L'azienda tedesca aveva postato sul suo profilo Instagram la foto che vedete qui sopra, quotando le parole della guida spirituale dei tibetani. Che tuttavia è considerata un pericoloso separatista dal governo cinese. Da Stoccarda sono corsi ai ripari, anche perché quello della Grande Muraglia è un mercato strategico
“對不起中國”: potrebbero essere questi i caratteri ideografici presenti sulla lettera di scuse che Daimler ha inviato alle autorità cinesi. Il colosso tedesco dell’auto ha infatti usato una frase pronunciata dal Dalai Lama per accompagnare un’immagine pubblicitaria pubblicata lunedì scorso sul profilo Instagram di Mercedes: “Guarda alle situazioni da tutti i punti di vista, e diventerai più aperto”, si leggeva nella locandina.
Nella Repubblica Popolare la guida spirituale tibetana è considerata un pericoloso separatista e tanto è bastato per mettere in imbarazzo la casa della Stella: quest’ultima è corsa quindi ai ripari cancellando il “controverso” réclame, rammaricandosi di aver potuto ferire la sensibilità delle istituzioni locali e della clientela cinese.
E che clientela! Lo scorso anno in Cina sono state immatricolate ben 445 mila Mercedes (nel 2016 erano state 326 mila e l’anno prima 255 mila). Peraltro la marca di Stoccarda produce ormai da anni alcuni dei suoi modelli nel grande paese asiatico, dando lavoro a migliaia di persone. E questo la dice lunga sulle “questioni di opportunità” del suddetto mea culpa.
“Prenderemo prontamente provvedimenti per approfondire la nostra comprensione della cultura e dei valori cinesi. Misure che includeranno il nostro personale internazionale, per aiutare a standardizzare le nostre azioni e garantire che questo tipo di problemi non si ripeta”, si legge in una nota ufficiale del costruttore, che ha specificato di non aver subito nessun tipo di pressione che invitasse a rimuovere la foto da Instagram.
Anche perché Instagram in Cina non esiste, perlomeno ufficialmente: rientra infatti fra i social bloccati dal governo centrale. Curiosamente però l’immagine è “scappata” alla censura, scavalcando la Grande Muraglia e diventando virale su smartphone, tablet e computer di molti utenti cinesi per poi essere rilanciata sui social media nazionali approvati.