I vincitori di questa sessantottesima edizione del Festival di Sanremo sono Fabrizio Moro ed Ermal Meta con Non mi avete fatto niente. “Volevamo dire una cosa importante: questo premio è anche di Andrea Febo, l’altro autore del brano. Voglio dedicare questa vittoria a mio figlio”, ha detto Moro in conferenza stampa. Ma ecco la cronaca della lunga finale di ieri sera.
“Popopopopò”. La finale di Sanremo 2018 si apre con l’orrenda sigla. “Questo Festival è andato bene devo dire, anche se era partito storto soprattutto per il mio farfallino. Ha fatto più scalpore della farfallina di Belen, anche se erano in posizioni diverse. E’ un Festival delle canzoni e io vorrei cominciare con una canzone: questa”, dice Baglioni. Poi presenta Ultimo, il vincitore delle Nuove Proposte, pur sbagliando il titolo delle canzone: lancia Il ballo delle apparenze al posto de Il ballo delle incertezze. Cominciamo bene.
Claudio Baglioni scende le scale con Laura Pausini, ma il satellite salta e per qualche secondo si vede tutto nero (no, non era un problema del vostro televisore). Pure il satellite si rifiuta: mica scemo. Comunque, “dov’è nata artisticamente”, Laura canta il suo nuovo singolo: Non è detto. Magicamente la voce, che martedì non c’era, ora c’è.
“Non sono al top dei top ma pazienza”, dice lei. E Fiorello si manifesta al telefono. “Siete in linea con lo scaldapubblico automatico”, dice Rosario, quasi per ricambiare quanto successo nella prima serata di martedì. Quindi prende in giro la Pausini imitandole la voce da ammalata e gioca con la giuria di qualità: “Ma il giornalista Andrea Scanzi, avendo Allevi davanti, cosa ha visto del Festival?”.
Fiore si congeda velocemente, così Lauretta paga la tassa Baglioni e duetta sulle note di Avrai. Viene spesso inquadrato il figlio di Claudio, Giovanni, in prima fila: “Grazie a mio figlio per il quale è nata questa canzone”. Quindi la cantante di Solarolo canta di nuovo, Come se non fosse stato amore, ma ci sono ancora problemi tecnici. Non si sente, il video non va e a tratti è tutto nero. Un mezzo disastro, ma poi il segnale si riprende e Pausini fa una cosa strepitosa: esce dal teatro a metà esibizione, raggiunge l’esterno del Teatro e canta sulla passerella rossa in mezzo alla gente. Davvero bello.
L’Ariston viene invaso da una banda di ragazzini: sono i concorrenti di Sanremo Young, la nuova trasmissione di RaiUno che partirà venerdì prossimo. Cantano Io Penso positivo, ma Antonella Clerici li redarguisce. “Avete sbagliato giorno, ma cosa fate? Non è oggi, è venerdì prossimo”. Pochi minuti di promo per loro. Quindi Max Gazzè incanta con La leggenda di Cristalda e Pizzomunno. Annalisa si presenta con un abito alquanto discutibile per Il mondo prima di te.
Anche Renzo Rubino, così come Lo Stato Sociale, punta sugli anziani. Canta Custodire (una perla troppo sottovalutata durante la settimana) e sullo sfondo c’è una coppia ultrasettantenne che balla un passo a due. I Decibel fanno i Decibel. Quindi Melissa Greta Marchetto, che si è già montata la testa (per niente), e Sergio Assisi presentano Ornella Vanoni, Bungaro e Pacifico in Imparare ad amarsi. Giovanni Caccamo era meglio insieme ad Arisa.
Lo Stato Sociale, invece, butta giù l’Ariston con Una vita in vacanza. Ormai è un più che un tormentone e “la vecchia che balla”, comparsa stavolta sin dall’inizio dell’esibizione in platea, è un mito. Ormai la loro vittoria sembra sempre più vicina.
Nina Zilli non spicca neanche stasera. Anche Noemi, che si è ricordata di vestirsi, fa sempre Noemi: peccato, aveva una grande occasione per rilanciarsi. Fabrizio Moro ed Ermal Meta, invece, convincono sempre di più: se la giocano con gli Stato Sociale per la vittoria finale e stasera hanno proposto un’esibizione bella tosta sulle note di Non mi avete fatto niente. Quindi prima di un nuovo cambio d’abito di Michelle, vengono ricordate le Foibe: “E’ doveroso il nostro ricordo di una pagina che a pieno titolo fa parte della nostra storia nazionale”.
Con Mario Biondi, diciottesimo cantante in gara, “ci stiamo avvicinando al momento topico della serata”. La canzone, però, a quest’ora non aiuta. Chiudono Le Vibrazioni (la loro canzone si sentirà molto in radio) e l’imprescindibile duo Avitabile/Servillo. Quindi Favino chiude il televoto, per sempre in questa 68esima edizione di Sanremo: i giochi sono fatti. Prima di scoprire il podio, ecco la tassa-Baglioni: stavolta canta Strada Facendo con il trio “duri da battere” Nek-Renga-Pezzali. Baglioni guadagnerà più dalla Siae che dalla Rai per questo Festival. Intanto Wikipedia si porta avanti (come spesso, anche sbagliando) e dà come vincitori Meta e Moro.
La classifica, finalmente. 20° posto: Elio e le storie tese con Arrivedorci (era il loro sogno arrivare in fondo). 19°: Mario Biondi. 18°: Roby Facchinetti e Riccardo Fogli. 17°: Nina Zilli. 16°: Decibel. 15°: Red Canzian. 14°: Noemi. 13°: Renzo Rubino. 12°: Enzo Avitabile e Peppe Servillo. 11°: Le Vibrazioni. 10°: Giovanni Caccamo. 9°: The Kolors. 8°: Diodato e Roy Paci. 7°: Luca Barbarossa. 6°: Max Gazzè. 5°: Ornella Vanoni, Bungaro, Pacifico. 4°: Ron. Lo Stato Sociale, Annalisa ed Ermal Meta/Fabrizio Moro in finale. Si ripare il televoto per il vincitore.
Riecco Sabrina Impacciatore con il sogno di condurre il Festival ancora intatto. Prima le se incaglia il vistoso vestito sulle scale, poi cade sul palco. “Non è una gag“, precisano. “Ora avete capito perché io non volevo che fosse qui?”, dice Favino. Sarebbe stata una quarta presentatrice favolosa. Poi canta con Baglioni, Hunziker e Favino la canzone Non arrossire.
Arriva, finalmente, il momento dei premi. Il Premio della Critica Mia Martini va a Ron con Almeno Pensami. Il Premio della sala stampa Lucio Dalla va a Lo Stato Sociale con Una vita in vacanza. Il Premio Sergio Endrigo come miglior interpretazione va a Ornella Vanoni, Bungaro, Pacifico con Imparare ad amarsi. Il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo va a Mirkoeilcane con Stiamo tutti bene.
Ed ecco il risultato finale. Terza posizione per Annalisa con Il mondo prima di te. Secondo posto per Lo Stato Sociale con Una vita in vacanza. Vincono Fabrizio Moro ed Ermal Meta con Non mi avete fatto niente. “Volevamo dire una cosa importante: questo premio è anche di Andrea Febo, l’altro autore del brano. Voglio dedicare questa vittoria a mio figlio”, dice Moro. “E’ una emozione indescrivibile. Lo dedico alla mia casa discografica che ha creduto in me quando nessun altro lo faceva”, dice Meta. Arrivedorci. Al prossimo anno.