La Repubblica ha riportato la descrizione fatta nel documento di autovalutazione del liceo Visconti di Roma. Ed è scoppiato il caso. La ministra dell'Istruzione: "Così si travisa il ruolo della scuola". Ma la dirigente si difende: "Rilevazione di dati di contesto senza giudizi di valore"
“Non posso che stigmatizzare il linguaggio utilizzato da alcune istituzioni scolastiche, e riportato dalla stampa nella compilazione del rapporto di autovalutazione (rav). Quando, nella sezione dedicata al contesto in cui opera la scuola, si inseriscono, alla voce ‘Opportunità’, frasi che descrivono come un vantaggio l’assenza di stranieri o di studenti provenienti da zone svantaggiate o di condizione socio-economica e culturale non elevata, si travisa completamente il ruolo della scuola”. La ministra dell’istruzione Valeria Fedeli si è rivolta così a Clara Rech, dirigente del liceo Ennio Quirino Visconti di Roma, dopo la presentazione dell’istituto sul sito del ministero dell’Istruzione Scuola in chiaro.
A sollevare il caso è stato il quotidiano La Repubblica che ha riportato la descrizione fatta nel documento di autovalutazione della scuola: “Le famiglie che scelgono il liceo – si legge nel rav – sono di estrazione medio-alta borghese, per lo più residenti in centro, ma anche provenienti da quartieri diversi, richiamati dalla fama del liceo. Tutti, tranne un paio, sono di nazionalità italiana e nessuno è diversamente abile. Tutto ciò favorisce il processo di apprendimento”.
Parole che hanno fatto infuriare i vertici di viale Trastevere. Dopo l’articolo apparso sulle pagine de La Repubblica la ministra ha deciso di prendere provvedimenti nei confronti della scuola. Il ministero ha chiesto all’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, di fare immediatamente un attento monitoraggio dei rapporti di autovalutazione con riferimento a questo tipo di episodi. “Alcune frasi – precisa Valeria Fedeli– appaiono particolarmente gravi, persino classiste. Non sono assolutamente tollerabili e prenderemo provvedimenti specifici a seguito dei dovuti approfondimenti. Il rav rientra peraltro fra gli strumenti di valutazione delle scuole e dei dirigenti scolastici. Terremo conto anche di questi elementi”.
Dal canto suo la dirigente del liceo è intervenuta sul caso e sul sito dell’istituto è apparsa una lettera al direttore della Repubblica dove la preside difende a spada tratta la scuola: “Il rapporto di autovalutazione richiesto alle scuole dal ministero è una mera rilevazione di dati di contesto e non contiene alcun giudizio di merito o di valore. Il Visconti è per principio e tradizione una scuola democratica, antifascista e interclassista, in cui vengono accolti ragazzi provenienti dalle più diversificate zone di Roma e provincia e in cui ciascun credo politico, religioso e, in generale, culturale, ha trovato e trova spazio e accoglienza”.
La preside se la prende con il giornale che ha pubblicato le frasi riportate nel rav: “Spiace che tanto lavoro possa vedersi squalificato e rinnegato da un articolo così aggressivamente fuorviante nel tono e nell’uso dei termini”. Intanto sul sito Scuola in chiaro le parole incriminate non sono state cancellate. Per ora restano nero su bianco.