L’anno che si è appena concluso ha fatto registrare un nuovo record negativo per la popolazione italiana. Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2017 sono nati in Italia solo 464mila bambini, il 2% in meno rispetto al 2016 quando se ne contarono 473mila. Cifre che battono il precedente record di minimo storico dall’Unità d’Italia, registrato nel 2016. E’ la nona consecutiva diminuzione dal 2008, anno in cui nacquero solo 577mila bambini. I decessi sono stati invece 647mila, 31mila in più del 2016 (+5,1%) e solo mille in meno rispetto al 2015, l’anno in cui si sono contati più morti dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Il risultato è che il “saldo naturale”, cioè la differenza tra numero di nuovi nati iscritti all’anagrafe dei residenti e numero di cancellati per decesso, è negativo per 183 mila persone. Si tratta del minimo storico: è stato superato di 21mila unità il precedente record negativo registrato nel 2015 (-162mila). Il saldo migratorio con l’estero, cioè la differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza dall’estero e il numero dei cancellati per trasferimento di residenza all’estero, è stato in compenso positivo per 184mila unità. Sono però diminuite anche le nascite in Italia da madre straniera: sono state 90mila, il 3,6% in meno dell’anno prima. All’1 gennaio 2018, i residenti in Italia erano 60 milioni 494mila residenti, in calo dell’1,6 per mille rispetto all’anno prima. E in media la popolazione è sempre più vecchia: il 22,6% ha almeno 65 anni, il 64,1% ha età compresa tra 15 e 64 anni mentre solo il 13,4% ha meno di 15 anni. L’età media ha oltrepassato i 45 anni.
Giancarlo Blangiardo, professore ordinario di Demografia all’Università di Milano-Bicocca, ha commentato ricordando che il saldo naturale è stato più basso “solo due volte nel nostro Paese, nel 1917 e nel 1918, anni drammatici tra epidemia di spagnola ed effetti della prima guerra mondiale“. Per quanto riguarda l’aumento della mortalità del 5,1%, “era naturale aspettarsi un aumento, alla luce di una popolazione invecchiata, ma la crescita è stata significativa (+31mila decessi rispetto al 2016). Questo – secondo Blangiardo – può evidenziare qualche segnale di debolezza del sistema sanitario nazionale soprattutto verso i più fragili. In questo quadro anche la speranza di vita non aumenta. Dal 1974 ad oggi è sempre stata in crescita, a parte qualche “scivolone”, l’ultimo nel 2015. Nel 2017 è rimasta invariata per i maschi, con un leggero calo per le femmine. Insomma, si registra un arresto nel trend di crescita dell’aspettativa di vita che non è confortante. Se continuiamo in questa direzione nel 2047, in Italia, avremo 400.000 nati e 800.000 morti: è quello che vogliamo?”.
Il calo della popolazione non riguarda però tutte le aree del Paese. Dal report Istat emerge che le aree più ricche e con più opportunità di lavoro, grazie al saldo migratorio estero e a quello interno, registrano variazioni di segno positivo. La Lombardia per esempio passa da da 10.019.200 abitanti a 10.039.900, +2,1 per mille. L’incremento relativo più consistente è quello ottenuto nella Provincia autonoma di Bolzano (+7,1) mentre nella vicina Trento si arriva al +2 per mille. L’Emilia Romagna è a +0,8 per mille. La riduzione di popolazione è più intensa rispetto al dato nazionale in Campania (-2,1 per mille) e Molise (-6,6).
Anche la fecondità vede primeggiare le regioni del Nord (1,39 figli per donna) nei confronti di quelle Centro (1,28) e del Mezzogiorno (1,30). Con 1,75 figli per donna la Provincia di Bolzano si conferma nel 2017 la regione più prolifica del Paese, seguita piuttosto a distanza dalla Provincia di Trento (1,50), dalla Valle d’Aosta (1,43) e dalla Lombardia (1,41). All’opposto, le aree del Paese dove la fecondità è più contenuta sono tutte nel Mezzogiorno, in particolare Basilicata (1,23), Molise (1,22) e Sardegna (1,09).
