Ha chiesto di poter incontrare Franca Di Blasio, la professoressa di italiano accoltellata giovedì scorso, per chiederle scusa del gesto compiuto dal figlio 17enne. L’uomo, che vende auto usate, è apparso, a quanto riferito, molto provato da quanto accaduto. Ma lei, dimessa dopo 48 ore di ricovero dall’ospedale di Maddaloni, con un taglio lungo alla guancia e 32 punti di sutura, non ha voglia di parlare: “Vuole incontrarmi per chiedermi scusa? Non credo sia il momento“. Intanto, lunedì 5 febbraio è in programma l’udienza di convalida del fermo del ragazzo che, durante un’interrogazione nella sua classe, la quarta dell’istituto superiore Bachelet-Majorana di Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta, ha tirato fuori il coltello e poi ha accoltellato la professoressa Di Blasio, causandole una profonda ferita alla guancia sinistra. La docente è stata dimessa sabato mattina ma, uscita dall’ospedale ha ammesso: “Dopo due giorni mi sembra che sto peggiorando, sia fisicamente che moralmente. Sono davvero a terra e non riesco a pensare a nulla”.
Ai carabinieri che l’hanno ascoltata venerdì ha raccontato la sua versione dei fatti, che combacia con quella fornita dal 17enne. Tutto sarebbe nato da un’interrogazione che il ragazzo ha rifiutato di sostenere lamentando mal di testa, e da un successivo battibecco degenerato in seguito ad una nota. “Forse ho fallito“, ha poi confidato la professoressa con tono carico di rammarico, aggiungendo di averlo visto “nei giorni scorsi nervoso per via della malattia della nonna”. “Ma non aveva mai dato segni di instabilità – dice – sono davvero dispiaciuta per lui”. E, secondo quanto riferisce Il Mattino, alla direttrice scolastica Giuseppa Maria Sgambato a caldo ha detto: “Non faccia del male a quel ragazzo, Madonna mia non ce l’ho fatta a cambiarlo“. Il 17enne, invece, non ha mai dato concreti segni di ravvedimento, almeno fino ad ora; giovedì sera, l’unica volta in cui è stato sentito dal pm della Procura dei minori Ugo Miraglia, e dal capitano dell’Arma Stefano Scollato, solo verso la fine del lungo interrogatorio ha chiesto scusa, dopo aver compreso l’enormità di quanto fatto. La scuola sabato è chiusa.
Nei prossimi giorni è attesa la visita del direttore dell’ufficio scolastico regionale Luisa Franzese, con la quale la preside, Pina Sgambato, concorderà anche come procedere dal punto di vista disciplinare nei confronti del 17enne. Venerdì in assemblea, gli studenti hanno chiesto una punizione esemplare per il loro compagno, colpiti soprattutto dal fatto che il giovane sia entrato armato in classe. Ricostruita la dinamica. Quando ha aggredito la professoressa, “rea” di avergli messo una nota in seguito al rifiuto del ragazzo di farsi interrogare, in classe c’era l’insegnante di sostegno, che è intervenuta dopo il ferimento riferendo quanto visto ai carabinieri. “Allontanati, altrimenti accoltello anche te”, le avrebbe detto il 17enne in preda al raptus. Anche nei giorni precedenti l’aggressione, la professoressa aveva provato a interrogarlo, ma inutilmente; così è successo anche giovedì, ma quel giorno il 17enne aveva con sé un coltello, “trovato – ha detto il ragazzo – fuori dalla scuola“. Difficile dire se avesse meditato una vendetta nei confronti della professoressa che a suo dire non capiva la sua situazione di difficoltà legata alle condizioni della nonna; il pm, almeno per ora, ha scelto di non approfondire la questione della eventuale premeditazione, un modo per lasciare fuori da questa storia anche i compagni di classe dell’adolescente, già provati dall’accaduto.