“Da italiano mi vergogno della sfilata di Macerata“. Il segretario della Lega Matteo Salvini lo ribadisce su facebook dopo aver pronunciato le stesse parole già ieri durante un’iniziativa a Novara. “Non vedo l’ora di riportare, con il vostro aiuto, un po’ di normalità e di buon senso in questo Paese” aggiunge il leader del Carroccio riferendosi alle elezioni del 4 marzo. Un approccio al tema che evidentemente divide ancora i vari pezzi del centrodestra. Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato, al Corriere della Sera dice: “I cortei antifascisti e antirazzisti facciamoli pure. Basta che siano pacifici“, quanto a Traini “è uno squilibrato che fa il saluto fascista. Non c’è politica, è un criminale”.
Ma a tenere banco è ancora l’assenza a Macerata del Partito Democratico. A spiegarne le ragioni, su Repubblica, è Piero Fassino che peraltro ha una storia familiare che viene dalla Resistenza con il nonno ucciso dai fascisti nel 1944 e il padre Eugenio comandante partigiano. “L’appello a non scendere in piazza del sindaco di Macerata lo si poteva anche non condividere, ma il Pd certo non poteva contraddirlo” dice. “Non abbiamo lasciato la piazza – garantisce – C’è stato un appello di sindaco e vescovo per un atteggiamento di responsabilità. E certamente di fronte a un invito di questo genere, il Pd non poteva assumere un atteggiamento diverso. Dopo di che Renzi sabato prossimo sarà a Sant’Anna di Stazzema insieme con tutti sindaci della Toscana in uno dei luoghi simbolo della Resistenza e del prezzo duro pagato dal Paese al fascismo”. Ma le voci sono diverse dentro il partito. Alle manifestazioni antifasciste, dice per esempio il sindaco di Milano Beppe Sala, “è sempre meglio esserci. Poi bisogna capire bene gli impegni dei singoli. Io per esempio ieri avrei anche voluto esserci, ma stavo lavorando su Ema“. Ma d’altra parte, precisa, “il Pd la sua battaglia sull’antifascismo la continui comunque a fare”.
L’appello di Fassino è a ritrovarsi “tutti a Roma sabato 24 febbraio: l’antifascismo è un valore che unisce, non divide”. Fassino sottolinea che per il Pd “la Resistenza e i suoi valori sono il fondamento della vita democratica del Paese. E di fronte a ciò che è accaduto a Macerata c’è stata la nostra condanna netta e immediata”. Ma soprattutto “abbiamo molto chiaro che quanto accaduto non è l’atto di un esaltato, anche se Traìni lo è, ma quell’atto è figlio di un clima coltivato da chi semina odio, cavalca le paure e le ansie dei cittadini, incita all’intolleranza” e, aggiunge l’ex sindaco, “queste elezioni sono diverse da tutte quelle che abbiamo conosciuto fino ad oggi” perché mentre prima da nessun vincitore “sarebbero stati messi in discussione i fondamenti della convivenza civile e democratica del Paese”, adesso “per la prima volta non è più così”.
Resta invece della sua opinione, anche all’indomani della manifestazione, il sindaco di Macerata Romano Carancini che del corteo di sabato prende solo “certi slogan”: “E’ una manifestazione autoreferenziale, che parla a se stessa – dice al Messaggero – E’ una sinistra che conosciamo. Loro ora andranno via, se ne andranno tutti, a me rimarranno i cocci di tutto questo”. I maceratesi, assicura, “c’erano ma erano molto pochi. Un segnale chiaro, di rigetto e rifiuto, questa città rimane ferita e smarrita. Questo corteo cosa ha portato a Macerata? Cosa resta nell’anima dei maceratesi? Mi sembra solo una autorappresentazione di antifascismo e antirazzismo poi contraddetta dai fatti”.
Giudizio opposto quello del presidente del Senato Piero Grasso, leader di Liberi e Uguali: “L’antifascismo – dice Grasso – è un bene comune e importante, fondante della nostra democrazia e della nostra Costituzioni” e “l’atteggiamento del Pd è sembrato debole, non aderendo alla manifestazione in maniera concreta”. Grasso ricorda di essere andato (il giorno prima) a parlare con prefetto e sindaco (“ai quali ho manifestato l’esigenza di manifestare”) e a visitare alla madre di Pamela e alle vittime in ospedale”. “Dopo un’iniziale ritrosia – ricorda il presidente Grasso – il ministro Minniti ha autorizzato le manifestazioni e devo dire che è stato un grande successo: si sono svolte con compostezza, ordine, serietà e non ci sono stati i paventati scontri“.
Parla, infine, di “speculazioni politiche Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento Cinque Stelle che tuttavia non entra nel merito della questione: “Noi abbiamo mandato tutta la solidarietà a quella comunità ma la si smetta di utilizzare la comunità di Macerata per la campagna elettorale”. “Quella – spiega Di Maio – è una tragedia per la ragazza ammazzata e per le persone rimaste ferite – ha aggiunto – Invece, vedo i partiti che per sentirsi un po’ di destra e un po’ di sinistra utilizzano gli episodi di Macerata. Ma in realtà questi partiti si dovevano sentire di sinistra, quando stavano facendo il jobs act e non dovevano abolire l’articolo 18, e di destra quando dovevano proteggere le imprese. Hanno fatto invece Equitalia e gli studi di settore ora è inutile utilizzare Macerata per sentirsi di destra o di sinistra”.