Festival di Sanremo 2018

Sanremo 2018, la prima serata. Torna Fiorello, fuoriclasse vero. Classifica parziale: favoriti Annalisa, Ron, Ermal Meta e Fabrizio Moro

di Giulio Pasqui
Sanremo 2018, la prima serata. Torna Fiorello, fuoriclasse vero. Classifica parziale: favoriti Annalisa, Ron, Ermal Meta e Fabrizio Moro

Ora si fa sul serio. La 68esima edizione del Festival di Sanremo è iniziata: Claudio Baglioni & Company hanno lavorato mesi per presentarci il loro spettacolo di “musica e parole”. Loro sono pronti a cantare, noi siamo pronti ad ascoltare e commentare con la speranza di non annoiarci troppo. I 20 Big in gara, che stasera si esibiranno tutti, sono i primi a comparire in questa prima puntata con la loro interpretazione della sigla “popopò”, scritta proprio per l’occasione da Claudio Baglioni: non sarà proprio una hit. Si vede anche Fiorello in questi primi minuti di show come scaldapubblico: “Ma non dovevi venire alle 22.30? Vabbè, hai vinto tu”, si lamenta Baglioni. Ma ecco il primo imprevisto: irrompe sul palco uno sconosciuto. “Sono mesi che cerco un contatto con il procuratore della Repubblica“: chissà se la cosa era organizzata per fare rumore. “Io lo sapevo che non ci dovevo venire“, ha detto Fiore.

Le battute migliori dello sketch: “Questo sarà il primo Festival in cui non si eliminano i cantanti ma il pubblico. D’altronde eliminano Facchinetti, tutti i negozi che vengono le tinture chiudono. Ho ascoltato delle canzoni. Il preludio di Chopin a confronto era samba. Non c’è neanche un rapper. Non sentiremo ‘bella raga’, semmai – vista la platea – potremmo sentire ‘bella ruga’. Vi auguro un buon Sanremo 1918“. Brillante ma non brillantissimo. A una certa è rimasto anche senza saliva: “E’ l’ansia“, ha detto prima di cantare un medley delle canzoni di Morandi e Baglioni, che poco dopo è sceso dalla scalinata come un vero Divo.

Il “dittatore artistico” accoglie il pubblico con un monologhetto sulle canzoni. La sala stampa “ccciovane”, quella del Lucio Dalla, rumoreggia un po’ per la retorica usata e non troppo necessaria. Ma, dopo il primo blocco pubblicitario, ecco la leggerezza di Pierfrancesco Favino. Debutta con un “bella frate”: un brivido scende lungo la schiena del pubblico in sala con età media 83 anni. I due cavalieri accolgono Michelle Hunziker, di nero vestita ed elegantissima. In sala viene inquadrato il fidanzato Tomaso Trussardi che la fotografa con lo smartphone.

Il “dittatore artistico” accoglie il pubblico con un monologhetto sulle canzoni. La sala stampa “ccciovane”, quella del Lucio Dalla, rumoreggia un po’ per la retorica usata e non troppo necessaria. Ma, dopo il primo blocco pubblicitario, ecco la leggerezza di Pierfrancesco Favino. Debutta con un “bella frate”: un brivido scende lungo la schiena del pubblico in sala con età media 83 anni. I due cavalieri accolgono Michelle Hunziker, di nero vestita ed elegantissima. In sala viene inquadrato il marito Tomaso Trussardi che la fotografa con lo smartphone.

