E’ il giorno del corteo antifascista a Macerata. La città, anche per via della posizione del sindaco Romano Carancini, la vive con timore. Alcuni negozi hanno lasciato giù le saracinesche, altri commercianti hanno messo sbarrato alle vetrine, mentre il Comune ha annullato tutte le iniziative (compreso il Carnevale di domani), chiuso le scuole e fermato il trasporto pubblico. Diversi esercizi commerciali hanno deciso di proteggere vetrine e porte con assi di legno. E le strade sono deserte, nonostante la manifestazione – promossa dai centri sociali e alla quale hanno aderito Emergency e diverse costole di Anpi, Arci e della sinistra – alla fine sia stata autorizzata. A parlare oggi, tra gli altri, è il ministro dell’Interno Marco Minniti: “Il fascismo in Italia è morto per sempre – dice – e non ha lasciato un ricordo buono al nostro popolo. Il fascismo e il nazismo sono morti per sempre e per quanto mi riguarda, parlo da ministro, c’è un limite oltre il quale non si può andare in una democrazia e non consentiremo a nessuno di superare questo limite“.
Non ci sarà l’Anpi, ma solo formalmente. “Credo che in piazza ci saranno anche bandiere dell’Anpi” dice alla Stampa la presidente Carla Nespolo. “Avevamo proposto un’iniziativa assieme a tutte le altre associazioni del coordinamento ‘Mai più fascismi’ – racconta – Nel frattempo sono successe cose importanti, tra le quali l’appello a non manifestare lanciato dal sindaco. Un appello che non ho apprezzato”, sottolinea, “perché in questa orribile vicenda lo Stato è latitante. Io mi aspetto che le istituzioni scendano in campo a difesa della democrazia. Il sindaco avrebbe dovuto organizzare una grande manifestazione a Macerata per dire no al razzismo”. “Noi – prosegue -, pur considerando sbagliato l’appello del primo cittadino, abbiamo deciso di ascoltarlo. Ma in questa vicenda c’è un aspetto ancor più deprimente: nella richiesta di sospendere tutte le iniziative c’è stata un’equiparazione inaccettabile tra manifestazioni antifasciste e manifestazioni fasciste. È una cosa gravissima“. E bloccare i bus e chiudere le scuole “è – a suo avviso – l’ennesimo errore”, “l’approccio istituzionale non è stato all’altezza”. Peraltro il sindaco Carancini oggi ha ribadito la sua posizione in un’intervista al Fatto Quotidiano spiegando tra le altre cose che “la città non ci sarà” perché “non è pronta” alla manifestazione.
Il capo del Viminale non entra nel merito della manifestazione né dei fatti di Macerata (in particolare l’agguato di Luca Traini), ma nel dibattito politico pesa l’assenza del Partito Democratico a una corteo che alla fine la prefettura ha autorizzato. Sul clima di questi giorni è tornato anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando con una lettera al Corriere della Sera: l’invito del guardasigilli è “mettere da parte le diverse valutazioni sui fenomeni che i violenti portano a giustificazione della loro azione è il primo passo per l’unità”, un’unità nazionale che che “in passato è servita per vincere il terrorismo” quando “si è detto: emarginiamo i violenti, cancelliamo la violenza dalle parole, sconfiggiamoli e poi discuteremo e ci combatteremo”. Il Pd non sarà a Macerata, ma rivendica l’impegno, insomma: “C’è un partito, uno solo, che in questa legislatura ha rimesso al centro dell’agenda la questione dell’antifascismo e dell’antirazzismo. Siamo noi. Il Partito Democratico” sottolinea Emanuele Fiano. E anche chi voleva esserci, come Gianni Cuperlo, non può per appuntamenti fissati in precedenza. “Oggi è la sconfitta del Pd. Dovevano essere in piazza e non ci sono. La loro è una scelta incomprensibile”, dice Nicola Fratoianni che, assieme a Pippo Civati, guida la delegazione di Liberi e Uguali. “Oggi non serve il silenzio – aggiunge – ci vuole la schiena dritta di chi dice che contro fascismo e razzismo si va in piazza”. Duro il giudizio anche di Gino Strada: “Quello che è successo è un atto di terrorismo. Ho sentito che c’era chi invitava a non manifestare e credo che da parte di questo qualcuno ci sia un affievolimento dell’antifascismo”.
A rappresentare la coalizione di centrosinistra ci sarà invece Insieme con Angelo Bonelli e PiùEuropa, sicuramente con il segretario dei Radicali Riccardo Magi e forse anche con l’ex ministra Emma Bonino: “C’è un’Italia diversa, non avvelenata dall’odio e dalla falsità – dice Magi – Questa Italia non può rimanere in silenzio. Per questo oggi non sarò nei mercati di Roma per la campagna elettorale come annunciato ieri, perché ho deciso di partecipare, con altri compagni di +Europa alla Marcia contro il razzismo di Macerata. Quando nel paese si risvegliano sentimenti di intolleranza e discriminazione e qualcuno li cavalca per un mero tornaconto elettorale trasformandosi in imprenditore della paura, esserci non è più solo una scelta ma una necessità”. Da destra, non mancano le voci critiche: “Salgono a cinque i nigeriani sospettati dell’omicidio di Pamela, due stavano scappando. L’autopsia racconta che è stata fatta a pezzi con cura, che è sparito il suo cuore, che il corpo è stato lavato nella candeggina – scrive Giorgia Meloni su Facebook – Ma oggi a Macerata il corteo lo fanno contro il razzismo, non contro gli spacciatori nigeriani. Siete ridicoli”.