Per gli stranieri invece, risultano positivi sia il saldo naturale (+58mila) sia il saldo migratorio estero (+256mila), che registra un “consistente” incremento sull’anno precedente, pari a 144mila. Tra le poste in negativo sono invece da segnalare 132mila cancellazioni per irreperibilità e 224mila cancellazioni per acquisizione della cittadinanza italiana (+11%). La popolazione di cittadinanza italiana scende a 55 milioni 430mila (-113 mila residenti), e risulta negativo sia il saldo naturale (-241 mila) sia il saldo migratorio con l’estero (-72mila). Secondo l’Istat, l’Italia è uscita “dalla fase di diminuzione che aveva contraddistinto la dinamica migratoria” durante la crisi “segnando nel 2017 “il più elevato numero d’ingressi dell’ultimo quinquennio”.
Stabile secondo gli indicatori demografici dell’Istat la speranza di vita degli italiani alla nascita, pari a 80,6 anni per gli uomini, come nel 2016, e a 84,9 anni per le donne, contro gli 85 anni del 2016. In virtù dei più rapidi miglioramenti nella mortalità maschile, se confrontati con quella femminile, il gap di genere si riduce nel 2017 a soli 4,3 anni. Si tratta del più basso divario riscontrato dalla metà degli anni ’50, un periodo quest’ultimo dal contesto profondamente diverso rispetto a quello attuale, in cui le donne tendevano anno dopo anno ad ampliare le distanze dagli uomini. Leggere variazioni a livello territoriale. I valori massimi continuano ad aversi nel Nord-est del Paese, dove gli uomini possono contare su 81,2 anni di vita media (+0,1 sul 2016) e le donne su 85,6 (invariata). Quelli minimi, invece, si ritrovano nel Mezzogiorno con 79,8 anni per gli uomini (-0,1 sul 2016) e 84,1 per le donne (-0,2). Nonostante un livello inferiore di nascite, il numero medio di figli per donna (1,34) risulta invariato rispetto all’anno precedente. L’età media al parto sale a 31,8 anni.
Le iscrizioni dall’estero di individui di nazionalità straniera sono 292 mila (+10,9% sul 2016) mentre i rientri in patria di italiani sono 45 mila (+19,9%). Solo 40mila emigrazioni per l’estero, sulle complessive 153 mila, coinvolgono cittadini stranieri (-5% sul 2016) contro 112mila cancellazioni di cittadini italiani, in leggera diminuzione (-1,8%). I trasferimenti di residenza intercomunali sono 1 milione e 360mila (+2,2% sul 2016). Tra questi, i movimenti interregionali (tra regioni diverse) sono 328 mila, corrispondenti al 24,2% dei trasferimenti totali.
Società
Istat, nel 2017 solo 464mila nascite. Record negativo per la differenza tra nuovi nati e morti: -183mila
Lo scorso anno si sono contati 647mila decessi: una cifra vicina al record del 2015. Il saldo naturale negativo è stato colmato dal saldo migratorio con l'estero, positivo per 184mila unità. Le aree più ricche e con più opportunità di lavoro vedono aumentare gli abitanti. Record di fecondità per la Provincia di Bolzano, seguita dalla Provincia di Trento, dalla Valle d’Aosta e dalla Lombardia. L'età media della popolazione ha superato i 45 anni e il 22,6% ne ha almeno 65
L’anno che si è appena concluso ha fatto registrare un nuovo record negativo per la popolazione italiana. Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2017 sono nati in Italia solo 464mila bambini, il 2% in meno rispetto al 2016 quando se ne contarono 473mila. Cifre che battono il precedente record di minimo storico dall’Unità d’Italia, registrato nel 2016. E’ la nona consecutiva diminuzione dal 2008, anno in cui nacquero solo 577mila bambini. I decessi sono stati invece 647mila, 31mila in più del 2016 (+5,1%) e solo mille in meno rispetto al 2015, l’anno in cui si sono contati più morti dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Il risultato è che il “saldo naturale”, cioè la differenza tra numero di nuovi nati iscritti all’anagrafe dei residenti e numero di cancellati per decesso, è negativo per 183 mila persone. Si tratta del minimo storico: è stato superato di 21mila unità il precedente record negativo registrato nel 2015 (-162mila). Il saldo migratorio con l’estero, cioè la differenza tra il numero degli iscritti per trasferimento di residenza dall’estero e il numero dei cancellati per trasferimento di residenza all’estero, è stato in compenso positivo per 184mila unità. Sono però diminuite anche le nascite in Italia da madre straniera: sono state 90mila, il 3,6% in meno dell’anno prima. All’1 gennaio 2018, i residenti in Italia erano 60 milioni 494mila residenti, in calo dell’1,6 per mille rispetto all’anno prima. E in media la popolazione è sempre più vecchia: il 22,6% ha almeno 65 anni, il 64,1% ha età compresa tra 15 e 64 anni mentre solo il 13,4% ha meno di 15 anni. L’età media ha oltrepassato i 45 anni.
