Lo hanno iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo – e non volontario come si riteneva in un primo momento – per un “atto dovuto”, in quanto bisognerà svolgere accertamenti irripetibili. È un accusa “tecnica” quella che al momento viene rivolta al gioielliere che sabato sera ha ucciso a colpi di pistola uno dei tre malviventi andati all’assalto del suo esercizio commerciale, a Frattamaggiore, in provincia di Napoli.
Il commerciante ha circa 30 anni e al momento dell’arrivo dei rapinatori non era nel negozio ma a casa sua, che si trova sopra l’esercizio commerciale. I tre ladri erano arrivati in sella a due motorini e mascherati da Hulk attorno alle 18.45 nel negozio di corso Durante, nella zona pedonale del comune napoletano. Il gioielliere si è accorto del tentativo di furto ed è sceso in strada armato, accompagnato da un’altra persona. Ne è nato un conflitto a fuoco e ad avere la peggio è stato uno dei banditi, Raffaele Ottaiano, originario di Caivano, colpito dalle pistolettate del negoziante.
Gli agenti lo hanno trovato in possesso di una pistola a tamburo che, secondo una prima ricostruzione dei fatti, avrebbe puntato contro il gioielliere che ha reagito al tentativo di furto esplodendo il colpo di arma da fuoco che lo ha ucciso. Gli altri malviventi erano riusciti a fuggire, ma uno di loro è stato inseguito e bloccato da un ispettore della polizia, in quel momento fuori servizio. L’agente era al telefono poco distante, ha visto i banditi giungere e dopo aver chiuso la telefonata, essendosi accorto del fuggi-fuggi generale dei passanti, è corso nella loro direzione.
Ha più volte intimato l’alt di polizia e per tutta risposta uno dei malviventi ha sparato alcuni colpi in aria a scopo intimidatorio, ma il poliziotto – che in passato ha fatto parte della squadra Falchi di Napoli – ha ingaggiato una colluttazione ed è riuscito a disarmarlo, bloccandolo, nonostante il ragazzo avesse puntato la sua Beretta contro l’agente.