L’accusa è stata lanciata da Ekaterina Dmitrieva, direttrice dell’organizzazione animalista City animal protection foundation, che ha lanciato anche una raccolta firme su Change.org a cui hanno già aderito oltre 450mila persone
Mancano ancora 5 mesi al fischio d’inizio dei Mondiali di Calcio ma la Russia è già sotto accusa per lo sterminio dei cani randagi presenti nelle 11 città che quest’estate ospiteranno le partite della Coppa del Mondo. Per il Governo russo la vita di un cane randagio vale circa 130 euro: questo è il compenso che prendono i volontari ingaggiati per cercare e sopprimere gli animali prima che si accendano i riflettori sugli stadi. Le associazioni animaliste locali si stanno battendo per denunciare vere e proprie battute di caccia e soppressioni di massa per gli animali randagi. L’accusa è stata lanciata da Ekaterina Dmitrieva, direttrice dell’organizzazione animalista City animal protection foundation, che, come riporta Lifegate, ha lanciato anche una petizione su Change.org firmata da oltre 455mila persone, in cui chiede al premier russo Vladimir Putin, all’allenatore della nazionale russa Stanislav Cherchesov e al presidente della Fifa Gianni Infantino, di fermare la strage di animali senza padrone.
Proprio come già avvenuto in occasione delle Olimpiadi di Sochi del 2014, le autorità russe riterrebbero un problema la grande presenza di animali che vagano per le città, temendo che possano danneggiare l’immagine dei mondiali. Secondo quanto denunciato dall’attivista russa, il governo avrebbe stanziato circa 110 milioni di rubli, oltre un milione e mezzo di euro, destinati all’abbattimento di cani e gatti randagi presenti nelle undici città ospitanti, Mosca, San Pietroburgo, Rostov sul Don, Sochi, Ekaterinburg, Saransk, Kaliningrad, Nizhny Novgorod, Kazan, Volgograd e Samara. Il governo russo ha respinto le accuse, il vice premier Vitaly Mutko, ha riferito che il governo ha incaricato le città di realizzare rifugi temporanei per cani e gatti randagi. In queste strutture gli animali saranno curati, vaccinati e sterilizzati. Ekaterina Dmitrieva ha però affermato che i soldi per i rifugi sarebbero invece stati investiti per acquistare veleno e reclutare squadre anti-randagi.
Vladimir Burmatov, capo del comitato per la protezione ambientale della Camera russa, ha scritto una lettera al ministro dello Sport Pavel Kolobkov, invitandolo a intervenire per chiedere alle autorità regionali delle sue città ospitanti di praticare “metodi umani” nella gestione del “problema randagi”: “Ne va della reputazione del nostro Paese – ha scritto Burmatov – non siamo così selvaggi da uccidere in massa gli animali per strada, buttare le loro carcasse sanguinanti nei veicoli e andare in giro per la città” riporta Lifegate.
L’organizzazione City animal protection foundation ha denunciato la vicenda alla Fifa, federazione che si occupa dell’organizzazione dei mondiali di calcio, che però ha liquidato la questione: “Comprendiamo l’importanza di iniziative come la vostra che meritano di essere affrontate e supportate. Siamo tuttavia sicuri che capirete che, a causa dei numerosi impegni pianificati collegati agli eventi Fifa, non possiamo supportare la vostra causa più attivamente”.