Giancarlo Blangiardo, professore ordinario di Demografia all’Università di Milano-Bicocca, ha commentato ricordando che il saldo naturale è stato più basso “solo due volte nel nostro Paese, nel 1917 e nel 1918, anni drammatici tra epidemia di spagnola ed effetti della prima guerra mondiale“. Per quanto riguarda l’aumento della mortalità del 5,1%, “era naturale aspettarsi un aumento, alla luce di una popolazione invecchiata, ma la crescita è stata significativa (+31mila decessi rispetto al 2016). Questo – secondo Blangiardo – può evidenziare qualche segnale di debolezza del sistema sanitario nazionale soprattutto verso i più fragili. In questo quadro anche la speranza di vita non aumenta. Dal 1974 ad oggi è sempre stata in crescita, a parte qualche “scivolone”, l’ultimo nel 2015. Nel 2017 è rimasta invariata per i maschi, con un leggero calo per le femmine. Insomma, si registra un arresto nel trend di crescita dell’aspettativa di vita che non è confortante. Se continuiamo in questa direzione nel 2047, in Italia, avremo 400.000 nati e 800.000 morti: è quello che vogliamo?”.
Anche la fecondità vede primeggiare le regioni del Nord (1,39 figli per donna) nei confronti di quelle Centro (1,28) e del Mezzogiorno (1,30). Con 1,75 figli per donna la Provincia di Bolzano si conferma nel 2017 la regione più prolifica del Paese, seguita piuttosto a distanza dalla Provincia di Trento (1,50), dalla Valle d’Aosta (1,43) e dalla Lombardia (1,41). All’opposto, le aree del Paese dove la fecondità è più contenuta sono tutte nel Mezzogiorno, in particolare Basilicata (1,23), Molise (1,22) e Sardegna (1,09).
Per gli stranieri invece, risultano positivi sia il saldo naturale (+58mila) sia il saldo migratorio estero (+256mila), che registra un “consistente” incremento sull’anno precedente, pari a 144mila. Tra le poste in negativo sono invece da segnalare 132mila cancellazioni per irreperibilità e 224mila cancellazioni per acquisizione della cittadinanza italiana (+11%). La popolazione di cittadinanza italiana scende a 55 milioni 430mila (-113 mila residenti), e risulta negativo sia il saldo naturale (-241 mila) sia il saldo migratorio con l’estero (-72mila). Secondo l’Istat, l’Italia è uscita “dalla fase di diminuzione che aveva contraddistinto la dinamica migratoria” durante la crisi “segnando nel 2017 “il più elevato numero d’ingressi dell’ultimo quinquennio”.
Stabile secondo gli indicatori demografici dell’Istat la speranza di vita degli italiani alla nascita, pari a 80,6 anni per gli uomini, come nel 2016, e a 84,9 anni per le donne, contro gli 85 anni del 2016. In virtù dei più rapidi miglioramenti nella mortalità maschile, se confrontati con quella femminile, il gap di genere si riduce nel 2017 a soli 4,3 anni. Si tratta del più basso divario riscontrato dalla metà degli anni ’50, un periodo quest’ultimo dal contesto profondamente diverso rispetto a quello attuale, in cui le donne tendevano anno dopo anno ad ampliare le distanze dagli uomini. Leggere variazioni a livello territoriale. I valori massimi continuano ad aversi nel Nord-est del Paese, dove gli uomini possono contare su 81,2 anni di vita media (+0,1 sul 2016) e le donne su 85,6 (invariata). Quelli minimi, invece, si ritrovano nel Mezzogiorno con 79,8 anni per gli uomini (-0,1 sul 2016) e 84,1 per le donne (-0,2). Nonostante un livello inferiore di nascite, il numero medio di figli per donna (1,34) risulta invariato rispetto all’anno precedente. L’età media al parto sale a 31,8 anni.
