È la fine di un’era e l’inizio di una nuova: i diritti tv della Serie A volano in Spagna. MediaPro, la società di marketing e comunicazione sportiva che già lavora nella Liga, si è aggiudicata l’asta per trasmettere le partite del campionato italiano dal 2018 al 2021: un miliardo e 50 milioni l’offerta vincente, di mille euro superiore alla base fissata dal bando. Soddisfatto l’advisor Infront, che ha portato a casa l’obiettivo. Contenti i presidenti dei club, o almeno la maggior parte di loro. I veri sconfitti sono le pay-tv italiane che perdono il pallone: dopo 15 anni rischia di finire il duopolio Sky-Mediaset, con il colosso di Murdoch che ha già diffidato la Lega di A e annunciato ricorso (al Tar o all’Antitrust, c’è l’imbarazzo della scelta).

La svolta epocale è arrivata nell’assemblea odierna della Lega Calcio, in cui era attesa l’offerta finale da parte di MediaPro, che partiva da una prima proposta di 950 milioni più royalties. All’apertura della busta, ecco la sorpresa: nero su bianco, c’era la cifra pretesa dai presidenti e dal bando. I rumours della vigilia parlavano di un rilancio fino al miliardo di euro, ma gli spagnoli si sono spinti anche più in là, superando l’asticella. Una mossa dettata probabilmente dai movimenti sotto traccia in corso tra Milano e Roma: Sky, col sostegno del ministro Luca Lotti e del neocommissario di Lega Giovanni Malagò, stava lavorando per convincere i club a dargli un’altra occasione. Il partito pro pay-tv e terzo bando stava prendendo quota, così gli spagnoli, fiutato il pericolo, hanno deciso di chiudere la partita, offrendo più del minimo e facendo scattare l’assegnazione automatica. A caro prezzo (1.050 milioni a stagione, oltre tre miliardi di euro in totale: non poco, di questi tempi), la Serie A è di MediaPro.

Adesso bisogna capire per farne cosa. Jaume Roures, n. 1 della società catalana, nelle ultime presentazioni aveva insistito molto sul progetto del cosiddetto “canale della Lega”: un nuovo canale tematico, con partite e approfondimenti 24 ore al giorno, interamente autoprodotto dalla Serie A col loro supporto, e poi rivenduto a chi interessato. Per lo stesso motivo di rimanere all’interno dei confini del bando, così da bypassare le decisioni di un’assemblea favorevole a Sky, l’offerta vincente di MediaPro riguarda però il ruolo da intermediario indipendente. Significa che almeno in teoria MediaPro si limiterà a rivendere ciò che ha appena acquistato sulle varie piattaforme (satellite, digitale, streaming): o in semplice forma di diritti, o (più probabilmente) dopo aver prodotto le partite. Sky e Mediaset, in mancanza di grandi competitor sul territorio nazionale, non saranno quindi tagliate del tutto fuori: continueranno a trasmettere i match, solo funzionando però da semplici “distributori”, senza occuparsi più della produzione. Per i tifosi potrebbe non cambiare nulla (dipende da chi acquisterà le partite), per le emittenti quasi tutto: specie per il colosso di Murdoch, che sul pallone ha investito tantissimo, e da questo scenario uscirà sicuramente penalizzato.

Infatti neanche il tempo di ufficializzare l’assegnazione (è già stata inviata la comunicazione all’Autorità garante), che già è arrivata la contromossa di Sky: una diffida ufficiale alla Lega, per “ interrompere le trattative private con MediaPro e escluderlo immediatamente dalla procedura di assegnazione”. Secondo i legali dell’emittente, infatti, MediaPro avrebbe fatto “concorrenza sleale”, agendo non come intermediario ma come un “vero e proprio operatore della comunicazione”, violando in più di un punto i requisiti del bando e la stessa Legge Melandri. Una carta bollata, preludio di un ricorso molto probabile, che sa tanto di mossa della disperazione e dimostra due cose: per Sky perdere la Serie A sarebbe una tragedia, e per questo, comunque vada, la partita per i diritti tv non finirà in maniera indolore.

Twitter: @lVendemiale

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