Ma bando alle ciance. Alle 21.18 inizia la gara. La prima a salire sul palco è Annalisa (che sfoggia il ranuncolo contro la violenza sulle donne) con Il mondo prima di te, scritta insieme con il suo ex fidanzato. Nali, come la chiamano i suoi fan, caccia la voce come mai fatto prima. La Hunziker ci tiene a ricordarci che “queste canzoni sono davvero inedite, non l’abbiamo mai sentite prima”: maddai? Succede più o meno da 68 edizioni, Michelle.
In attesa del palco per Ron, Michelle sfrutta l’Ariston per una dichiarazione d’amore: “Ti amo Tomaso. Sei talmente bello che ti risposerei”, ha detto al marito Trussardi, seduto in sala al fianco della figlia Aurora Ramazzotti. Che dolce. Ma intanto ecco il cantautore bolognese che propone una struggente interpretazione di Almeno Pensami, scritta dal compianto Lucio Dalla e rimasta nel cassetto finora. Al primo ascolto ci sembra una perla emozionante. Applausi a scena aperta per lui (e per il suo direttore artistico, Peppe Vessicchio). Segue il pop radiofonico dei The Kolors: il loro “mai mai mai” di Frida lo canteremo spesso da qui a sabato. Per ora almeno il livello musicale è degno di un buon Festival.
Ma ecco Michelle che approfitta di un momento morto per scendere in platea. Prima chiede il nome social a una signora del pubblico (è @rosatrio su Instagram e ha 1600 follower: chissà a quanti arriverà entro stanotte) e poi ne approfitta per baciare il suo Tomaso: ma Baglioni non voleva lasciare spazio a gossip e contorni mediatici? Ammazza oh. “Ho capito che sono due settimane che non vi vedete, ma non potete aspettare fine serata?”, scherza Favino dal palco, prima di presentare Max Gazzè con La leggenda di Cristalda e Pizzomunno. Lo si ascolta in religioso silenzio perché tanto lui non delude mai. Pubblicità.
Il ritmo televisivo ritorna a essere incalzante con Fiorello. Baglioni si presta a una gag (poco riuscita): “Le canzoni fanno miracoli e speriamo sia così. Io ci spero. E’ il momento del primo superospite, signori e signore: Laura Pausini“. Ma ovviamente dalle scale non scende la cantante di Solarolo, ma Fiore appunto. “Abbiamo qualcosa in comune: siamo nati tutti il 16 maggio. Baglioni nel 1930. Facciamo parlare i giornali domani. C’è la par condicio? Chissenefrega. Su le mani chi voterà Pd. Su chi voterà 5Stelle. Su chi voterà il centrodestra, Berlusconi e company. Orfeo, tu non puoi alzare la mano tre volte eh. Chi voterà Liberi e belli, quelli dello shampoo: no, Liberi e uguali. Chi abbiamo dimenticato? Se non li nominiamo tutti siamo finiti. Chi voterà per altri?”. Ma la regia non inquadra la platea. Dall’alto, intanto, si materializza Laura Pausini: “Scusate la voce ma questo è il motivo per cui non sono lì. Verrò sabato, spero non con questa voce”, ha detto la cantante al telefono. “Tu Laura per chi voterai?”, scherza Rosario. Fiore si congeda con E tu, “una canzone che piace tanto ad Antonio Ricci”. Meno male che c’è lui, un fuoriclasse assoluto. Ha fatto sciogliere anche Baglioni. E non intendiamo il botox.
Fiore, Lauretta e Claudione si uniscono per presentare signora nostra Ornella Vanoni accompagnata da Bungaro e Pacifico: la loro Imparare ad amarsi è un invito a volersi bene. A lei, che si è rimessa in discussione all’età di 83 anni, cosa potremmo dirle? Solo tanto di cappello. Quindi si ritrovano sul palco la poco spontanea (per ora) Michelle e l’irriverente (per ora) Favino per il prossimo lancio: “Perché sorridi sempre? Sembra che hai un crampo”, le dice l’attore. “Perché sono contenta”, risponde la svizzera. Fingono di litigare e fingono pure male: era ampiamente previsto dalla scaletta. Il disagio viene spazzato via da Fabrizio Moro ed Ermal Meta: Non mi avete fatto niente è un dialogo contro il terrorismo. Lo diciamo già da adesso: rischiano di vincere.
