Cronaca

Luca Traini: “Sono andato a pregare dove hanno trovato Pamela”. “Quindici giorni fa era alla cena della Lega”

"Un minuto di raccoglimento a Pollenza, nel punto in cui hanno ritrovato il cadavere di Pamela Mastropietro", ha detto l'uomo che ha sparato contro alcuni cittadini stranieri a Macerata aggiungendo anche di aver lasciato lì sul posto un busto di Mussolini

“Un minuto di raccoglimento a Pollenza, nel punto in cui hanno ritrovato il cadavere di Pamela Mastropietro“. Luca Traini, l’uomo che sabato mattina ha sparato ad alcuni cittadini stranieri a Macerata, ai carabinieri ha raccontato di aver lasciato lì sul posto  un busto di Mussolini prima di farsi arrestare. Il 28enne, che in casa aveva una copia del Mein Kampf, una bandiera con la croce celtica e altre pubblicazioni riconducibili all’estrema destra, ha ricostruito le fasi precedenti il raid razzista: “Ero in auto, volevo andare in palestra, ho acceso la radio e ho sentito per l’ennesima volta la storia di Pamela. Ho sentito un impulso irrefrenabile: sono tornato a casa, ho aperto la cassaforte e ho preso la pistola. Poi sono uscito per colpirli tutti“. In autogrill, dopo aver bevuto un caffè, aveva anche annunciato le sue intenzioni: “Ora vado a fare una strage“.

In caserma, Traini ha ricostruito ogni suo movimento e ogni volta in cui ha impugnato la sua pistola, una Glock detenuta grazie al porto d’armi per uso sportivo, per sparare. “Ho fatto tutto da solo, andava fatto. Dovevo assolutamente farlo, per Pamela e per le altre ragazze rovinate dai neri“, ha infine aggiunto. Nemmeno per un attimo ha dato segno di pentimento, riporta La Stampa.

Intanto, spunta un nuovo particolare, riportato da La Repubblica. Il 20 gennaio scorso, Traini era ad una cena a Corridonia insieme a tutto lo stato maggiore della Lega marchigiana. I vertici locali del Carroccio avevano dichiarato di non vederlo da mesi ma lui, alla cena per la campagna elettorale, era presente e si era fatto notare. “Luca chiacchierava con tutti, sembrava a suo agio con i capi. Era uno che straparlava sugli immigrati ma, nonostante la stazza e il fisico, sembrava innocuo”, ha dichiarato un militante della Lega presente alla cena, a condizione di rimanere anonimo. Dopo il raid, la segretaria provinciale, Marino, era corsa ai ripari dichiarando a Radio Capital che Traini la sede della Lega “l’aveva frequentata per poco tempo, perché poi lui si era avvicinato ad altri movimenti politici“.