“Prove tecniche di regime” denuncia Giorgia Meloni dopo che il sindaco di Pontedera Simone Millozzi ha negato ai Fratelli d’Italia l’installazione di un gazebo. E il coro indignato del partito patriottico si è esteso fino al consigliere regionale Giovanni Donzelli, al nuovo acquisto Daniela Santanchè, al deputato Fabio Rampelli, l’alleato Renato Brunetta fino all’ex ministro Ignazio La Russa che da avvocato ha annunciato azioni legali per conto del partito. Ma il motivo del no del sindaco alla manifestazione dei Fratelli d’Italia nella città toscana alla fine si è scoperto: i responsabili del partito avevano “sbianchettato” la parte del modulo per richiedere i permessi nella parte in cui si dichiarava il rispetto delle leggi “che vietano sia la ricostituzione del partito fascista che la propaganda di istigazione all’odio razziale“, rendendo la richiesta “irricevibile“. Non solo: la manifestazione si è svolta regolarmente.
E’ lo stesso sindaco a spiegarlo su facebook. “Non è il Comune ma la Questura che autorizza o nega una manifestazione politica – aggiunge il primo cittadino di Pontedera – Nel caso di specie la manifestazione politica si è svolta regolarmente. Se oltre la manifestazione viene richiesta l’installazione di palchi, gazebo o pedane sul suolo pubblico è il Comune tenuto a rilasciarne l’autorizzazione”. Ed è a quel punto che gli uffici del Comune, ha spiegato il sindaco, hanno informato Fratelli d’Italia che “la richiesta così artefatta è irricevibile”.
La presidente di Fratelli d’Italia Meloni aveva invocato l’intervento “dalle più alte cariche dello Stato e dal ministro Minniti. Non è possibile che nel 2018 venga impedita una campagna elettorale”. “Vogliamo sapere se è possibile impedire al quinto partito italiano, presente in Parlamento e che raccoglie milioni di voti di fare campagna elettorale”. Ma il problema più che politico era soprattutto burocratico. Tanto che, ha spiegato Donzelli, “prima ha negato l’autorizzazione” e poi “ha mandato i vigili, come se fossero guardie di regime, a sanzionare (con 169 euro di multa, ndr) un partito politico reo di fare campagna elettorale a tre settimane dal voto”. La Russa si era premurato di comunicare di aver avuto mandato dalla leader del partito “di avviare ogni opportuna azione giudiziaria affinché non resti senza conseguenze penali e risarcitorie l’incredibile comportamento di chi, come il sindaco di Pontedera, vuole negare a Fratelli d’Italia l’utilizzo del suolo pubblico per legittime iniziative elettorali con la motivazione che Fdi mirerebbe alla ricostituzione del partito fascista. Ogni commento alla faziosa stupidità del diniego è superflua”. Chissà come si chiama quella di chi si è messo a sbianchettare il modulo.