Di Mario Biondi e della sua Rivederti non se ne sentiva troppo il bisogno. Fa sempre la sua porca figura con quella voce così profonda e internesciònal, ma la classe non basta e con questa canzone non spicca. Chi sta spiccando in questa prima serata, invece, è Pierfrancesco Favino. Sembra quello più a suo agio, anche quando parte uno sketch recitando A Silvia e finisce a cantare a squarciagola con il pubblico Un’Avventura di Lucio Battisti. Canta anche Eros Ramazzotti: “Cioè, fra tutte le canzoni di Sanremo, proprio questa?“, lamenta Michelle con il solito sorriso. Lui è una rivelazione, già da ora. I prossimi Big vengono presentati dalla Hunziker: lasciano lo sporco lavoro a lei. Roby Facchinetti e Riccardo Fogli con Il segreto del tempo fanno i Pooh: niente di stupefacente. Stupiscono in positivo i bolognesi de Lo Stato Sociale: cantano Una vita in vacanza e si presentano con un’arzilla ottantenne nei panni di una ballerina. Lei si chiama Paddy Jones, ha 83 anni ed è arrivata in finale a Tu sì que vales: tutti ne sono già innamorati. Loro giusti ma paraculetti.
Michelle scende dalle scale con un nuovo abito e prova a fare StudioUno cantando E se domani. Le viene anche piuttosto bene, ma non è Mina. Torniamo alla gara: Noemi fa bella figura con Non smettere mai di cercarmi e torna (glielo auguriamo) ai fasti musicali di Solo solo parole. Anche i Decibel tornano a fare musica con Lettera al Duca, che sarebbe David Bowie. Elio e le sue storie tese, invece, propongono il loro commiato, Arrivedorci, con uno dei loro look eccentrici: questa sera sono piuttosto indiani. “Ogni storia si esaurisce“, cantano: anche la loro lo sembra. L’accoglienza da parte del pubblico è tiepida: hanno lasciato la loro solita genialità a casa. Intanto la signora @rosatrio è già a 17mila follower: gli effetti di Sanremo sulla gente.
Giovanni Caccamo tenta il tutto per tutto con una bella canzone con un testo profondo, ma non brilla a livello vocale e la sua esibizione di stasera non è impeccabile (ma il ragazzo si rifarà). Red Canzian, un altro ex Pooh, stupisce e riceve gli applausi della sala stampa… ma parlare di rock sembra davvero esagerato. Luca Barbarossa propone lo stornello romanesco: rimandato al prossimo ascolto. Intanto, la situazione è questa: incombe la mezzanotte, mancano ancora un ospite, cinque cantanti in gara, la marchetta al film di Gabriele Muccino e le canzoni conciliano il sonno. Stiamo uniti.
Dopo averlo atteso per tutta la serata neanche fosse stato Louis Armstrong, ecco Gianni Morandi. Omaggia Bacalov con Se non avessi più te insieme con il “capitano coraggioso” Baglioni: quando Claudio canta, non ce n’è per nessuno. Dovrebbe fare quello e basta. Poi ecco Tommy Paradise dei Thegiornalisti per un duetto sulle note di Una vita che ti sogno, brano contenuto nell’ultimo album di Morandi. “Bella canzone”, si dice da solo Gianni a fine esibizione.
Diodato stupisce con Adesso e la tromba di Roy Paci che riecheggia. Nina Zilli non propone il brano migliore della sua carriera. Quindi il cast di A casa tutti bene si riunisce per cantare Bella senz’anima con Claudio Baglioni, poi gag di Sabrina Impacciatore. Bene Le Vibrazioni.

Ma ecco la classifica. Si salvano (zona blu) Nina Zilli, Lo Stato Sociale, Noemi, Annalisa, Max Gazzè, Ron, Moro-Meta. In purgatorio (zona gialla) Luca Barbarossa, Mario Biondi, The Kolors, Elio, Giovanni Caccamo, Vanoni-Bungaro-Pacifico. Male (zona rossa): Decibel, Diodato e Roy Paci, Renzo Rubino, Avitabile e Servillo, Red Canzian, Le Vibrazioni.

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