Le iscrizioni dall’estero di individui di nazionalità straniera sono 292 mila (+10,9% sul 2016) mentre i rientri in patria di italiani sono 45 mila (+19,9%). Solo 40mila emigrazioni per l’estero, sulle complessive 153 mila, coinvolgono cittadini stranieri (-5% sul 2016) contro 112mila cancellazioni di cittadini italiani, in leggera diminuzione (-1,8%). I trasferimenti di residenza intercomunali sono 1 milione e 360mila (+2,2% sul 2016). Tra questi, i movimenti interregionali (tra regioni diverse) sono 328 mila, corrispondenti al 24,2% dei trasferimenti totali.
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Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - Ail - Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma rinnova la storica campagna dedicata alle Uova di Pasqua, con l’obiettivo di unire ciò che è divenuto un simbolo dell’Associazione, il racconto delle storie dei pazienti e l’impegno sociale di Ail. E lancia la nuova campagna di comunicazione integrata 'Un Uovo per la Vita' dedicata all’iniziativa Uova di Pasqua, affidata a Lateral, Studio di Branding & Comunicazione guidato da Federica Bello e Francesco Fallisi, con la direzione creativa di Francesco Fallisi e Simona Angioni. L’iniziativa 'Uova di Pasqua Ail', in programma nei giorni 4, 5 e 6 aprile in tutta Italia, storico appuntamento con la solidarietà promosso dall’Associazione che da oltre 55 anni è al fianco dei pazienti ematologici e delle loro famiglie, viene realizzata da 32 anni grazie al contributo di migliaia di volontari e all’opera delle sue 83 sezioni Ail provinciali. La manifestazione ha permesso in tanti anni di sostenere e mettere in campo importanti progetti di Ricerca Scientifica e Assistenza e ha contribuito a far conoscere i rilevanti progressi e i risultati ottenuti nel trattamento dei tumori del sangue.
La campagna, che si articola su più media, ha la sua massima espressione nello storytelling dello spot video. Un film che attraverso una serie di ritratti emozionanti mostra il valore solidale che simboleggia l’Uovo di Pasqua Ail. Il momento più toccante si manifesta nel ritratto finale, che ritrae una paziente ematologica, sottolineando il significato profondo rappresentato dalla scelta di un Uovo di Pasqua Ail. "Per chi affronta un tumore del sangue, quest’uovo non è solo un simbolo pasquale, ma rappresenta la speranza e un futuro oltre la malattia" afferma Rita Smoljko, Responsabile Comunicazione Ail.
"Attraverso questa campagna - spiega Daniele Scarpaleggia, coordinatore del progetto - vogliamo trasmettere un messaggio di solidarietà e di vicinanza ai pazienti e alle loro famiglie. L’Uovo di Pasqua Ail è un piccolo grande gesto che può fare la differenza per chi sta affrontando un momento difficile". Ail - ricorda una nota - da oltre 55 anni mette al primo posto il paziente con tumore del sangue e il sostegno alla ricerca scientifica. I risultati negli studi scientifici e le terapie innovative sempre più efficaci e mirate, hanno determinato grandi miglioramenti nella diagnosi e nella cura dei pazienti ematologici, adulti e bambini.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Findus, azienda attiva nel settore dei surgelati e parte del Gruppo Nomad Foods, annuncia il raggiungimento di un traguardo storico: il 100% dei suoi prodotti ittici proviene da pesca sostenibile certificata Msc (Marine Stewardship Council) e acquacoltura responsabile certificata Asc (Aquaculture Stewardship Council). Questo obiettivo, annunciato nel marzo del 2017, segna non solo il compimento di un percorso, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo, consolidando il ruolo di Findus come leader del mercato del surgelato ittico, con circa 20mila tonnellate di prodotto, che equivale al 20% del comparto, per un valore totale di 290 milioni di euro.
