Non è una tendenza demografica ormai strutturale. La colpa è del governo che “attua una sostituzione etnica“. Così il leader della Lega Matteo Salvini interpreta i dati diffusi dall’Istat sull’ulteriore calo delle nascite e sul record negativo registrato dal saldo naturale della popolazione, con i decessi che hanno superato i nuovi nati di 183mila unità. “Record negativo di bambini nati in Italia nel 2017, solo 464.000, il minimo storico di sempre. Questo è il peggior fallimento del governo, che attua una sostituzione etnica sostituendo migliaia di immigrati ai figli che gli italiani non possono più mettere al mondo”, è stato il commento del segretario del Carroccio. “Mio primo obiettivo di governo sarà tornare a riempire le culle, restituendo certezze e diritti ai nostri giovani”. Tutto il centrodestra, del resto, ha colto l’occasione per attaccare le insufficienti politiche a favore delle famiglie. Per il Pd ha risposto il responsabile del programma Tommaso Nannicini, che ha rivendicato: “Il Pd è l’unico partito che ha posto, e non da ora, la questione al centro della sua azione politica. Abbiamo previsto nel nostro programma un assegno universale di 240 euro a figlio fino a 18 anni e 80 euro fino a 26, a seconda del reddito”.

Per il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Fabio Rampelli “il drammatico calo delle nascite e per contro l’aumento dei decessi dimostrano l’assoluta emergenza dello stato demografico italiano e la mancanza di politiche a sostegno delle famiglie. Nascono meno figli a causa della crisi, ma anche perché si è affermata una società egoista e individualista, sempre più proiettata verso la solitudine della persona; si muore di più a causa del peggioramento della qualità della vita e dell’assistenza sanitaria. La spirale negativa, vero e proprio epitaffio sul governo Renzi-Gentiloni, dev’essere prontamente arrestata”.

“Il calo delle nascite in Italia si è trasformato da allarme in emergenza“, dice Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera. “Ecco perché nel programma del centrodestra abbiamo inserito delle misure per sostenere donne e famiglie che intraprendono un percorso di genitorialità. Servono più asili, che devono essere resi gratuiti, misure che permettano una più agevole conciliazione tra gli orari di vita e di lavoro per le madri lavoratrici e un ‘quoziente familiare’ che consenta aiuti economici alle famiglie numerose”.

Maurizio Lupi, coordinatore nazionale di Noi con l’Italia, sostiene che “tutti ormai si sono accorti, purtroppo con ritardo, dell’allarme demografico, della denatalità che condanna al declino il nostro paese, e propongono soluzioni spot che miracolosamente convincerebbero gli italiani a fare figli. C’è invece una questione culturale di fondo che ridia alla famiglia il posto centrale che deve avere in una società in crescita. Serve una politica globale a favore della famiglia un nuovo Family Act che parta dalla questione fiscale, un fattore famiglia che aumenti le detrazioni in base al numero dei figli, si occupi della conciliazione lavoro-famiglia con incentivi alle imprese che la favoriscono, affronti il problema del microcredito per le famiglie in difficoltà e aumenti la dotazione del fondo di aiuto per le giovani coppie che vogliono acquistare la prima casa. Per questo nel nostro programma c’è la richiesta di reistituire il ministro della Famiglia”.

Per l’europarlamentare e vicesegretario federale della Lega Lorenzo Fontana, che sulla crisi demografica ha scritto con Ettore Gotti Tedeschi La culla vuota della civiltà la crisi demografica è la vera causa della crisi economica perché ha generato calo della domanda, rincorsa all’abbassamento dei costi di produzione, delocalizzazioni e ha prodotto un innalzamento dei costi fissi (pensioni e sanità) necessari in una società che invecchia”. “Per questo abbiamo elaborato un piano strutturale di incentivi alla natalità che passi attraverso il riconoscimento di 300 euro mensili (detassati) per ogni figlio, fino alla maggiore età, le agevolazioni per le famiglie numerose inserite nella flat tax, asili nidi gratuiti, la copertura dei contributi per le persone assunte in sostituzione di maternità, l’innalzamento delle retribuzioni delle donne in periodo di maternità facoltativa, la progressiva eliminazione dell’Iva sui prodotti per l’infanzia, la deducibilità totale del costo del lavoro domestico”.

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