Nel 2016 il risultato si era fermato a 19 miliardi. Undici miliardi sono versamenti diretti dei contribuenti in seguito a controlli, 7,4 arrivano dai ruoli. Di questi, la fetta più ampia deriva dalla definizione agevolata delle pendenze con il fisco richiesta dal debitore. La Boschi, che aveva dato per certi 23 miliardi di introiti: "Errore al ribasso, sono 25,8". Ma considera anche le cifre riscosse per Inps, Inail ed enti locali. E un tweet del Pd la smentisce
“Il quadro tracciato è quantomeno incoraggiante“, esulta Pier Carlo Padoan. “Il sentiero stretto sta portando i frutti attesi. La riscossione è in crescita, non è un fenomeno una tantum, ma strutturale”. Nel 2017, ha comunicato l’Agenzia delle Entrate, l’attività di recupero dell’evasione fiscale ha portato nelle casse dell’Erario 20,1 miliardi, un aumento del 5,8% rispetto al 2016 quanto il risultato si era fermato a 19 miliardi. In totale, va ricordato, l’evasione sottrae allo Stato oltre 110 miliardi di euro l’anno. Sui 20,1 miliardi di recupero, poi, 6,5 miliardi sono il risultato della rottamazione delle cartelle. Operazione che viene ricondotta dunque sotto la voce “lotta all’evasione” anche se ad aderire al pagamento a rate sono state persone che avevano ricevuto una cartella esattoriale per i motivi più disparati. E altri 400 milioni sono l’ultima coda della voluntary disclosure, ovvero l’emersione di soldi non dichiarati allo Stato a fronte di un pagamento molto ridotto, in media il 6% delle cifre regolarizzate.
Su 20,1 miliardi, 11 sono versamenti diretti dei contribuenti in seguito a controlli. Grazie alle lettere di compliance inviate per chiedere a chi non aveva versato il dovuto di “ravvedersi” sono stati incassati 1,3 miliardi di euro. Il resto, 7,4 miliardi (+54%), arriva da ruoli, cioè gli elenchi inviati dalle Entrate all’ente riscossore, che dallo scorso luglio non è più Equitalia ma l’Agenzia delle Entrate – Riscossione (per la Sicilia c’è Riscossione Sicilia). E di quei 7,4, 6,5 miliardi sono appunto il risultato della definizione agevolata i cui termini sono stati più volte riaperti per massimizzare gli introiti. Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio si è trattato di un condono che “consentendo ai contribuenti di estinguere il debito di imposta al netto di sanzioni e interessi di mora finisce per premiare i contribuenti meno meritevoli e per questa via può contribuire a indebolire il senso di obbedienza fiscale della platea dei contribuenti”. In disaccordo la Corte dei Conti, secondo cui condono “è una espressione impropria perché qui non si condona una parte del dovuto”.
La cifra ufficiale sulle somme recuperate è più bassa rispetto a quella data come sicura da Maria Elena Boschi: la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio nel settembre 2017 aveva affermato che “dagli 11 miliardi del 2014 siamo passati ai 23 miliardi di quest’anno”. Oggi, via facebook, sostiene di “aver sbagliato per difetto” perché “i miliardi sono 25,8“. Ma la cifra si raggiunge considerando anche quelle riscosse per Inps, Inail e enti locali, che sono estranee alle statistiche presentate annualmente dalle Entrate. Non a caso lo stesso Partito democratico poco prima aveva twittato: “Nuovo record nel recupero dell’evasione fiscale in Italia, superati i 20 miliardi”. Mentre Democratica titola: “Recuperati 20 miliardi”.
Quando lo scorso settembre dissi che nel 2017 avremmo raggiunto un nuovo record nella lotta all’evasione tutti mi derisero. Oggi si scopre che avevo sì sbagliato, ma per difetto. I miliardi sono 25,8 e non 23. #avanti: https://t.co/n4TESmFLJU pic.twitter.com/8ep2IDlkHF
— maria elena boschi (@meb) 1 febbraio 2018
Ci sono tante differenze tra noi e la destra, questa è una delle più rilevanti: nuovo record nel recupero dell’evasione fiscale in Italia, superati i 20 miliardi nel 2017. Per scoprire di più
Sito PD: https://t.co/i3D9BgUBpO@democratica_web : https://t.co/AwzvPUz8up pic.twitter.com/y81c7M4qlr
— Partito Democratico (@pdnetwork) 1 febbraio 2018
Commentando i dati il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha sottolineato: “Dobbiamo fare di meglio e di più, marciare verso la semplificazione” e “sciogliere il freddo che c’è come cittadini”. “L’evasione fiscale è un fenomeno complesso e a formazione complessa”, ha aggiunto parlando in apertura di Telefisco 2018, l’evento del Sole 24 Ore. “Da questa complessità deriva che rimedi one shot non esistono e che quelli presentati come tali sono solo illusori, possono contribuire, ma di per sé da soli non possono certamente rimediare a questo fenomeno. Se complessa è l’evasione fiscale anche la soluzione deve essere articolata, deve seguire un approccio olistico di medio periodo e quindi dobbiamo avere interventi mirati ad ognuna delle cause dell’evasione fiscale, coordinate tra loro”. Secondo il direttore, “la semplificazione del sistema normativo, così come una maggiore e migliore programmazione relativamente agli adempimenti, renderanno più fluida e razionale ogni attività”.