Ha stigmatizzato il tentativo di Luca Traini di uccidere 6 immigrati, ma ha fatto seguire alla condanna un “ma l’immigrazione è fuori controllo”. Oggi nega che in Italia ci sia un allarme fascismo e avverte: “Chi parla di cattivi maestri porta alle Brigate Rosse”. Matteo Salvini cavalca l’onda lunga dell’attentato a opera del neofascista candidato con la Lega Nord nel 2017 che sabato ha seminato il terrore nelle strade di Macerata per racimolare voti in vista del 4 marzo.
Le prime parole della mattinata il leader della Lega le spende per Carlo Calenda. Al ministro dello Sviluppo economico che sul Corriere della Sera afferma che il Carroccio “con Salvini ha subito un’involuzione. In passato non si limitava a incitare all’irresponsabilità di ogni tipo, fino a giocare sul crinale del razzismo” e che il segretario “manca di etica, senso delle istituzioni e sta spingendo la Lega ai limiti di quello che una volta si chiamava l’arco costituzionale“, Salvini replica a Omnibus su La7: “Da Calenda solo sciocchezze, non rispondo a insulti di uno che dovrebbe fare il ministro”. In questo periodo, prosegue, “sto raccattando molti insulti. Parlare di Salvini come ‘cattivo maestro‘, porta alle Brigate Rosse. Starei attento a usare queste parole. Rievocare quel tempo non è intelligente, meglio connettere la testa con la bocca”. Quindi scatta l’ora della promessa: “Ora ci sono molti più sbarchi che espulsioni: con Salvini al governo faremo il contrario”.
Un argomento su cui in mattinata è intervenuto anche Attilio Fontana, candidato dal centrodestra alla guida della Regione Lombardia, passato alla storia per la frase sulla “razza bianca” da difendere contro l’invasione degli immigrati: se Silvio Berlusconi intende espellere 600mila immigrati dall’Italia come ha annunciato domenica sera, l’ex sindaco di Varese ribadisce ha ribadito che se eletto chiederà che i 100mila irregolari “certificati” dal Viminale in regione siano rimpatriati.
Ma la giornata di Matteo Salvini è appena iniziata: “Questa cosa incredibile dell’allarme fascismo – afferma il leader delle camicie verdi su Radio 1 – del ritorno dei fascismi, dell’ondata delle camice nere mi sembra surreale e agitata da una parte politica che in sei anni ha dimostrato il suo nulla”. La critica è rivolta alla presidente della Camera, Laura Boldrini. “La signora in questione – sottolinea – dovrebbe pensarci tre volte prima di parlare”.
Anche l’altra punta di diamante dello schieramento di centrodestra è di scena in tv. “Togliere la parola razza dalla Costituzione? Penso sia bene farlo”, dice Silvio Berlusconi, ospite di Agorà su Raitre, accogliendo la proposta lanciata da Liliana Segre su La Repubblica. Per l’ex premier, “oggi in Italia c’è una percezione di insicurezza di cui bisogna tenere conto. Noi italiani non siamo razzisti, siamo molto tolleranti e ospitali, ma ci sono delle situazioni di emergenza. Non c’è un clima generale di odio, ma qualche persona fuori di testa probabilmente in questa cosa ci marcia”, ha detto l’ex Cavaliere minimizzando l’atto di Traini, come ha fatto fin da subito Salvini: “E’ una cosa direi incomprensibile: solo uno squilibrato può fare una cosa del genere, non ci vedo nulla di politico perché la politica non porta a queste follie”, ha detto il leader di Forza Italia ad Agorà.
“Penso che la sinistra non abbia saputo fermare questa immigrazione, ci ha portato ad avere qui oltre 600mila persone”, ha proseguito Berlusconi, ma Matteo Salvini, che ha accusato la sinistra di avere le mani sporche di sangue, ha “usato una espressione, come lui usa spesso, un po’ eccessiva. Ma quando si siede al tavolo con noi diventa ragionevole ed esprime molto buon senso”.
Dal centrosinistra non sono molte le voci che si levano per contrastare il centrodestra sull’argomento. Secondo Pietro Grasso le parole di Berlusconi sui 600mila immigrati da rimpatriare sono “di quelle sparate così grosse che sembrano da cabaret, siamo alle solite favole. Non si può pensare di dire una roba simile, parlare di un esodo di massa che ricorda la proposta di Trump poi bocciata e bloccata dai giudici”, ha detto il leader di Liberi e uguali ospite di Unomattina. Quindi sulla candidatura di Luca Traini con la Lega a Corridonia nel 2017: “Chi semina odio raccoglie violenza. Sono rimasto colpito dal fatto che il titolare della palestra ha espulso Traini, mentre un partito politico no. La società è stata capace di individuare il pericolo, la politica invece no”.
“Va denunciata e contrastata la pericolosa deriva xenofoba e estremista che purtroppo sta girando nel paese”, ha spiegato Maurizio Martina ospite di RTL 102.5. “Un uomo del Partito Popolare Europeo come Berlusconi non dovrebbe utilizzare argomenti propagandistici come quelli di Marine Le Pen e di Salvini – ha proseguito il vicesegretario del Pd – l’alleanza tra Fi e Lega è un’operazione tutta elettorale di Berlusconi, evidentemente ha deciso di consegnarsi mani e piedi a Salvini”.