Lo strano legame tra il rude post punk rockettaro di Ruggeri&Co, e il synthpop britannico del frontman degli ex Ultravox, è servito
Benedetto sintetizzatore. Quante cose belle puoi fare, costruire. Midge Ure insegna. I Decibel (Silvio Capeccia, Fulvio Muzio ed Enrico Ruggeri) lo hanno chiamato a duettare con loro al Festival di Sanremo 2018 per Lettere al Duca. Lo strano legame tra il rude post punk rockettaro di Ruggeri&Co, e il synthpop britannico del frontman degli ex Ultravox, è servito.
Probabile che James Midge Ure, 64 anni, elegante signore scozzese, calvo modello palla da biliardo come Ruggeri, si prenderà la licenza di gorgheggiare come un alpino nel ripetere il ritornello di Breathe. La title track dell’album omonimo del 1996, che nel 1998 finì prima in classifica nella top ten italiana. Impossibile dimenticarla. Probabile anche per la martellante campagna pubblicitaria della Swatch che la elevò a rapido jingle tv. Midge Ure sta già twittando sereno con foto dall’aereo prima, e poi del red carpet dell’Ariston. Ed è tutto un profluvio di complimenti e di gioia di suonare con i Decibel. Altro che James Taylor e il suo “Baglioni chi?”. Qui c’è tanta riconoscenza. Ure l’ha pure spiattellato nella sua pagina web. “Oh, Enrico”. “Avevamo bisogno di una leggenda al nostro fianco. Noi eravamo sotto al palco del PalaLido, quando gli Ultravox suonarono a Milano. Gli abbiamo mandato la canzone, gli è piaciuta molto e ci siamo trovati”, ha spiegato Ruggeri poche ore fa di fianco al collega straniero.
“Il vero motivo per cui mi hanno chiesto di venire è che abbiamo lo stesso taglio di capelli. Non mi era stato mai chiesto di venire al Festival di Sanremo come ospite e sono molto felice”, gli ha risposto Midge Ure. Ruggeri ancora fresco di Contessa si godeva le note di Vienna nel 1984. Ultravox al top. Ha scritto magistralmente su Onda Rock Claudio Fabretti: “Hanno incarnato una delle esperienze cardinali dell’intera new wave. Il loro sound futurista e decadente, figlio dell’elettronica pionieristica di Brian Eno e Kraftwerk, ha assorbito il profumo del glam-rock (David Bowie, Roxy Music) e l’inquietudine del punk, aprendo la strada alla stagione del synth-pop e ai movimenti “new romantic”.
Anche se Midge Ure ha davvero scalato le classifiche britanniche con Do They Know It’s Christmas?. Brano natalizio del 1984 scritto con l’amico Bob Geldof per la Band Aid – mega gruppo con Phil Collins, Sting, Boy George, e i Duran Duran – con l’intento di raccogliere fondi per la carestia che colpì l’Etiopia tra il 1983 e l’86. Tre milioni e ottocentomila copie vendute. Risultato per un singolo superato solo da Candle in the wind di Elton John. Insomma sul palco di Sanremo c’è una celebrità che per fortuna non dovrà sottostare a qualche gag con Baglioni.