Il rapinatore sarebbe entrato da solo nell’abitazione di Vittorio Giuzzi in piena notte colpendo il proprietario di casa con calci e pugni fino ad ucciderlo. Forse perché aveva tentato di difendersi
C’è un arresto nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Vittorio Gizzi, il 76enne bresciano ucciso a Santo Domingo. “Vogliamo sapere cosa è successo a nostro padre, vogliamo risposte certe” dicono due dei tre figli dell’uomo vittima di una rapina in casa la notte tra il 31 gennaio e il primo febbraio. Gizzi era nella sua abitazione a San Juan Batista de la Maguana, cittadina di tremila abitanti la cui economia si basa prevalentemente sull’agricoltura e dove l’uomo viveva da 15 anni. La Polizia ha arrestato un dominicano che avrebbe agito da solo e sarebbe stato bloccato già il giorno successivo all’omicidio. Una notizia, anticipata da un figlio della vittima, e confermata da fonti della Farnesina.
L’arrestato avrebbe già confessato senza però spiegare il motivo del suo gesto omicida. “Ma di più per ora non ci è stato detto. Dobbiamo ancora aspettare” il racconto dei parenti del pensionato bresciano. Il rapinatore sarebbe entrato da solo nell’abitazione di Vittorio Giuzzi in piena notte colpendo il proprietario di casa con calci e pugni fino ad ucciderlo. Forse perché aveva tentato di difendersi. Due figli dell’uomo, il 30enne Danny e il 37enne Mirko arrivati nella serata di sabato nella Repubblica Dominicana, stanno aspettando il via libera per riportare la salma del padre in Italia dopo la cremazione che avverrà a Santo Domingo. “Da due anni non vedevamo nostro padre che è tornato in Italia quattro o cinque volte da quando è andato via”, spiega Matteo, il terzo figlio che vive in Svizzera.