Per verificare l’efficacia e le procedure dell’alternanza scuola-lavoro da lunedì arriverà nelle scuole un esercito di tutor dell’Agenzia nazionale per le politiche del lavoro. Mission di questi agenti “speciali” sarà quella di risolvere il problema di mettere in contatto imprese e istituti oltre che aiutare i dirigenti scolastici nella burocrazia. Si parte con 400 scuole su cinque mila ma entro la fine dell’anno l’Anpal conta di entrare in 1.300 realtà per arrivare nel 2019 a dare una mano a 2.500 scuole.
Una volta la settimana il tutor sarà presente negli uffici delle segreterie e dei presidi per cercare di creare un raccordo con le aziende e per controllare l’efficacia di questo patto. Nessuno di loro si occuperà di incontrare i ragazzi: il rapporto con gli studenti sarà gestito dal tutor scolastico. Una risposta all’Sos lanciato dalle scuole al ministero dell’Istruzione che ha selezionato le realtà dove inviare i tutor dell’Anpal. Si tratta di persone in parte già impegnate in questa operazione e in parte selezionate ad hoc: laureati che hanno fatto una formazione specifica interna ed esterna sullo specifico compito del tutoraggio all’alternanza. L’agenzia punta soprattutto ad andare in soccorso dei licei che sono quelli meno dotati di strumenti per rispondere alle necessità del progetto di alternanza scuola-lavoro.
Nei mesi scorsi gli studenti hanno più volte denunciato le storture di questa esperienza: c’è chi è stato costretto a volantinare per dodici ore al giorno, chi si è trovato a pulire bagni e tavoli al ristorante e altri ancora che hanno trascorso giornate a catalogare polverose locandine degli anni Ottanta in un cinema. L’Unione degli Studenti della Puglia ha lanciato la campagna “A scuola io non faccio l’operaio” per portare alla luce i casi di “uso distorto” del percorso formativo. La Rete degli Studenti Medi che raggruppa le associazioni delle scuole superiori attive in ogni città italiana, aveva lanciato anche un questionario per monitorare in tutto il Paese l’alternanza scuola-lavoro e un numero verde, 800 194 952, cui possono rivolgersi gli studenti. I ragazzi erano anche scesi in piazza contro l’obbligatorietà dell’alternanza prevista dalla Legge 107 e anche qualche dirigente aveva sollevato perplessità per la difficoltà a mettersi in contatto con le aziende.
Una situazione che non nasconde il presidente dell’Anpal Maurizio Dal Conte: “Uno dei nodi più critici è la scarsa disponibilità delle imprese ad accogliere: considerato che da quest’anno diventa obbligatorio per 1,4 milioni di studenti si tratta di un grande impatto sulle piccole e medie imprese che non sempre sono strutturate per ricevere uno studente”.
Tra gli obiettivi vi sarà quello di avere una mappatura delle mansioni che offrono le imprese: “Il nostro lavoro – spiega il presidente – sarà quello di fare un patto tra azienda e scuola dove dev’essere chiaro cosa faranno i ragazzi: ad oggi non c’è un soggetto terzo come l’Anpal che garantisce questo accordo. Si cercherà di non mandare un liceale a friggere le famose patatine ma inviarlo in una biblioteca o in un museo. Saremo in grado di avere una filiera controllata dall’inizio alla fine. Vogliamo isolare ed estirpare i casi di abuso dell’alternanza e lo si potrà fare grazie alla presenza fisica dei tutor che controlleranno quello che sta scritto sulla carta. Non sarà più solo lo studente a segnalare ciò che non va”.
Oggi anche l’aspetto burocratico ha le sue difficoltà: “Spesso gli studenti – confida Dal Conte – arrivano nelle imprese senza l’assicurazione corretta, con una copertura che non copre tutti i rischi oppure si presentano senza codice fiscale. I tutor daranno una mano anche dal punto di vista burocratico”. Un’operazione seguita dal sottosegretario Gabriele Toccafondi: “L’alternanza è scuola a tutti gli effetti quindi va fatta ma bene. Un elemento che non aiuta la qualità è anche l’offerta. Più luoghi si aprono ad esperienze di alternanza più le scuole potranno scegliere quelle migliori e adatte alle singole aspirazioni dei ragazzi. L’esperienza dì Anpal va in questa direzione”. Intanto nei giorni scorsi al ministero è stato costituito l’Osservatorio nazionale sull’alternanza che metterà intorno a un tavolo tutti gli attori coinvolti, a partire dagli studenti, dai loro docenti e dirigenti scolastici. Ogni sei mesi è previsto un report sullo stato di attuazione dell’alternanza.