“Siamo estremamente soddisfatti di questo importante risultato, frutto di un notevole impegno organizzativo ed economico. L’approvvigionamento di volumi importanti, come quelli sviluppati da Findus, l’ampiezza e la varietà del nostro portafoglio di prodotti ittici, che vanta oltre 20 diverse specie, ha richiesto un impegno significativo volto a coinvolgere, informare ed ingaggiare tutta la filiera, dai gruppi di pescatori alla lavorazione del pesce, dal confezionamento fino all’arrivo dei prodotti negli scaffali della Gdo. La salvaguardia della biodiversità marina è uno standard da perseguire collettivamente per tutelare i nostri mari e garantire una fonte di nutrimento sostenibile per le future generazioni - ha dichiarato Renato Roca, Country Manager di Findus Italia - Come leader di mercato, siamo consapevoli della nostra responsabilità e siamo orgogliosi di aver ispirato l’intero settore, raggiungendo l’obiettivo fissato nel 2017 e promuovendo costantemente un modello di sostenibilità condivisa. Questo non è un punto d’arrivo, ma una tappa che ci spinge a proseguire nel nostro impegno. Produrre cibo impattando meno sull’ambiente e tutelando le risorse naturali è la nostra sfida: ci impegniamo per un progresso costante e responsabile, affinché la sostenibilità diventi sempre più un valore condiviso da tutto il settore e dai consumatori”.
Un comparto, quello dell’ittico surgelato, che ha avuto un buon andamento: secondo Iias nel 2024 sono state consumate 95.955 tonnellate di pesce surgelato, con una crescita del 3,9% rispetto al 2023. Findus è la prima azienda leader di settore 100% certificata Msc e Asc. A dimostrazione dell’impatto concreto della scelta di Findus sul mercato di riferimento - fa notare l'azienda - il volume totale dei prodotti ittici certificati Msc in Italia è più che triplicato da quando l’azienda ha ottenuto la certificazione Msc, registrando una crescita del 170% tra il 2017/2018 e il 2023/2024. Se si considera in particolare la categoria dei surgelati, l’influenza sul mercato della certificazione di Findus è stata altrettanto rilevante: in questo segmento, il volume di prodotti ittici certificati Msc è più che raddoppiato, con una crescita del 92% nello stesso periodo.
A partire dalla prossima settimana, tutti i prodotti delle gamme Findus - oltre 60 referenze - porteranno quindi il marchio blu di pesca sostenibile Msc e quello verde di acquacoltura responsabile Asc.
La pesca sostenibile e certificata Msc deve soddisfare il rigoroso Standard di Marine Stewardship Council, la più importante organizzazione al mondo in tema di pesca sostenibile, che si fonda su tre princìpi: la pesca deve lasciare in mare abbastanza pesci per permettere loro di riprodursi, affinché l’attività possa proseguire nel tempo; deve essere effettuata in modo da minimizzare il suo impatto sull’ecosistema, consentendo alla flora e alla fauna marina di prosperare; deve essere gestita in modo da potersi adattare alle mutevoli condizioni ambientali, nel rispetto delle leggi vigenti.
Per quanto riguarda invece il marchio verde Asc, esso garantisce al consumatore che il prodotto ittico provenga da un allevamento certificato secondo lo Standard di Aquaculture Stewardship Council (Asc), un'organizzazione internazionale indipendente senza scopo di lucro che stabilisce requisiti rigorosi per l'acquacoltura responsabile, spronando i produttori ittici a minimizzarne l'impatto ambientale e sociale. I requisiti ambientali prevedono che l’allevamento minimizzi il suo impatto sugli ecosistemi locali, che tutti i mangimi per pesci siano completamente tracciabili e che i parametri dell'acqua, come i livelli di fosforo e ossigeno, siano misurati regolarmente per rimanere entro i limiti stabiliti. I requisiti sociali comprendono invece la tutela dei diritti dei lavoratori e il rispetto delle comunità locali. Infine, i requisiti di benessere animale, assicurano che gli animali siano trattati con il massimo rispetto lungo tutto il loro ciclo di vita.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Findus, azienda attiva nel settore dei surgelati e parte del Gruppo Nomad Foods, annuncia il raggiungimento di un traguardo storico: il 100% dei suoi prodotti ittici proviene da pesca sostenibile certificata Msc (Marine Stewardship Council) e acquacoltura responsabile certificata Asc (Aquaculture Stewardship Council). Questo obiettivo, annunciato nel marzo del 2017, segna non solo il compimento di un percorso, ma anche l’inizio di un nuovo capitolo, consolidando il ruolo di Findus come leader del mercato del surgelato ittico, con circa 20mila tonnellate di prodotto, che equivale al 20% del comparto, per un valore totale di 290 milioni di euro.
