Premessa: che la Juve vinca facilmente in casa contro il Sassuolo è probabile, logico. Normale. Non è normale, invece, che il Sassuolo abbia rinunciato a scendere in campo, che la partita sia finita 7-0 e praticamente non sia mai cominciata: 4 gol incassati in mezz’ora, nessuna resistenza. Neanche un piccolo fallo (appena 8 quelli commessi in tutto il match) per provare almeno a reagire, a mordere le caviglie degli avversari. Come ha fatto ad esempio Djimsiti del Benevento, ultimo in classifica, virtualmente già retrocesso, che però ha lottato dal primo all’ultimo minuto contro il Napoli, uscendo dal campo sconfitto ma a testa alta.
Non si può dire certo lo stesso del Sassuolo. Qualcuno sostiene che i neroverdi si siano volontariamente scansati, che lo facciano quasi sempre contro la Juventus, come anche altre piccole del campionato. Molto più facile che gli emiliani, alle prese con una stagione difficile, già in crisi (non vincono da Natale) e ulteriormente destabilizzati dal mercato, preso un gol subito siano andati nel pallone, finendo per incassare la classica imbarcata. Capita. Però i numeri parlano chiaro, e alcuni coincidenze inevitabilmente fanno pensar male. La Juve è la squadra con cui il Sassuolo ha perso di più in Serie A: 8 sconfitte su 10 partite giocate, addirittura 25 gol subiti e appena 4 segnati da un club che comunque ha disputato ottime stagioni. Anche grazie agli ottimi affari fatti sul mercato con i bianconeri. E qui veniamo alle coincidenze sospette, per i più maligni.
Negli ultimi anni, il Sassuolo è diventata quasi una società satellite della Juventus. Non che sia una novità assoluta nel panorama italiano: tante big hanno canali privilegiati con le medio-piccole, anche se in questo caso siamo praticamente alla simbiosi. I due club comprano calciatori assieme, se li scambiano, li rivendono. Marrone, Peluso, Ziegler, Zaza, Boakye, Chibsah, Loris, Zappa, Benucci, Castelletto, Rogerio, Cassata, Sensi, Lirola, Berardi: in 5 anni 15 giocatori si sono mossi sull’asse Torino-Sassuolo, più di una squadra intera. E secondo alcune indiscrezioni il prossimo direttore sportivo degli emiliani potrebbe essere Federico Cherubini, attualmente vice di Paratici alla Juventus.
I buoni rapporti, per non dire ottimi, sicuramente condizionano il mercato: quando Berardi (che per inciso negli ultimi anni contro la Juve non ha giocato quasi mai) è stato accostato a Roma o Inter, subito è arrivato lo stop dalla casa madre; quando il Napoli è stato ad un passo dal comprare Politano, l’affare misteriosamente non è andato in porto, nonostante De Laurentiis fosse pronto a strapagare il giocatore (circa 30 milioni di euro, almeno il doppio della reale quotazione). Sarebbe gravissimo, però, se questo tipo di alleanze cominciasse ad avere ripercussioni anche sul campo.
È impossibile da dimostrare, è sbagliato probabilmente anche solo insinuarlo. Di sicuro, però, ieri la Juventus non ha giocato una partita di campionato ma solo un allenamento infrasettimanale: in cui i giocatori non si stancano, non sprecano energie fisiche e mentali, non rischiano di infortunarsi (come ha fatto Mertens sul campo del Benevento: oggi sono attesi gli esami, le prime indicazioni sembrano incoraggianti). E questo alla lunga in un testa a testa estenuante come quello a cui stanno dando vita Juventus e Napoli per lo scudetto, può fare la differenza. Per questo tutti dovrebbero metterci il massimo dell’impegno. A maggior ragione il Sassuolo, che è una delle realtà più belle della Serie A (stadio di proprietà, la proprietà ambiziosa del patron Squinzi, tanti giovani italiani in rosa), e si trova alle prese con una stagione disgraziata in cui un k.o. così pesante può avere ulteriori strascichi nella lotta per la salvezza. Per tutto questo, un consiglio spassionato al Sassuolo: la prossima volta, meglio scansarsi che farsi proprio travolgere.
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