Della caccia in Italia se ne può solo dir male. Vogliamo parlare delle diverse specie animali che si sono estinte o ridotte drasticamente a causa della caccia? Oppure delle specie animali introdotte in natura dalle associazioni venatorie e che hanno alterato gli equilibri ecologici e recato danni all’uomo stesso, vedasi il cinghiale? Ma caccia in Italia significa anche violazione della proprietà privata, grazie ad un obsoleto articolo 842 del Codice Civile che autorizza il cacciatore a invadere fondi altrui senza chiedere alcun permesso. E violazione altresì del sacrosanto diritto di voto, come ha dimostrato la regione Piemonte, impedendo alla cittadinanza di esprimersi in merito.

Ma la caccia è anche l’unico sport che ferisce e uccide le persone stesse. A tale proposito, come ogni anno, al termine della canonica stagione venatoria (31 gennaio), l’Associazione vittime della caccia, che opera dal 2007, pubblica un dossier relativo alle vittime umane in campo venatorio, o a causa di armi da caccia. Quest’anno (stagione 2017/2018) i dati sono i seguenti: civili non cacciatori, 34, di cui 24 feriti e 10 morti; cacciatori, 80, di cui 60 feriti e 20 morti. Totale: 84 feriti e 30 morti. Tre i minori rimasti vittime, di cui due feriti ed un morto.

Il record in Campania, con quindici vittime, seguita da Toscana, Lazio, Puglia. Questo per non parlare degli animali domestici uccisi. Per non parlare degli animali protetti uccisi, fra i quali ricordiamo lupi, orsi e rapaci. Per non parlare di chi spara a due passi dalle abitazioni. E che dire del piombo sparso nelle campagne o dei cacciatori che uccidono gli animali che fuggono dagli incendi?

Questi alcuni titoli della stampa raccolti dall’associazione: “Si mimetizza troppo bene: l’amico lo scambia per un cinghiale e gli spara addosso”. “Cacciatore di 39 anni muore colpito accidentalmente dall’amico durante una battuta di caccia”. “Ucciso da una fucilata mentre cerca castagne”. “Va in campagna a fare   jogging: un cacciatore lo colpisce in pieno volto.” “Quattordicenne ucciso da un colpo di fucile da caccia del padre”.

“Ucciso da un cacciatore nel bosco mentre cerca funghi e castagne”. “Spara agli uccelli dal balcone”. “Orso ucciso a fucilate”. “Maestoso cervo maschio ucciso da un colpo di fucile a pallettoni”. “Bracconieri a caccia di folaghe per rifornire i ristoranti”. “Spari contro ristorante vegano“, “Cacciatore abbatte drone” In compenso, però: “Caccia vietata a Siena il 20 ottobre per la visita del presidente Mattarella”.

Ma l’associazione va anche oltre e ricorda che pur essendo i cacciatori sempre di meno, e sempre più anziani, essi continuano ad ottenere favoritismi dalla politica di qualsiasi colore, segnatamente il Pd e la Lega. Nel 2017, nonostante la raccomandazione dell’Ispra di limitare la stagione venatoria a causa di siccità e incendi, non solo le regioni non l’hanno limitata, ma alcune hanno fatto addirittura pre-aperture, e altre o le stesse hanno prolungato la stagione di caccia ad alcune specie.

È una vecchia storia. I cacciatori contano, ma conta anche l’industria delle armi con i suoi lobbisti in parlamento e nelle regioni. Cacciatori e  industria delle armi. Un mix micidiale, che altera l’ambiente. E uccide le persone.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Inquinamento luminoso: amanti del buio, c’è una buona notizia per voi

next