Politica

Corteo Macerata: Anpi rinuncia e Forza Nuova no. Polemica per il divieto a tutti, ma il Viminale insiste

Dopo la tentata strage di sabato scorso e le accuse delle destre sulle politiche migratorie, il ministro dell'Interno dispone il divieto di manifestare. Lettera di Liberi e uguali: “Ma fascismo e antifascismo non sono paragonabili”

Anpi e Arci hanno annullato tutto (e spostato pare in un’altra città), Forza Nuova non ci pensa nemmeno. E’ polemica sul divieto generalizzato di manifestare in piazza a Macerata dopo la tentata strage di Luca Traini sabato scorso. Ma il ministro dell’Interno Marco Minniti insiste: “Se le forze politiche si rifiuteranno di rinviare le manifestazioni, ci penserà il Viminale a vietarle”, ha detto in un colloquio riportato da Repubblica. E, tra le altre cose, ha anche giustificato le politiche migratorie del suo ministero dichiarando: “Ho fermato gli sbarchi perché avevo previsto Traini”. Il risultato è che gli estremisti di destra manifesteranno, mentre l’Anpi ha deciso di organizzare un corteo in un’altra città del nord Italia. Rimane invece la convocazione del corteo degli esponenti di sinistra per sabato 10 febbraio. Per ora hanno annunciato la loro adesione i centri sociali, il movimento degli studenti e una serie di circoli Anpi e Arci che hanno intenzione di disobbedire allo stop arrivato dall’alto (tra cui il circolo Biagetti). In piazza anche Leu, il cui leader Pietro Grasso oggi è andato a Macerata a incontrare i feriti e la madre di Pamela.

Le polemiche sono iniziate nelle scorse ore con la richiesta del sindaco di Macerata di non fare cortei in città, a cui è seguito l’annuncio dell’intervento del Viminale. La scelta e le parole del ministro hanno provocato numerose reazioni, in un clima già molto teso di campagna elettorale. Liberi e uguali ha deciso di scrivere una lettera al governo: “Fascismo e antifascismo non sono paragonabili”, hanno scritto gli esponenti Pippo Civati, Nicola Fratoianni e Roberto Speranza. “La scelta che avete fatto di vietare la possibilità di manifestare sabato prossimo a Macerata è sbagliata e pericolosa”, hanno scritto. “Quello che è successo a Macerata ha un nome preciso: si tratta di un atto di terrorismo. Una tentata strage, le cui ragioni hanno una matrice precisa: fascismo e razzismo. Non il gesto di un folle, di un pazzo, di un criminale isolato. Qualcosa di molto più grave. Quando dalle parole si passa alle pistole succede qualcosa che non possiamo ignorare. E di fronte a cui occorre reagire”. Per questo Leu chiede un intervento dell’esecutivo: “In tutta Europa, per fortuna, la risposta al terrorismo ha mobilitato un dispositivo largo, composito, determinato. Oggi, qui, occorre una risposta che abbia le stesse caratteristiche. E devo dirvi che troviamo sbagliate e ingiustificate le parole di chi, come il sindaco di Macerata, chiede di evitare le manifestazioni in nome di un silenzio rispettoso della città, e delle sue ferite”. Secondo Leu quindi, “non tutte le manifestazioni sono uguali”: “In questi giorni prima Casa Pound e poi Forza Nuova che annuncia di voler farsi carico delle spese legali di Traini (immaginate cosa sarebbe successo ad una organizzazione che in un qualsiasi posto d’Europa colpito dagli attentati avesse annunciato una simile volontà) manifestano a Macerata. Fascismo e Antifascismo non sono in nessun modo paragonabili. Né possiamo accettare che in nome di una malintesa responsabilità torni la teoria degli opposti estremismi. Il rischio, altrimenti, è quello di spianare la strada al ritorno delle peggiori culture che abbiamo conosciuto. Per tutte queste ragioni manifestare non è mai un errore. Per questo chiediamo che l’annunciato divieto a manifestare non venga messo in atto. Perché manifestare l’antifascismo, celebrare la nostra religione civile, la nostra Costituzione è sempre giusto. E necessario”.

L’Anpi ha deciso di annullare la sua partecipazione al corteo di sabato. “Ci siamo trovati estremamente in imbarazzo”, ha dichiarato Carlo Ghezzi del Comitato nazionale Anpi a “Effetto giorno” su Radio24, “perché l’invito è giunto tardivamente, quando ormai la macchina organizzativa era già in parte in moto ed è giunto in una situazione dove, negando le agibilità, soprattutto alle manifestazioni antifasciste dopo quanto di drammatico è successo a Macerata, si rischia in termini di rottura della convivenza civile. Certo, di fronte all’appello del rappresentante maggiore di una comunità, che ci dice di una città frastornata e di una difficoltà a realizzare un rapporto tra la città e la manifestazione, ci siamo consultati con altre organizzazioni”.

La situazione è sempre più tesa, anche perché non tutti hanno intenzione di rinunciare alle manifestazioni. Centri sociali ed esponenti di forze a sinistra hanno annunciato che non fermeranno il corteo sabato. “Divieto è inaccettabile. L’equiparazione fascismo e antifascismo, razzismo e antirazzismo è inaccettabile”, hanno annunciato ad esempio le realtà di Movimento delle Marche, vicino ai centri sociali. “Per questo ribadiamo con fermezza che andremo comunque in piazza per ripristinare l’agibilità democratica e riaffermare quanto sarà scritto nello striscione di apertura del corteo ‘Movimenti contro ogni fascismo ogni razzismo’. Invitiamo tutte e tutti a non farsi intimidire dal clima creato ad arte dal ministero dell’Interno ed a raggiungere Macerata per una grande manifestazione popolare. Non è il tempo di stare a casa. Non basta esprimersi sui social. Sono in gioco le nostre libertà fondamentali”.

Tra i rappresentanti Anpi che andranno lo stesso in piazza il circolo Renato Biagetti e il comitato madri per Roma città aperta. “Non abbiamo più voglia o tempo da perdere con la paura che quelle stesse organizzazioni hanno introiettato”, hanno scritto in una lettera aperta ai vertici dell’associazione. “La paura è una brutta bestia, ti entra dentro, ti piega e ti immobilizza. Noi scegliamo di affrontare quelle paure fatte di miseria, impoverimento e disuguaglianza senza nasconderci. La nostra scelta non sarà un nuovo Aventino ma ancora una volta in strada, a volto scoperto, senza fare un passo indietro. Per tutto questo e per tanti altri motivi”, “in aperto dissenso con la scelta della Presidenza nazionale dell’ Anpi saremo a Macerata il prossimo 10 febbraio. E invitiamo gli iscritti e gli attivisti che costituiscono la base di Anpi, CGIL, Arci e Libera ad unirsi a noi”.