Liberi e uguali in un esecutivo di larghe intese, nel caso non ci sia una maggioranza in grado di governare dopo il voto? Il nostro leader Grasso ha spiegato che sarebbe possibile solo per cambiare la legge elettorale“. Così, a margine della presentazione del libro di Riccardo Staglianò “Lavoretti”, Giuseppe Civati ha replicato sull’ipotesi di possibili convergenze post-voto, evocate già da D’Alema. Civati, al contrario, spiega di “essere uscito dalle larghe intese e di non avere alcuna intenzione di rientrarci come se nulla fosse”. Il modello da imitare, a suo dire, è quello tedesco: “Io sono più netto di Grasso. Secondo me dovremmo avere una nostra proposta autonoma. E poi, dopo le elezioni, chiedere ai nostri elettori cosa fare, come avviene in Germania con l’Spd”. Dopo gli attriti interni a Leu sulle liste, invece, Civati ha chiarito: “Io non ho alcun problema né con Bersani, né con Fratoianni. L’unica cosa che ho lanciato è stato il regolamento che avevamo approvato a inizio gennaio, che prevedeva nessuna pluricandidatura salvo eccezioni rarissime, nessuna deroga per chi aveva già tanti mandati, candidati del territorio. Queste regole non sono state rispettate come avrei voluto. Lo dico perché le liste potevano essere più competitive”. Tra chi rischia la rielezione c’è pure lo stesso Civati: “Lo decideranno gli elettori. Sono candidato in una zona del Paese, Bergamo e Brescia, difficile per la sinistra. Ma va bene così, io corro, anche se ho uno zainetto senza paracadute”

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