Quel che è successo a Macerata è emblematico: un giovane fascista spara sulla folla, mirando contro giovani di pelle nera, ferendone 6. Viene ‘giustificato’ dalla Lega, che promette leggi ferree contro l’immigrazione e appoggiato apertamente da Forza Nuova che di fatto istiga i suoi seguaci a sparare sugli immigrati. Viene da chiedersi: ma come fanno a esserci partiti di questo tipo in Italia, se la Costituzione vieta la ricostituzione del partito fascista e l’istigazione dell’odio razziale?

Questo attentato razzista è stato ‘giustificato’ come una vendetta per la tragica vicenda di Pamela, la diciottenne barbaramente uccisa. Per questo omicidio è accusato uno spacciatore nigeriano. C’è chi ha sciacallato su questo ennesimo femminicidio, ipotizzando un legame tra immigrazione e violenza sulle donne. Sarebbe bene ricordare che la violenza contro le donne, come mostrano le statistiche, è trasversale a tutti i ceti sociali, provenienze etniche e religiose. Non ha colore né nazione e spesso e volentieri è commessa da familiari, non sono atti isolati, ‘raptus’ di follia; spesso le vittime hanno più volte chiesto aiuto, o denunciato l’aggressore ma invano. Nel 2016 sono morte 120 donne.

Anche nel 2017 la media è di una vittima ogni tre giorni, comprese le giovanissime: ricordiamo gli agghiaccianti casi di Noemi Durini, la sedicenne uccisa il 3 settembre dal suo fidanzato di 17 anni, e la ‘vendetta trasversale‘ nei confronti di Nicolina Pacini, 15 anni, uccisa dall’ex della mamma. Negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9%) sono state uccise da uomini con cui avevano un rapporto affettivo o familiare. Ai femminicidi si aggiungono violenze quotidiane, fisiche, psicologiche, economiche, violenze a cui spesso assistono i bambini. Quasi 7 milioni, secondo i dati Istat.

Le politiche ostili all’immigrazione non impediscono la violenza contro le donne, anzi. Non fanno altro che aumentare il razzismo, l’intolleranza e i fenomeni di violenza verso chi è debole e diverso, gettando nell’emarginazione milioni di donne che così saranno facili prede per il traffico e lo sfruttamento sessuale, a casa nostra e a casa loro. Troppo spesso dimentichiamo che sono i nostri uomini bianchi ad ‘immigrare’ nelle loro terre per sfruttare le loro bambine, col fiorente turismo sessuale. E sono i nostri  uomini a violentare le loro donne che si vendono per disperazione sulle strade. E invece di fermare questa violenza quotidiana sulle donne, i partiti ostili all’immigrazione come la Lega Nord, vogliono riaprire le case chiuse, supermercati di corpi in vendita. Rendere illegale l’immigrazione ma legale la prostituzione, è come dire: “Non vogliamo gli immigrati, ma le loro donne ci fanno comodo come carne da marcello”.

Troppo spesso inoltre dimentichiamo che se questa gente scappa dai loro Paesi è perché abbiamo reso il loro mondo invivibile, sia alimentando col traffico di armi i loro dittatori, sia desertificando i loro terreni con il cambiamento climatico, sia sfruttando le loro miniere, la loro manodopera, abbattendo le loro foreste, sottraendo terreni e impiantando monocolture destinate all’esportazione, mettendo in crisi la loro sovranità alimentare.

In Italia dalla legge Bossi-Fini in avanti, le politiche repressive hanno solo fatto disastri, alimentando la devianza, riempiendo le carceri di disgraziati. Gli ultimi accordi con la Libia hanno limitato l’arrivo di immigrati, bloccandoli nelle carceri libiche: uomini, donne e bambini violentati e torturati, ma va tutto bene, basta che questo avvenga lontano dai nostri occhi, lontano dal nostro cuore. Va tutto bene, basta che non ci “invadono”.

Una proposta di legge di iniziativa popolare promossa dalla campagna ‘Ero straniero – L’umanità che fa bene‘, chiede di cambiare le politiche sull’immigrazione in Italia, superando la Bossi-Fini, con l’introduzione di canali diversificati di ingresso per lavoro, forme di regolarizzazione su base individuale degli stranieri già radicati nel territorio, misure per l’inclusione sociale e lavorativa di richiedenti asilo e rifugiati, l’effettiva partecipazione alla vita democratica col voto amministrativo e l’abolizione del reato di clandestinità.

Le politiche anti-immigrazione, i politici con i loro proclami deliranti, che istigano e giustificano l’odio razziale, non fanno altro che alimentare la spirale di violenza (anche contro le donne). Occorrono politiche che sappiano da un lato proteggere adeguatamente le donne vittime di tratta e di violenza, dall’altro che sappiano favorire l’accoglienza degli immigrati, che mettano a bando la violenza, lo sfruttamento e il razzismo, con progetti di sviluppo,lavoro, alfabetizzazione e integrazione. A casa nostra e a casa loro.

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