“Siamo estremamente soddisfatti di questo importante risultato, frutto di un notevole impegno organizzativo ed economico. L’approvvigionamento di volumi importanti, come quelli sviluppati da Findus, l’ampiezza e la varietà del nostro portafoglio di prodotti ittici, che vanta oltre 20 diverse specie, ha richiesto un impegno significativo volto a coinvolgere, informare ed ingaggiare tutta la filiera, dai gruppi di pescatori alla lavorazione del pesce, dal confezionamento fino all’arrivo dei prodotti negli scaffali della Gdo. La salvaguardia della biodiversità marina è uno standard da perseguire collettivamente per tutelare i nostri mari e garantire una fonte di nutrimento sostenibile per le future generazioni - ha dichiarato Renato Roca, Country Manager di Findus Italia - Come leader di mercato, siamo consapevoli della nostra responsabilità e siamo orgogliosi di aver ispirato l’intero settore, raggiungendo l’obiettivo fissato nel 2017 e promuovendo costantemente un modello di sostenibilità condivisa. Questo non è un punto d’arrivo, ma una tappa che ci spinge a proseguire nel nostro impegno. Produrre cibo impattando meno sull’ambiente e tutelando le risorse naturali è la nostra sfida: ci impegniamo per un progresso costante e responsabile, affinché la sostenibilità diventi sempre più un valore condiviso da tutto il settore e dai consumatori”.
Un comparto, quello dell’ittico surgelato, che ha avuto un buon andamento: secondo Iias nel 2024 sono state consumate 95.955 tonnellate di pesce surgelato, con una crescita del 3,9% rispetto al 2023. Findus è la prima azienda leader di settore 100% certificata Msc e Asc. A dimostrazione dell’impatto concreto della scelta di Findus sul mercato di riferimento - fa notare l'azienda - il volume totale dei prodotti ittici certificati Msc in Italia è più che triplicato da quando l’azienda ha ottenuto la certificazione Msc, registrando una crescita del 170% tra il 2017/2018 e il 2023/2024. Se si considera in particolare la categoria dei surgelati, l’influenza sul mercato della certificazione di Findus è stata altrettanto rilevante: in questo segmento, il volume di prodotti ittici certificati Msc è più che raddoppiato, con una crescita del 92% nello stesso periodo.
A partire dalla prossima settimana, tutti i prodotti delle gamme Findus - oltre 60 referenze - porteranno quindi il marchio blu di pesca sostenibile Msc e quello verde di acquacoltura responsabile Asc.
La pesca sostenibile e certificata Msc deve soddisfare il rigoroso Standard di Marine Stewardship Council, la più importante organizzazione al mondo in tema di pesca sostenibile, che si fonda su tre princìpi: la pesca deve lasciare in mare abbastanza pesci per permettere loro di riprodursi, affinché l’attività possa proseguire nel tempo; deve essere effettuata in modo da minimizzare il suo impatto sull’ecosistema, consentendo alla flora e alla fauna marina di prosperare; deve essere gestita in modo da potersi adattare alle mutevoli condizioni ambientali, nel rispetto delle leggi vigenti.
Per quanto riguarda invece il marchio verde Asc, esso garantisce al consumatore che il prodotto ittico provenga da un allevamento certificato secondo lo Standard di Aquaculture Stewardship Council (Asc), un'organizzazione internazionale indipendente senza scopo di lucro che stabilisce requisiti rigorosi per l'acquacoltura responsabile, spronando i produttori ittici a minimizzarne l'impatto ambientale e sociale. I requisiti ambientali prevedono che l’allevamento minimizzi il suo impatto sugli ecosistemi locali, che tutti i mangimi per pesci siano completamente tracciabili e che i parametri dell'acqua, come i livelli di fosforo e ossigeno, siano misurati regolarmente per rimanere entro i limiti stabiliti. I requisiti sociali comprendono invece la tutela dei diritti dei lavoratori e il rispetto delle comunità locali. Infine, i requisiti di benessere animale, assicurano che gli animali siano trattati con il massimo rispetto lungo tutto il loro ciclo di vita.
Reggio Emilia, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - "Dai 2,2 miliardi di metri cubi che vengono consumati oggi a livello mondiale si arriverà ad un consumo di 3,2 miliardi di metri cubi e in questo giocherà una chiave sempre più importante il riciclo, quindi dobbiamo essere bravi a cercare di sostituire ove possibile materiale di legno vergine con materiale riciclato". A dirlo Massimiliano Bedogna, presidente di Conlegno, che ha aperto i lavori degli stati generali delle aziende attive nella riparazione, riutilizzo e gestione dei pallet a Gattatico di Reggio Emilia.
