affidandosi ad avvocatura e diplomazia.
Certo non fa una bella figura la ministra che ci mise la faccia. Edith Schippers il 28 luglio 2017, cioè un mese dopo la candidatura, aveva scritto di suo pugno una lettera ai segretari di Consiglio e Commissione europea.
La lettera non è di immediato reperimento perché allegata al dossier sotto la dicitura “documenti supplementari”. Come fosse secondaria. E invece oggi rischia di diventare sostanziale. Perché in quella missiva protocollata e firmata anche dal ministro degli Esteri Koenders garantendo esattamente quel che oggi non appare affatto scontato. Al primo punto della lettera che pubblichiamo c’è proprio l’impegno a garantire che l’agenzia possa assumere le sue funzioni alla data del ritiro del Regno Unito dall’Unione. “Con questa offerta – si legge – i Paesi Bassi assicurano all’Ema che può assumere le sue funzioni alla data di revoca del Regno Unito dall’Unione europea offrendo l’edificio Vivaldi ad Amsterdam Zuidas come nuova sede”.
Parole cui non par vero, all’Italia, di contrapporre un solido di cemento e vetro come il parallepipedo disegnato da Giò Ponti. Perché il bello della storia, comunque finirà, è proprio questo: per una volta il libro dei sogni non era italiano. Fin dalla candidatura Milano aveva messo a disposizione il “Pirellone” con i suoi 50mila metri quadri di superficie interna distribuiti lungo 31 piani, a due passi dalla Stazione centrale di Milano. È lì da vedere e da toccare, con la sua anima di cemento, acciaio e alluminio rivestita di tessere ceramiche e vetro. Non è questione di campanilismo, dice il governo italiano ma di giustizia sostanziale: il delicato ruolo svolto ogni giorno dall’Agenzia non può essere pregiudicato da una soluzione sbagliata, prospettata come equivalente ad altre alterando la reale rispondenza ai requisiti della competizione. L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) è infatti responsabile della valutazione scientifica, della supervisione e del monitoraggio della sicurezza dei medicinali nell’Ue. L’Ema è essenziale per il funzionamento del mercato unico dei medicinali nell’Ue.
Ma c’è di più. Un altro punto controverso riguarda la scarsa disponibilità di alloggi per il personale dell’agenzia. Ad ammettere il problema è stavolta è stato direttamente l’assessore alle Attività produttive di Amsterdam Udo Kock che ha ammesso che non tutti i dipendenti dell’Agenzia probabilmente troveranno alloggio e ha spiegato che bisogna guardare oltre, a comuni limitrofi. Di più, ha detto chiaro e tondo che non ci saranno favoritismi nell’assegnazione di alloggi e messo anche in dubbio la capacità della città di offrire ai 500 bambini figli dei dipendenti che arriveranno in città un posto negli istituti internazionali. Tocca tornare al dossier e alla lettera del ministro per capire che il personale Ema sarà turista in città: “Per i visitatori Ema e gli esperti oltre 5mila camere d’albergo saranno disponibili entro il 2019 nelle immediate vicinanze della nuova sede dell’Agenzia ad Amsterdam Zuidas. In totale, 41.000 camere d’albergo sono attualmente disponibili nella più ampia area metropolitana di Amsterdam e altre 20.000 saranno aggiunte entro il 2020”.
E i bambini? “Siamo fiduciosi – scrive il ministro alle due massime autorità europee – che il personale Ema troverà l’educazione di scelta per i propri figli nel nostro paese”. Ma mentre la sezione “community” dell’offerta olandese non fa cenno di criticità la lettera del ministro adombra già qualche dubbio, forse sottovalutato in sede di valutazione, e molte promesse. “Sebbene la capacità delle scuole internazionali nella maggior parte dei paesi dell’Ue sia generalmente scarsa, la capacità nei Paesi Bassi sta crescendo rapidamente. Siamo fiduciosi che il personale EMA troverà l’educazione di scelta per i propri figli nel nostro paese”. Fiduciosi è la parola chiave. Il dossier di candidatura riporta un grafico previsionale con miglia di posti aggiuntivi. La missiva del governo firmata da Edith Schippers fa riferimento a un piano “Delta” per incrementare l’apertura di nuove scuole britanniche e internazionali rispetto alle due esistenti, così da espandere l’offerta e portare a 22 gli istituti nell’aera metropolitana di Amsterdam entro il 2020. Solo che ad Amsterdam, a distanza di sei mesi, è lo stesso assessore a dover riconoscere che quei posti non ci sono e che lo spread tra dossier e realtà era alto anche e in questo. E Milano? Il dossier di candidatura parla non di due ma di otto scuole internazionali solo in città per 2.300 posti.