Ultimo negoziato notturno dopo quattro mesi di stallo per la formazione dell'esecutivo. L'ultimo ostacolo resta ora il referendum interno alla base dei socialdemocratici, dopo la vivace campagna dei contrari con lo slogan "Tritt ein sag nein", "Entra e di' di no"
In Germania conservatori e socialdemocratici hanno raggiunto l’accordo per la Grosse Koalition. Dopo quattro mesi di stallo e una seconda proroga delle trattative rispetto alla scadenza di domenica, il negoziato è proseguito fino all’alba. Secondo Der Spiegel nel governo che potrebbe insediarsi dagli inizi di marzo i socialdemocratici di Martin Schulz otterrebbero i ministeri-chiave degli Esteri, delle Finanze e del Lavoro, ma anche Famiglia, Giustizia e Ambiente. La Cdu di Angela Merkel otterrebbe Difesa, Economia, Istruzione e Salute, mentre la Csu esprimerebbe il ministro dell’Interno (con il suo leader Horst Seehofer), oltre a quelli dei Trasporti e dello Sviluppo.
La delega alle Finanze, che finora è stata in mano al “falco” Wolfgang Schaeuble, finirà, secondo la Dpa, la principale agenzia di stampa tedesca, a Olaf Scholz, attuale sindaco di Amburgo. Proprio il leader socialdemocratico Schulz sarà il prossimo ministro degli Esteri: una scelta che sta già provocando molte polemiche, perché in contraddizione con le parole dette in campagna elettorale, quando affermò che non sarebbe mai entrato in un esecutivo della Merkel. In questo quadro, sostengono diversi media tedeschi, la nuova leader della Spd sarà una donna, la pasionaria Andrea Nahles, ex ministra del Lavoro e attualmente capogruppo in Parlamento. Nel corso del negoziato sono state appianate le divergenze sui punti più difficili della trattativa, che oltre alla distribuzione dei ministeri sono stati i contratti di lavoro a tempo determinato e la riforma del sistema sanitario. “Stanchi ma soddisfatti” si definiscono i dirigenti socialdemocratici.
Iniziato il 24 settembre, con il voto per il rinnovo del Bundestag, il lungo processo per dare un nuovo governo alla Germania – il più lungo periodo senza esecutivo per il Paese dal 1949 – ha compiuto oggi un passo avanti decisivo con l’accordo tra i tre partiti coinvolti. Ma ancora restano alcune tappe da compiere.
La principale riguarda il voto – vincolante – della base Spd: 463.723 iscritti, tutti quelli che risultavano inseriti nelle liste del partito alle 18 di ieri, cioè circa 24mila in più rispetto a gennaio, chiamati a pronunciarsi sull’accordo. In vista del voto, il 17 febbraio il segretario del partito Martin Schulz avvierà una campagna di mobilitazione della base per spingere in direzione di un sì all’intesa di governo, cercando di frenare la parte contraria, la stessa che ha fatto campagna per nuove iscrizioni con lo slogan Tritt ein sag nein, cioè “Entra e di’ di no”. Il conteggio dei voti avverrà nel fine settimana del 3-4 marzo. A fine febbraio, invece, la Cdu di Merkel si pronuncerà sull’accordo finale della coalizione in un congresso a Berlino.
Il 6-7 marzo, infine, potrebbe essere convocato il Parlamento per una sessione straordinaria nel corso della quale Angela Merkel verrebbe rieletta cancelliera. Per Merkel sarebbe il quarto mandato consecutivo e il terzo alla guida di una Grande Coalizione dopo quelle del 2005-2009 e 2013-2017.