"Nel cospetto europeo siamo tra i sistemi più più evoluti, abbiamo un consorzio come Rilegno che ha una raccolta capillare molto importante del fine vita dell'imballaggio in legno e abbiamo anche delle industrie che trasformano per quanto riguarda l'imballaggio il fine vita del legno da imballaggio in prodotti riciclati, quindi io direi che la strada è tracciata; ovviamente non è sufficiente però dobbiamo spingere affinché si trovi sempre di più un compromesso tra l'economia e la sostenibilità affinché entrambe possano giocare un ruolo determinante per il futuro del nostro paese", ha concluso Bedogna
Reggio Emilia, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - "Dai 2,2 miliardi di metri cubi che vengono consumati oggi a livello mondiale si arriverà ad un consumo di 3,2 miliardi di metri cubi e in questo giocherà una chiave sempre più importante il riciclo, quindi dobbiamo essere bravi a cercare di sostituire ove possibile materiale di legno vergine con materiale riciclato". A dirlo Massimiliano Bedogna, presidente di Conlegno, che ha aperto i lavori degli stati generali delle aziende attive nella riparazione, riutilizzo e gestione dei pallet a Gattatico di Reggio Emilia.
"Nel cospetto europeo siamo tra i sistemi più più evoluti, abbiamo un consorzio come Rilegno che ha una raccolta capillare molto importante del fine vita dell'imballaggio in legno e abbiamo anche delle industrie che trasformano per quanto riguarda l'imballaggio il fine vita del legno da imballaggio in prodotti riciclati, quindi io direi che la strada è tracciata; ovviamente non è sufficiente però dobbiamo spingere affinché si trovi sempre di più un compromesso tra l'economia e la sostenibilità affinché entrambe possano giocare un ruolo determinante per il futuro del nostro paese", ha concluso Bedogna
Gaza, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - "Il rapporto delle Nazioni Unite sugli atti di genocidio contro il popolo palestinese conferma ciò che è accaduto sul terreno: un genocidio e la violazione di tutti i principi umanitari e legali". Lo ha detto all'Afp il portavoce del movimento islamico, Hazem Qassem.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Premio Film Impresa è pronto a tornare per il terzo anno consecutivo. La conferenza stampa di presentazione avrà luogo il 17 marzo, alle 11, alla Casa del Cinema di Roma a Villa Borghese. Il Premio - la cui terza edizione si terrà il 9, 10 e 11 aprile sempre alla Casa del Cinema - è un’iniziativa ideata e realizzata da Unindustria con il supporto di Confindustria. Divenuto ormai un vero hub culturale e luogo d’incontro di riferimento, il Premio ha l’obiettivo di valorizzare, esaltare e comunicare i valori dell’impresa e delle persone che vi lavorano. Creatività, visione, coraggio, tradizione, appartenenza al territorio, innovazione e sostenibilità sono i protagonisti dei prodotti audiovisivi, dei cortometraggi e dei mediometraggi candidati che saranno selezionati da una giuria presieduta quest’anno da Caterina Caselli.
Alla conferenza stampa di lancio, che annuncerà i nomi di tutti i componenti della giuria e anche il dettaglio del programma degli eventi del Pfi, prenderanno parte il presidente del Premio Film Impresa Giampaolo Letta, il presidente di Unindustria Giuseppe Biazzo, il direttore artistico del Premio Mario Sesti e la presidente di Giuria Caterina Caselli.
Parteciperanno inoltre i rappresentanti delle aziende partner, e interverrà anche Lorenza Lei, responsabile Cinema e Audiovisivo della Regione Lazio. La terza edizione del Premio Film Impresa si avvale del patrocinio di Regione Lazio, Roma Capitale e Rai Teche, e della collaborazione di Confindustria, Anica, Una e Fondazione Cinema per Roma. L'iniziativa è realizzata in partnership con Almaviva, Edison Next, Umana e UniCredit, e con il supporto tecnico di Spencer & Lewis, D-Hub Studios, Ega e Tecnoconference Europe. Media partner dell'evento sono Il Messaggero, Prima Comunicazione e Adnkronos.