di Monica Di Sisto
“Mi impegno, se eletta o eletto, a bocciare la ratifica del trattato di facilitazione commerciale tra Europa e Canada (Ceta) per riaprire un dibattito in Europa sui contenuti e le regole del commercio tra Ue e il resto del mondo a partire da diritti, ambiente e coesione sociale e per impedire di subordinare, con trattati come questo, la salute, la sovranità alimentare, la salvaguardia dell’ambiente e delle condizioni di lavoro, alla liberalizzazione degli scambi”. E’ questo il primo dei dieci punti nel “Decalogo” per un commercio più giusto e equo che la Campagna Stop TTIP Italia chiederà di sottoscrivere a tutti i candidati alle elezioni politiche del 4 marzo. “Se non firmi, non ti voto” è la condizione che verrà posta dagli attivisti nella campagna social che partirà dalla settimana successiva.
Con un’Assemblea della piattaforma italiana Stop TTIP/Stop Ceta che si terrà sabato 10 febbraio a Milano presso il Cam in Corso Garibaldi 27 dalle 11 in collaborazione con Arci, Arcs, Ari, Assobotteghe, Attac, Cgil, Fairwatch, Greenpeace, Legambiente, Movimento Consumatori, Navdanya International, Slowfood, Terra!, e Transform la campagna #NoCeta #NonTratto raccoglie il testimone dell’azione capillare degli oltre 50 comitati territoriali e 250 organizzazioni nazionali che ha bloccato la ratifica del Ceta in questa legislatura e rimette al centro gli impatti sull’economia, la società e l’ambiente di tutti i trattati.
Oltre 100 membri del Parlamento, provenienti da diversi schieramenti, hanno aderito all’Intergruppo No Ceta nella scorsa legislatura, perché preoccupati dell’impatto del trattato sul nostro Paese e i nostri diritti. L’azione di questa alleanza, grazie anche al contributo della Campagna Stop TTIP Italia e alle forti prese di posizione di Cgil, di Coldiretti e delle altre organizzazioni #NoCeta, ha guidato in Italia il fronte di opposizione in Europa, grazie al chiaro posizionamento di oltre 1.200 Comuni e 13 Regioni che hanno votato delibere critiche con i trattati, e che impegnano Giunte e Consigli locali a premere su Governo e Parlamento aprendo una riflessione ampia e approfondita nel Paese e in Europa.
I punti di impegno sollevati dalle organizzazioni elencano tutte le debolezze dei negoziati in corso, a partire da un maggior coinvolgimento degli eletti: si chiede, infatti, che i futuri deputati e senatori rifiutino “accordi negoziati senza un’adeguata e trasparente partecipazione dei cittadini e dei loro rappresentanti e delle loro organizzazioni, a partire dagli eletti nei Parlamenti europeo, nazionali e nelle Autorità locali, a garanzia dell’obiettivo che le politiche commerciali privilegino l’interesse generale e non quello di potenti lobbies economiche”.
Si vuole, ancora “chiedere e ottenere che tutti i negoziati commerciali collochino gli standard sociali e ambientali almeno al medesimo livello delle norme specificamente commerciali e rendano così effettivi meccanismi di sanzione per chi non li rispetta. Gli accordi su commercio e investimenti devono definire il Principio di precauzione come obbligo legale di tutelare salute pubblica e ambiente, da applicarsi a tutte le parti dell’accordo”. Si chiede ai candidati, tra l’altro anche “di respingere tutte le surrettizie limitazioni introdotte dai trattati commerciali alla tracciabilità dei prodotti, alla protezione e promozione delle Indicazioni geografiche, del “made in” e alla protezione dei consumatori”.
Tutti gli aspiranti parlamentari che sottoscriveranno gli impegni proposti nel Decalogo, di persona o via social, con un selfie con il logo della campagna o con una sottoscrizione cartacea, verranno segnalati sul sito della Campagna e riconvocati, a elezioni avvenute, per ricostituire l’Intergruppo parlamentare #NoCeta e sostenere le posizioni condivise.
Sul sito della campagna Stop TTIP Italia tutte le istruzioni sia per i candidati, sia per i loro potenziali elettori.