Il piatto non è ricco. Nulla a che vedere con il sistema di sussidi di Paesi vicini come la Francia. Ma per il 2018 la famiglia italiana potrà contare su qualche stampella più rispetto al passato. Soprattutto se particolarmente disagiata
Il piatto non è ricco. Ma per il 2018 la famiglia italiana potrà contare su qualche bonus in più rispetto al passato. Soprattutto se particolarmente disagiata. Nulla a che vedere con il sistema di sussidi di Paesi vicini come la Francia. Comunque meglio di niente. Oltre a premio alla nascita, bonus bebé e contributi per asili, ci sono più detrazioni per i figli a carico, sostegno per i diciottenni che lasciano la casa dei genitori a seguito di provvedimento delle autorità giudiziarie e contributo per i caregiver familiari. Eccone di seguito i dettagli.
Le novità sul fronte delle detrazioni per i figli a carico – Nella manovra il legislatore ha stabilito che a partire dal 2019 possono essere considerati fiscalmente a carico i figli di età non superiore ai 24 anni che abbiano prodotto un reddito complessivo Irpef non superiore a 4mila euro annui. La cifra è sensibilmente più elevata rispetto ai 2.841,51 finora previsti dal Testo unico delle imposte sui redditi (TUIR) e amplia la platea dei beneficiari. Questa misura dovrebbe riguardare circa 132.300 persone in più rispetto al passato con un importo medio di detrazione da 900 euro per la fascia di 24anni con un reddito complessivo, al lordo degli oneri deducibili, compreso tra 2.840,51 euro e 4.000 euro. Di conseguenza, nel primo anno di entrata in vigore del nuovo tetto, per le casse pubbliche il gettito Irpef dovrebbe assottigliarsi per 92,8 milioni.
La base di detrazione prevista per ogni figlio a carico è di 950 euro, ma il valore effettivo del beneficio fiscale varia in funzione del reddito e del numero di figli del contribuente. Secondo la formula indicata nel modello 730, nel caso di una famiglia con reddito da 35mila euro e un solo figlio con più di tre anni, la detrazione effettiva ammonterà a 600 euro. La manovra ha anche varato per il 2018 una detrazione del 19% sulle spese sostenute in favore dei minori o di maggiorenni, con diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) fino al completamento della scuola secondaria di secondo grado. Le spese devono riguardare “l’acquisto di strumenti compensativi e di sussidi tecnici e informatici, necessari all’apprendimento, nonché per l’uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento delle lingue straniere” e devono essere corredate da certificato medico che attesti “il collegamento funzionale tra i sussidi e gli strumenti acquistati e il tipo di disturbo dell’apprendimento diagnosticato”.
Ferme restando le altre detrazioni per attività sportive e spese scolastiche – Come previsto nella Legge di Bilancio 2017, resta in vigore il beneficio fiscale (19%) sulle spese scolastiche come tasse d’iscrizione o mensa. Rispetto allo scorso anno, l’importo massimo di detrazione aumenta da 717 euro a 786. Per ogni figlio a carico di età compresa fra 5 e 18 anni, nel 2018, il genitore potrà quindi detrarre 136,23 euro relativamente alle spese scolastiche. Per i figli più piccoli che frequentano l’asilo nido pubblico o privato, le spese per la retta, sono detraibili al 19% per un massimo di 632 euro per ciascun figlio. Resta invariato lo sconto (19%) e il tetto di spesa (210 euro) per le attività sportive con un beneficio fiscale pari a 39,9 euro per figlio.
Il caregiver è riconosciuto per legge – Il cosiddetto caregiver è il familiare che presta assistenza continua a un parente in gravi condizioni di non autosufficienza. La manovra ha istituito un fondo presso il ministero delle Politiche sociali con una dotazione iniziale da 60 milioni per il triennio 2018-2020. Non sono ancora note le modalità di accesso al contributo che risulta esiguo se si prendono in considerazione gli oltre 3 milioni di caregiver esistenti in Italia.
Fondi per i 18enni che vivono fuori dalla famiglia su decisione dell’autorità giudiziaria – La manovra ha sancito poi la nascita di un contributo a favore di giovani fra i 18 e i 21 anni che si trovino in condizioni particolarmente disagiate. “Al fine di prevenire condizioni di povertà ed esclusione sociale”, la finanziaria ha stanziato 15 milioni di euro nel triennio 2018-2019 nell’ambito del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. “Il fine è quello di effettuare interventi volti a permettere agli interessati di completare il percorso di crescita verso l’autonomia, garantendo la continuità dell’assistenza fino al compimento del ventunesimo anno di età”, spiega la Legge di bilancio che affida però a un successivo intervento la definizione delle modalità di assegnazione dei contributi.
L’assegno di natalità (bonus bebé) arriva per circa 280mila persone – Secondo le stime della nota di lettura del Senato, è questa la platea cui è destinato il contributo riservato a famiglie con un reddito Isee inferiore a 25mila euro. Nel 2018 le neomamme beneficiarie potranno ricevere un assegno da 960 euro per un reddito Isee compreso fra 7mila e 25mila euro. Al di sotto dei 7mila euro, la cifra sale a 1920 euro. Per ottenere il bonus, bisognerà presentare domanda all’Inps online oppure attraverso un patronato o via Contact center (803164, gratuito da rete fissa; 06164164 da rete mobile). Il contributo vale un onere per la finanza pubblica di 370 milioni spalmato su quest’esercizio e sul prossimo.
Rinnovato il bonus mamma domani – Anche per il 2018 le neomamme potranno beneficiare di un premio alla nascita da 800 euro indipendentemente dal reddito. Viene corrisposto dall’Inps per la nascita o l’adozione di un minore su domanda della futura madre al compimento del settimo mese di gravidanza (inizio dell’ottavo mese di gravidanza) o alla nascita, adozione o affido. Anche in questo caso la domanda va presentata direttamente all’Inps che lo scorso primo febbraio ha fatto sapere di aver finora versato oltre 400mila “premi alla nascita” per un controvalore totale di 320 milioni di euro. La cifra rientra nelle stime della legge di bilancio 2017 che lo ha istituito prevedendo una spesa complessiva da 1,2 miliardi nel triennio 2017-2019.
Il legislatore ha poi anche dato il via libera al bonus asilo – Il contributo è destinato ai figli nati o adottati dal primo gennaio 2016 e non potrà complessivamente superare i mille euro per figlio. Sarà corrisposto su per un importo massimo di 90,91 euro mensili al genitore che ha sostenuto e può provare il pagamento della retta mensile dell’asilo pubblico o privato. Anche in questo caso, ad erogare il bonus sarà l’Inps. E’ previsto anche un contributo di analogo importo per forme di assistenza in favore di bambini come meno di tre anni affetti da gravi patologie croniche. In questo caso la domanda dovrà essere corredata da un attestato rilasciato dal pediatra curante che attesti nell’anno di riferimento “l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido in ragione di una grave patologia cronica”, come chiarisce la nota informativa Inps spiegando che in questo caso il bonus sarà erogato in unica soluzione da mille euro al genitore che ne farà richiesta. Tecnicamente la domanda potrà essere presentata fino al 31 dicembre 2018, ma l’Inps chiarisce che il contributo è fino ad esaurimento fondi. Quindi meglio inoltrare l’istanza il prima possibile: “Il bonus richiesto, sia asilo nido che per forme di supporto presso la propria abitazione, può essere erogato, nel limite di spesa indicato (per il 2018 è di 250 milioni di euro), secondo l’ordine di presentazione della domanda online”, come precisa l’Inps.