“Intanto, io sono della sinistra radicale. Io sono sinistra di governo, quella che avrebbe dovuto essere Renzi. E oggi non ci sarebbe stata tanta destra in questo Paese, se avessimo tenuto su le bandiere di una sinistra di goveno”. E’ la severa stoccata che a Omnibus (La7) Pier Luigi Bersani, esponente di Liberi e Uguali, rifila al segretario Pd, Matteo Renzi. E aggiunge: “E’ vero che la storia non si ripete, ma ama le rime. Nel ‘900 passammo in un nanosecondo dalla Belle Epoque alla Prima Guerra Mondiale. Quando le globalizzazioni ripiegano, partono dei meccanismi protezionisti, identitari e nazionalisti aggressivi. Sono 3 anni che lo dico”. Bersani, poi, torna sul dialogo con il M5S: “Io parlo con tutti, volentieri anche coi 5 Stelle. Sento, però, Di Maio che dice: ‘Noi proponiamo i punti del nostro programma, poi chi viene, viene’. E’ come Il Rigoletto col verso “questa o quella per me pari sono”, con la differenza che Di Maio non è il duca di Mantova. Io dico a Di Maio: guarda che, se mai diventi primo partito, devi girare la testa o da una parte o dall’altra. Mi dispiace per te, ma esiste la sinistra e la destra”. E sottolinea: “Questa continua giaculatoria del M5S è un modo verboso per essere muti, perché quella roba lì detta dal M5S non vuol dir niente.I 5 Stelle devono fare un ragionamento. Io non sottovaluto quello che c’è attorno al M5S, come l’antifascismo tiepido. Trovo che su temi come l’immigrazione e sul fisco abbiano posizioni inaccettabili”. Bersani chiosa: “Li trovo più accettabili sul lato delle liberalizzazioni. Noi poniamo quattro temi: lavoro, sanità, scuola e fisco progressivo. Con chi è disposto a discutere di queste quattro cose parlo, altrimenti ciao. Anzi, ciaone”