Giovedì, su Il Foglio, il direttore Claudio Cerasa ha lanciato un appello politico. Sulla scia di quanto successo già in Francia e Germania contro alcune forze politiche estremiste e radicali quali il Front National e Alternative für Deutschland, ha chiesto a chiunque abbia un pulpito pubblico di prendere posizione contro il moVimento Cinque Stelle della Casaleggio srl e di Luigi Di Maio. Cerasa è allarmato perché rileva che a poco più di 3 settimane dalle elezioni la maggioranza dell’establishment italiano sembra considerare il M5S come un partito politico al pari di ogni altro. La cosa è da intendersi in chiave tutta populista e negativa: i Cinquestelle sarebbero inetti e inadatti a governare la cosa pubblica al pari di tutti gli altri partiti.
Cerasa invece non è d’accordo. Sostiene che il M5S sia peggiore degli altri partiti: il movimento della Casaleggio e associati per il direttore è “un partito che sogna di disincentivare il lavoro attraverso il reddito di cittadinanza. […] Un partito che sogna di abolire la democrazia rappresentativa trasformando i parlamentari in sudditi di una srl privata. […] Un partito che sogna di abolire in Parlamento il voto segreto facendo propria una legge che un altro partito italiano, avete capito quale, portò già in Parlamento il 19 gennaio 1939. Un partito che prova ogni giorno a sopprimere il dissenso attraverso lo strumento della gogna. Un partito che traccia i voti dei suoi iscritti creando sistemi di votazione che rendono ‘possibile controllare e ricostruire le preferenze espresse dai votanti a causa della mancanza di anonimato’. […] Un partito che in un momento in cui l’export italiano corre come un treno sogna di seguire il modello dei dazi alla Trump perché anche nel nostro paese, sostiene Manlio Di Stefano, responsabile esteri del M5s, ‘ci vorrebbe un po’ di sano protezionismo’. Un partito che gioca con la salute dei nostri figli lasciando intendere che sui vaccini è bene che ognuno faccia come crede, senza ricordarsi che fare come si crede significa mettere in pericolo i più deboli, cioè chi i vaccini non li può fare”.
Su questa base, il direttore de Il Foglio lancia l’appello contro il M5S. Raccolgo quell’appello e lo faccio mio, aggiungendo l’elemento della totale assenza del principio di competenza all’interno della compagine governativa del M5S, un fatto che là dove i Cinquestelle sono arrivati al governo (Roma, Torino, Livorno) ha portato delle conseguenze negative sotto gli occhi degli abitanti di quelle città. Se poi all’incompetenza si aggiunge un quid di ignoranza crassa sulle principali questioni politiche internazionali, la copiatura del programma da Wikipedia e da interrogazioni parlamentari del PD, più la candidatura al Parlamento di gente discussa come Emanuele Dessì, alea iacta est.
Tuttavia, l’appello contro M5S ha un difetto, caro Cerasa: va esteso anche alla Lega di Salvini. Infatti, quella che un tempo era la Lega Nord di Bossi, che si autodefiniva come antifascista, oggi è un partito che strizza l’occhio al vasto percolato della galassia di estrema destra italica. Dal Fronte Veneto Skinhead a CasaPound, passando per Forza Nuova e i vari movimenti nostalgici del ventennio mussoliniano, la Lega di Salvini è entrata nel novero dei partiti nazionalisti (da qui il cambio di nome con la cancellazione del “Nord”: un vero paradosso, ma tant’è) e col tic del saluto romano alla Dottor Stranamore. Leghisti nemici dell’Europa Unita, apertamente xenofobi, sovranisti, protezionisti, anti-positivisti e anti-illuministi, reazionari, contrari ai nuovi diritti civili e umani, più vicini a Mosca che Washington.
Per questi motivi, intendo rilanciare l’appello del direttore de Il Foglio e invito a mia volta chiunque scriva su un giornale a prendere le distanze da questi movimenti e spiegare perché M5S e Lega rappresentano oggi un pericolo per l’Italia e gli italiani.