“Consentire a Michelle Hunziker di utilizzare la platea di Sanremo per distribuire un gadget riferibile all’associazione con cui condivide la titolarità con l’avvocata Giulia Bongiorno quando questa è in campagna elettorale non ha nulla a che fare con la sensibilizzazione del pubblico al tema della violenza contro le donne. A noi sembra un malcelato e fintamente ingenuo tentativo non solo si sostenere la campagna elettorale di Bongiorno, ma anche di far dimenticare le critiche piovute sull’associazione Doppia Difesa”. Lo scrive, in una dura lettera alla Presidente della Rai Monica Maggioni, Raffaella Palladino, la Presidente di D.i.Re, la rete che raccoglie i centri antiviolenza in Italia.
Il riferimento è alle critiche verso l’associazione Doppia Difesa – presieduta dalla Hunziker e dall’avvocata Bongiorno, oggi candidata con la Lega di Salvini – della giornalista Selvaggia Lucarelli, che in un articolo del Fatto aveva fatto notare che i telefoni dell’associazione erano perennemente muti, mentre le mail restavano senza risposta. Ricevendo, in risposta, una querela per diffamazione, confermata proprio nei giorni del festival, mentre magicamente i telefoni dell’associazione tornavano ad essere attivi. Ecco perché la scelta della Hunziker di distribuire spille con ranuncoli ai conduttori, in nome della violenza contro le donne, è apparsa a chi lavora quotidianamente nei centri non solo strumentale – niente di meglio che il palco di Sanremo per far dimenticare le critiche – ma anche lontana dalla vera battaglia sul campo: mi metto un fiore, lancio un hashtag anonimo e che poco vuole dire (#iocisono, quello creato dalla Hunziker, mentre tra l’altro nessuna citazione è stata riservata per #metoo, perché di molestie nel mondo dello spettacolo sull’Ariston non si parla), ci aggiungo magari un flash mob con finte contestatrici come quello andato in scena ieri e ho dato, senza troppo impegno, una patina di politicamente corretto al festival.
Parla infatti di “antiviolenza spettacolo”, che non serve a nessuno, anche Manuela Ulivi, Presidente della Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano, in un duro post su Facebook: “Non so cosa faccia l’associazione di Hunziker e Bongiorno. Noi nella stessa città, Milano, abbiamo aperto da trent’anni il nostro centro, un’associazione di donne che ha costruito centinaia di percorsi di uscita dalla violenza, ospitando in case segrete le donne in pericolo. Migliaia di sostegni a donne che ci hanno chiesto un aiuto, con interventi attraverso consulenti di accoglienza, donne legali, psicologhe, educatrici, assistenti sociali, counselor, insegnanti, esperte bancarie e formatrici. Partecipato e vinto bandi nazionali e internazionali. Organizziamo nelle scuole incontri con insegnanti e alunni. Abbiamo sostenuto progetti di comunicazione, costruito insieme a registe video per le scuole. Sentito e lavorato con migliaia di studenti. Siamo in rete cittadina con molte realtà e in rete nazionale, D.i.Re, costruita con un lavoro capillare in tantissime città italiane, del nord, centro, sud e isole. Siamo nella rete europea Wave e stiamo elaborando il primo rapporto non governativo sull’applicazione nel nostro paese della Convenzione di Istanbul. Lavoriamo anche in sinergia con molte istituzioni locali e nazionali, con donne del femminismo storico e giovani che vogliono valorizzare e praticare quelle esperienze. Strano”. Ulivi racconta anche di non aver mai incontrato Hunziker o l’avvocata Bongiorno. “Ma le vediamo parlare di violenza contro le donne in televisione. Tutti corrono a dire che sono contro la violenza, in tanti anni di relazioni pubbliche e interventi a seminari, incontri, convegni, non ho mai trovato uno che dicesse di essere a favore. Ecco, la differenza è sempre tra il dire e il fare”. Quanto poi alla parata degli uomini a Sanremo con il fiorellino all’occhiello, Ulivi lancia una proposta. “Chi vuole davvero sostenere le donne, sostenga i centri antiviolenza che le conoscono bene, perché ci parlano per giornate intere e con dedizione le seguono per anni. Non mandate due euro con sms solidale. Informatevi sul centro antiviolenza più vicino a voi. La rete D.i. Re, da sola, ne ha 80 in tutta Italia. Andateci o fate loro una donazione, consistente però. Parlatene nelle vostre cene, ma ascoltate le donne, e gli uomini imparino a rispettarle davvero, non solo con un fiore”.
Ma le critiche non riguardano solo i ranuncoli antiviolenza. Sempre Raffaella Palladino fa notare che, proprio mentre si citava la violenza sulle donne, la prima puntata del Festival “ci ha servito una platea di cantanti e artisti quasi interamente al maschile, in cui spiccavano appena quattro cantanti donne e la stessa Hunziker, e un siparietto tra Baglioni e Fiorello che ironizzavano sul ‘puttan tour’”. “Parlare in questo modo”, commenta, “rivela una superficialità assoluta. In strada ci sono ragazzine nigeriane o africane di altra nazionalità costrette a prostituirsi e sfruttate, per cui non c’è nulla da scherzare. La goliardia da anni Cinquanta è fuori luogo ed è molto diseducativa”.
Alla fine, dunque, proprio mentre ci si presenta come paladini contro la violenza, o si esalta, come ha fatto ieri Hunziker, “la bellezza di portare la femminilità su questo palco”, si continua a svalorizzare le donne. Una svalorizzazione, conclude la presidente di D.i.Re, che ha difeso il lavoro portato avanti dai centri su tutto il territorio italiano, “che sta proprio alla base della legittimazione del controllo su di loro, sul loro corpo. E quindi di tante conseguenti vicende di violenza contro le donne cui assistiamo in questo paese”.