La lettera inviata al commissario Vella illustra la nuova Strategia Energetica Nazionale - di cui però mancano i decreti attuativi sulle rinnovabili - e fa il punto sul Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica. Previsti incentivi per la rottamazione delle vecchie stufe a biomassa, rinnovo del parco autobus e progetti di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro
“Nei prossimi anni sono previsti interventi per oltre 5 miliardi di euro per migliorare la qualità dell’aria”. Alla scadenza dell’ultimatum della Commissione Europea all’Italia e ad altri 8 Paesi convocati il 30 gennaio scorso a Bruxelles per illustrare i programmi previsti per evitare il superamento dei limiti per le emissioni in atmosfera, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha inviato al commissario all’ambiente Karmenu Vella un documento nel quale vengono illustrati interventi, prevalentemente in materia di energia e mobilità, che non erano stati ancora portati a conoscenza della Commissione europea. È il primo passo per evitare il rinvio davanti alla Corte di giustizia europea, dove sono già stati deferiti altri due Paesi, Bulgaria e Polonia. “Questa ulteriore serie di misure, che va ad aggiungersi alle iniziative che ho esposto durante la riunione del 30 gennaio – ha scritto Galletti – dimostrano quanto l’impegno dell’Italia per migliorare la qualità dell’aria sia parte di una strategia complessiva, integrata e concreta, che cerca di affrontare il problema da ogni singola prospettiva, coinvolgendo tutti i livelli di governo del territorio, così come tutti gli attori che, a vario titolo e da posizioni diverse, possono (e debbono) contribuire allo sforzo comune, al quale sono destinate risorse finanziarie di assoluto rilievo”.
L’ULTIMATUM – Il ministro dell’Ambiente aveva già sottolineato nel vertice di Bruxelles quanto fatto finora. “Ci sono state proposte positive ma non abbastanza da cambiare la situazione”, aveva detto il commissario Vella, mettendo le cose in chiaro con i Paesi (Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania e Slovacchia) che rischiano di finire davanti alla Corte di Giustizia perché oltrepassano i limiti per le polveri sottili (Pm10) e per il biossido d’azoto (NO2). I toni dell’incontro erano stati tutt’altro che rassicuranti: “Non possiamo continuare a rinviare, le scadenze sono passate da tempo e non possiamo permetterci altri ritardi. La sola cosa che tratterrà la Commissione dal portare questi Paesi davanti alla Corte Ue è che mettano sul tavolo permetta di raggiungere i target senza ritardi”.
IL DOSSIER INVIATO DA GALLETTI – Nella lettera inviata al commissario Ue Vella, si illustra in primis la nuova Strategia Energetica Nazionale (Sen), approvata a novembre 2017. Un documento che traccia lo sviluppo energetico del Paese fino al 2030 e che, tra le altre cose, prevede l’uscita dal carbone entro il 2025. Riguardo alla Sen, nei giorni scorsi il Coordinamento Free, che al suo interno riunisce 23 associazioni, dall’Anev al Kyoto club, dal Cib a Elettricità futura, ha lanciato l’allarme sul rischio che rimanga al palo, dato che mancano i decreti attuativi per le rinnovabili e che “dopo un anno e mezzo di ritardi – segnala il coordinamento – un ulteriore slittamento post elezioni metterebbe a rischio l’industria delle rinnovabili in Italia vanificando gli sforzi fatti finora”. Tornando alla lettera di Galletti, il ministro fa il punto anche sul Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica (per il quale a dicembre scorso è stato firmato il decreto attuativo), che “prevede uno stanziamento iniziale per il 2018 di 160 milioni, con la previsione di un possibile incremento entro il 2020 fino a 490 milioni”. Il Fondo, che sarà gestito da Invitalia, finanzierà interventi di efficienza energetica realizzati dalle imprese e dalla pubblica amministrazione su edifici, impianti di teleriscaldamento e processi produttivi.
Per la rottamazione delle vecchie stufe a biomassa, dal 2016 c’è un programma di finanziamenti da 800 milioni di euro “che prevede un contributo per i cittadini che decidono di rottamare la propria vecchia stufa a biomassa per una tecnologia più moderna ed efficiente”. Per quanto riguarda la mobilità e la riduzione delle emissioni di PM10 e biossido di azoto, invece, nella lettera si ricordano una serie di iniziative già in via di attuazione fra cui il Programma nazionale istituito nel 2017 e in via di definizione (per il quale c’è un fondo complessivo di 3,7 miliardi), destinato al “rinnovo del parco degli autobus dei servizi di trasporto pubblico locale e regionale, ed alla promozione e al miglioramento della qualità dell’aria con tecnologie innovative”. Nella lettera si ricorda anche l’avvio del programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro, “con 74 milioni di euro di progetti già finanziati e un ulteriore stanziamento in arrivo di 20 milioni di euro”.
Sempre in tema di mobilità sostenibile, sono stati trasmessi a Bruxelles anche accordi di cooperazione o lettere di intenti tra Snam rete gas, distributore nazionale del gas naturale, e alcuni soggetti privati del settore dei veicoli come Fca ed Iveco, o dei combustibili quali Eni ed Api, relativi alla promozione della diffusione del gas naturale per autotrazione. “Attraverso tali accordi – spiega il ministro – si punta nel medio periodo, al raddoppio delle stazioni di rifornimento esistenti in Italia”. Alla Commissione europea basteranno questi progetti per evitare di deferire l’Italia alla Corte Europea? La parola, ora, passa a Bruxelles.