La Questura ha autorizzato la manifestazione antifascista convocata per sabato pomeriggio dopo l’agguato fascista di Macerata. Lo hanno annunciato i promotori dell’iniziativa e dalla Prefettura è arrivata la conferma: “Non sussistono ragioni di ordine e sicurezza pubblica per un provvedimento di divieto”, afferma in una nota l’organo del governo sul territorio. Il corteo dovrebbe partire dai giardini Diaz, fare il giro delle mura della città e tornare ai giardini. Ma in città l’allerta resta alta. Nel primo pomeriggio il primo cittadino Romano Carancini aveva annunciato la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado tutto il giorno e lo stop al trasporto pubblico a partire dalle 13,30. Resteranno chiusi anche tutti i musei e un teatro, mentre è stato rinviato al 18 febbraio il Carnevale Maceratese previsto per domenica e sono rimandate a data da destinarsi altre iniziative, come concerti e convegni.

Un clima di tensione al quale si aggiunge un altro episodio di “sostegno” a Luca Traini, il fascista che sabato ha aperto il fuoco su alcuni passanti neri, ferendone almeno 8. Uno striscione con scritto “Onore a Luca Traini” è stato affisso nella notte nel paesino di Morrovalle, vicino a Macerata. Non aiuta nemmeno la dichiarazione di Simone Di Stefano, candidato presidente di CasaPound, secondo il quale “organizzare cortei dell’estrema sinistra in quel giorno (il 10 febbraio, il Giorno del Ricordo per le vittime delle foibe, ndr) significa soffiare sul fuoco”. Un piccolo precedente si è registrato a Macerata proprio nella serata di giovedì con gli scontri tra attivisti di Forza Nuova (guidati da Roberto Fiore) e forze dell’ordine: una quindicina di persone era stata portata in questura e alcune di queste – dice l’Ansa – sono state fermate.

Un’altra manifestazione sarà organizzata a Taranto, “Mai più fascismi“, promossa da Cgil, Anpi e Libera. Ma a questo punto l’attenzione è puntata tutta sulla manifestazione di domani alla quale è confermata la partecipazione dei centri sociali, degli studenti, ma anche della Fiom, del dirigente di Liberi e Uguali Nicola Fratoianni e di Dema, il movimento di De Magistris. Senza contare che cresce il dissenso interno all’Anpi e all’Arci dove la base sta ampiamente confermando la presenza di sabato. Diverse associazioni e circoli hanno confermato la propria presenza in piazza a Macerata nonostante il divieto – finora annunciato – da parte del ministero dell’Interno.

Non ci sarà l’Anpi nazionale che ribadisce di aver “accolto l’appello del sindaco di Macerata per senso di responsabilità e per sensibilità nei confronti della comunità cittadina” pur essendo stata una “scelta sofferta”. Ma “altra cosa – precisa l’Anpi – è il divieto di tutte le manifestazioni, che metterebbe di fatto sullo stesso piano quelle fasciste e quelle antifasciste. Per di più, vietare la manifestazione prevista a Macerata per domani che comunque sarà partecipata comporterebbe con ogni probabilità tensioni e incidenti. Proprio ciò che il Sindaco voleva evitare con il suo appello”. A Macerata ci sarà l’Anpi Roma, mentre l’Arci sarà rappresentata dalla presidente nazionale Francesca Chiavacci dal presidente Arci Marche Massimiliano Bianchini.

Sono attesi diversi parlamentari, soprattutto di Liberi e Uguali. “Saremo in piazza – dice Arturo Scotto – perché laddove si manifesta contro il fascismo, la xenofobia, il razzismo, Liberi e Uguali c’è”. Una presa di posizione che rispecchia anche l’idea del leader del partito, Piero Grasso: la piazza, ha detto a Radio Anch’io, si può gestire “in modo ordinato, sicuro” e che “negandola si creano più tensioni”. I principi dell’antifascismo, ha ribadito, “non possono essere messi in discussione“.

Ed è così che si allontanano di più le posizioni della sinistra da quelle del Pd. Già ieri Speranza, Fratoianni e Civati avevano scritto al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al ministro dell’Interno Marco Minniti definendo lo stop al corteo “sbagliato e pericoloso”. Ma il Partito Democratico insiste – con Maurizio Martina – annunciando una manifestazione nazionale il 24 febbraio a Roma. “L’Anpi ha proposto per il 24 febbraio a Roma una grande manifestazione nazionale #MaiPiuFascismi. Il Partito Democratico ci sarà” twitta il vicesegretario. “E’ importante – dice Matteo Renzi su facebook – rivendicare le ragioni dell’antifascismo, è cruciale dire che quei valori sono alla base della convivenza, quello che mi preoccupa dopo Macerata è l’aumento delle vendite del 1024 per cento del Mein Kampf, mi preoccupa quella cultura” che bisogna “combattere nel modo più efficace possibile”.

Non tarda ad arrivare la replica di Matteo Salvini: “Raccogliamo la sfida, democratica e pacifica, lanciata dai partiti e associazioni di sinistra che saranno in piazza a Roma 24 febbraio, stessa giornata in cui noi saremo dalle 15 in piazza Duomo a Milano  – si legge in una nota del segretario della Lega – dove aspettiamo tutti i cittadini che vogliono un paese più sicuro e tranquillo e che  credono nel progetto della Lega basato sul ‘prima gli italianì. Sono curioso di vedere se ci saranno più persone a Roma o più italiani con la Lega a Milano”.

Nel dibattito si inserisce l’ex presidente del Consiglio e ora giudice costituzionale Giuliano Amato: “Si sente dire – dice in un convegno – non si spara per la strada ai neri, però la gente è esasperata… Non c’è nessun però: se ho davanti una questione di eguaglianza non c’è un però ma solo l’eguaglianza”. “Che non si spari per la strada ai neri è un must che non è oggetto di discussione – ha proseguito Amato – La politica deve fare in modo che non si crei esasperazione per i cosiddetti ‘diversi’ affinché non ci si ritenga giustificati in nome di questa esasperazione a compiere gesti simili”. Amato conclude sottolineando che è “necessario che comunità nuove vengano immesse nella comunità insediata con opportune mediazioni culturali. La diffidenza è frutto di ignoranza più che di qualcosa che l’altro ha fatto”.

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