Ma se Siani non si nasconde, altri come Matteo Orfini e Matteo Richetti provano ad allontanare l’ombra berlusconiana: “Dobbiamo lavorare per evitarlo, non voglio prendere in considerazione altri scenari rispetto al lavoro che dobbiamo fare per vincere”, rivendica il presidente dem. “Se non avremo i numeri, la parola passerà a Mattarella. Sarà un’altra fase, un lavoro che non sarà soltanto in capo al Pd”, rilancia pure il portavoce Pd. “Noi puntiamo a vincere. Ma credo che nemmeno tra Salvini e Berlusconi possa esserci una vera alleanza”, taglia corto invece Francesca Barra. Più realista il fedelissimo renziano Michele Anzaldi: “Vedremo quanti voti prenderemo noi e i numeri degli altri partiti, poi ci penserà il presidente della Repubblica”. Di fatto, nessuno esclude a priori lo scenario delle larghe intese. Se non Cesare Damiano: “Non va fatto il governo con Berlusconi, non si può andare in quella direzione”. Ovvero, un esponente di quella minoranza ridotta ai minimi termini da Renzi nelle liste. E a rischio irrilevanza nel partito.
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