Sono arrivati a lui grazie alle telecamere di videosorveglianza che lo immortalano mentre segue insistentemente Pamela Mastropietro. E poi nella sua abitazione sono stati ritrovati “i vestiti della vittima, sporchi di sangue, e altre tracce ematiche”. Oltre allo scontrino di una farmacia, dove la 18enne “aveva precedentemente acquistato una siringa”. Indizi ritenuti importanti dai carabinieri del comando di Macerata e dai militari del Ros contro il 29enne Innocent Oseghale, fermato mercoledì sera e trattenuto per tutta la notte. È sospettato dell’omicidio di Pamela, fuggita dalla comunità di recupero di Corridonia e ritrovata smembrata a Pollenza, in provincia di Macerata.

Il nigeriano, che ha un permesso di soggiorno scaduto, ha ammesso di avere notato e seguito Pamela, ma di averla poi persa di vista. Ha negato anche qualunque coinvolgimento nell’omicidio e, anzi, avrebbe indicato altre persone che, secondo lui, potrebbero essere implicate. Ma le tracce scovate dal Ris, secondo gli inquirenti, sono limpide. Le hanno trovate nelle scorse ore durante la perquisizione nel condominio dove abita il fermato e dove sono stati sentiti alcuni inquilini. In quell’abitazione, è il sospetto, la ragazza è morta ed è poi stata sezionata con strumenti da taglio non elettrici, dato che nessuno avrebbe sentito rumori provenienti da quelle mura. Perquisita anche un’altra abitazione in via dei Velini, dove vivono due giovani stranieri, anche loro interrogati a lungo: probabilmente sono i due indicati da Oseghale come i possibili autori dell’omicidio. Dei complici? “Le indagini non sono finite”, ha detto il comandante dei carabiniere Michele Roberti. “Al momento ci sono elementi per il fermo di una sola persona – ha aggiunto – ma non escludiamo che possano emergere spunti di indagine sull’eventuale coinvolgimento di altre persone“.

Oggi la madre di Pamela Mastropietro dovrà procedere al riconoscimento formale del corpo della ragazza, che era ospite da vari mesi della comunità di recupero Pars di Corridonia “come ex tossicodipendente” hanno fatto sapere in nottata alcuni operatori, spiegando che il suo “non era tra i casi peggiori” e che la giovane prendeva anche lezioni di musica. Lunedì si era allontanata volontariamente dalla comunità, pare dopo un contrasto con qualcuno dello staff, portando con sé un trolley, che dovrebbe essere uno dei due in cui è stato trovato il suo corpo fatto a pezzi. Le valigie sono state notate da un passante mercoledì mattina in un fossato vicino a una villa alla periferia di Pollenza. L’uomo, credendo contenessero droga o una refurtiva, ha avvisato i carabinieri. Quando i militari dell’Arma hanno aperto i trolley, hanno ritrovato il cadavere della ragazza fatto a pezzi, privo di tracce ematiche e completamente ripulito.

Di lei, che si trovava in una situazione di fragilità, si erano perse le tracce dal 29 gennaio. È però rispuntata nelle immagini – sembra registrate il 30 gennaio – di un sistema di videosorveglianza nei pressi di una farmacia, seguita insistentemente dall’uomo che poi è stato rintracciato e fermato.

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