Meno tre settimane al voto. E arriva anche l’ultimo step necessario per sbloccare l’agognato rinnovo del contratto degli statali, che hanno gli stipendi congelati da nove anni. La Corte dei Conti secondo l’Adnkronos ha infatti dato il via libera sulle coperture agli aumenti contrattuali di 85 euro medi lordi per una platea di circa 250.000 dipendenti pubblici di ministeri, agenzie fiscali, Inps e Inail del comparto Funzioni centrali, il primo su cui il 23 dicembre è stata raggiunta l’intesa tra Aran (l’Agenzia che rappresenta il governo) e i sindacati. Problema: ora il contratto deve compiere un ultimo passaggio formale all’Aran per la firma definitiva di governo e sigle. Con tutta probabilità, dunque, i primi aumenti arriveranno non prima della busta paga di marzo. Ma la soluzione per dare un segnale prima delle elezioni è stata prontamente trovata: entro febbraio saranno erogati in un cedolino speciale gli arretrati, somme ‘una tantum’ che vanno da un minimo di 370 euro a 720 euro lordi.

Intanto giovedì mattina è stato firmato anche il nuovo contratto dei Vigili del Fuoco per il triennio 2016 – 2018. “Dopo oltre otto anni di vacanza contrattuale, anche questo delicato settore del pubblico impiego, strategico nel quadro della sicurezza, raggiunge un importante traguardo molto atteso da tutto il personale – si legge in una nota – Gli incrementi retributivi derivanti dal nuovo accordo, pari al 3,48%, in linea con gli altri Comparti pubblici, porteranno ai Vigili del Fuoco in busta paga oltre 84 euro mensili in media”. Inoltre ci sarà un incremento della retribuzione accessoria. Secondo il governo, dall’insieme di queste misure deriveranno a regime per il personale non direttivo e non dirigente benefici medi mensili di oltre 257 euro lordo per dipendente (da un minimo di 167 ad un massimo di 407 euro). Per il personale direttivo e dirigente sono previsti invece, a regime, incrementi medi mensili lordi pari rispettivamente a 355 euro e a 417 euro.

Secondo il sottosegretario Angelo Rughetti “gli aumenti vanno da un minimo di 166 euro (per i ragazzi più giovani) fino a un massimo di 406 euro, per i direttivi (capisquadra ecc) gli incrementi vanno da un minimo di 201 euro a un massimo di 437 e per i dirigenti da 411 euro a 493 euro” a cui vanno aggiunti “gli arretrati di 450 euro per i non direttivi, di 691 euro per i direttivi e 1.464 per i dirigenti”.

Cgil, Cisl e Uil hanno espresso soddisfazione. Ma Antonio Brizzi del sindacato Conapo smentisce le cifre, spiegando che “sarà necessaria una ulteriore firma, per la quale abbiamo sin da subito espresso le nostre riserve se non avverranno le giuste modifiche in favore di chi nel Corpo rischia la vita”. Il segretario generale invece apprezza lo stralcio dall’accordo “della parte relativa alla distribuzione degli 87 milioni di euro” che il governo ha destinato, nell’ambito del riordino delle carriere, al Corpo. La parte stralciata “prevedeva di destinare parte di quei fondi agli impiegati del Corpo corrispondendo loro aumenti superiori al resto del pubblico impiego, in alcuni casi anche superiori al personale operativo, mentre il personale in divisa non recupera nemmeno il 30% del grave divario retributivo esistente con gli altri Corpi. Sarebbe stato un grave affronto e chiediamo che i ministri Minniti e Madia modifichino quelle bozze”, dice Brizzi.

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