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Shoah, carcere per chi parla di ‘lager polacchi’. La Polonia impone la sua visione della storia

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Il Parlamento polacco ha appena emanato una legge penale che punisce severamente chi associ i lager sorti in Polonia per lo sterminio sistematico del popolo ebraico con la Polonia stessa: è vietato chiamarli “lager polacchi”, in quanto – suppone la legge – quei campi erano ideati, gestiti, organizzati, finanziati dalla Germania nazista. Si prevede a livello normativo che chiunque accusi, pubblicamente e contro la realtà fattuale, la nazione polacca o lo Stato polacco, di essere responsabile o complice nei crimini nazisti commessi dal Terzo Reich Tedesco o di altri crimini contro la pace e l’umanità, o di crimini di guerra o sminuisca in modo apprezzabile i veri responsabili, sarà soggetto a una multa oppure alla reclusione fino a tre anni. Si sarà puniti anche in assenza di dolo, essendo bastevole la colpa.

I campi di sterminio nazisti in Polonia erano: Auschwitz, Belzec, Chelmno, Maidanek, Sobibor, Treblinka. Verso questi mattatoi è stata avviata la quasi totalità dei tre milioni di ebrei polacchi più gli ebrei del resto d’Europa (altri tre milioni), mandati per essere gasati e cremati quanto prima. Gli ebrei sovietici invece furono uccisi sul posto.

È da rammentare poi che, il 10 dicembre 1942, il governo polacco in esilio a Londra emanò un documento sullo sterminio di massa degli ebrei polacchi senza che agli alleati gliene importasse nulla, forse tediati per il tempo perso nella sua lettura.

Ciò detto, l’antisemitismo in Polonia, prima, durante e dopo l’occupazione nazista è stato sempre assai acceso e, poiché a guerra finita alcuni polacchi organizzarono un pogrom in Kielce e nel 1968 lo stesso governo comunista intraprese una campagna antisemita, gli ebrei rimasti in Polonia sono circa cinquemila. Ancora, l’anno scorso a Varsavia hanno sfilato 60mila estremisti scandendo slogan antisemiti, contro chi non si sa, ma, visto il degrado umano, non hanno bisogno di ebrei presenti per poter odiare.

Ebbene, ora lo Stato polacco (non certo immune – come visto – da derive antisemite) ora decide di consacrare un reato d’opinione, imponendo la propria visione della storia, ed è interessante notare come un governo di destra erediti e subentri nella stessa attitudine censoria dei precedenti governanti comunisti.

Lo Stato d’Israele spera che nei prossimi giorni la legge non venga firmata dal Presidente polacco Andrzej Duda; checché ne sia, appare evidente che la libertà e la democrazia in Europa – anche da noi – sono sempre meno popolari. Quale sicurezza e quale conforto potranno mai trarne le minoranze?

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