QUARTA SERATA. Claudio Baglioni ha deciso di trasformare il Festival da semplice programma televisivo ad esperienza onirica, che trascende i confini dello spazio-tempo. Puoi tornare a casa da lavoro, cucinare, cenare, lavare i piatti, addormentarti sul divano, risvegliarti di soprassalto, lavarti i denti, coricarti. E ci sarà ancora qualcuno che canta sul palco. Quando all’1.20 da dietro alle quinte comunicano che manca la classifica finale, persino il buon vecchio Pino Donaggio, presidente della giuria di qualità e qualche Sanremo alle spalle, mostra segni di impazienza. Ma nonostante le 19 pagine di scaletta e quasi 5 ore di diretta, lo spettacolo resta godibile. Merito dei duetti, nessuno particolarmente illustre ma quasi tutti ben riusciti. E soprattutto dei giovani: la nuova musica italiana è meglio di quella vecchia, e non è poi una notizia così cattiva. VOTO: 7
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